Corro nell’afa,la maglietta incollata alla schiena e i miei occhi che scrutano i volti di chi mi passa a fianco. È un attimo. Lei avrà 12 anni al massimo,sguardo che passa attraverso occhiali spessi e passo incerto di chi sta imparando a camminare sulle proprie gambe (forse troppo presto);la mano della madre le afferra i capelli raccolti nella coda,strattonandola. La rimprovera stizzita-ho la musica nelle orecchie,non sento il discorso. La ragazzina si guarda intorno imbarazzata,ferita,bisbiglia qualcosa.
Le supero.
Vorrei dirle che non sarà sempre così. Vorrei dirle che lei crescerà,toglierà gli occhiali e le sue gambe diverranno lunghe e snelle. Imparerà tante cose,le parole di sua madre non la spaventeranno più,le raccoglierà e accartoccerà come si fa con carta impregnata d’inchiostro senza valore. Le vorrei dire che potrà fare quello che vuole,potrà essere quello che vuole anche se rimarrà intrappolata negli schemi rigidi costruiti su giudizi privi d’amore e di verità. Vorrei lavarle dal viso quell’espressione di solitaria incomprensione,in cui rimarrà intrappolata tutta la vita se qualcuno non le metterà d’avanti uno specchio che non siano gli occhi di chi l’ha messa al mondo.
Al secondo giro di corsa incrocio la madre,perfettamente abbronzata e pettinata,mentre cammina a fianco di un uomo. Ritrovo la ragazzina poco più indietro:i nostri sguardi si incrociano,le sorrido e lei tuffa-rapida-i suoi occhi nell’asfalto. Vorrebbe essere come me,vorrebbe avere la mia libertà. Le vorrei spiegare che l’età non rende padroni di sè stessi,anzi a volte diviene scusa per allontarsi da sè. Vorrei dirle che nessun vestito si modellerà mai sul suo corpo se prima non imparerà a rispettare i suoi difetti; vorrei dirle che un giorno ridera’ di quella giornata, scoprendo che la forza di un’ emozione non la ucciderà (anche se si sentirà morire). Spero che ci sia qualcuno a
insegnarglielo, magari con un bacio.
Vorrei dirle che non sarà mai semplice per lei, nemmeno quando dovrebbe. Il prezzo sarà sempre troppo alto, più di quello che gli altri pagheranno. Ma sorridera’ comunque e ridera’ sino a quando la pancia non le farà male.
Vorrei dirle tutto questo è molto altro ancora, ma l’ho già superata e mi accorgo di non sapere più a chi sto parlando.
V.