Magazine Cultura
Il disco sarà disponibile su tutte le piattaforme digitali e distribuito nei negozi in versione Bundle: seedcard (con codice per il download digitale) e t-shirt della band, contenute in un "box" in carta riciclata, per un progetto che si basa sull'originalità e l'avanguardia, sia dal punto di vista tecnologico che "green" (la seedcard, una volta annaffiata, diventa un fiore). Un bell’album, che lascia ben sperare per il futuro, nella speranza di poter assistere a performance live della band.
L’INTERVISTA E’ Appena uscito il vostro album d’esordio, l’omonimo Adam Carpet, ma non siete certo alle prime armi: potete sintetizzare le vostre storie musicali pregresse? Ognuno di noi vanta collaborazioni di vario tipo e in diversi ambiti musicali, da quelli più mainstream a quelli maggiormente di nicchia. Da Le Vibrazioni, ai Timoria , ai Miura, ai Kalweit and the Spokes passando per progetti più sconosciuti e più estremi, Adam Carpet è per noi un interessante punto d'incontro. E' sopratutto grazie a queste esperienze così diverse tra di loro e al nostro background variegato che il nostro sound non è facilmente catalogabile. Vi presentate con una formazione inusuale, con la doppia batteria ed il doppio basso: reale necessità espressiva o cos’altro? All'inizio la formazione era composta da due bassi e due batterie ma poi col passare del tempo ci siamo resi conto che anche la componente electro avrebbe dato una maggiore incisività al progetto. Da questo punto di vista devo dirti però che non siamo per nulla vincolati. Già in questo lavoro spesso ci scambiamo e l'assetto non è quasi mai uguale da un brano all'altro. Le etichette musicali sono spesso impietose, ma certamente utili. Come definireste la vostra musica? La cosa più semplice è che ti dica quali sono i generi che maggiormente hanno influenzato questo primo lavoro. Penso di non sbagliare dicendoti: postrock, electro, stoner e new wave. Il versante live propone forse la vostra vera essenza… cosa portate on stage? Dal vivo performiamo l'intero disco rivisto in chiave live. Certe parti vengono dilatate ed altre omesse. Quasi tutti i brani del concerto sono legati tra loro. Un aspetto molto importante è poi la cura delle luci e delle proiezioni che in un concerto come il nostro sono importanti quasi quanto la musica. Quanta tecnologia c’è nella vostra musica? Direi un buon 30%, e mi riferisco soprattutto all'uso di synth, campionatori e sequenze, oltre a tutto l'aspetto delle immagini. Quando è possibile infatti usiamo la tecnologia del mapping che consente di mappare delle superfici e porzioni di palco e poi su di esse proiettare immagini e luci. E… quanto vi “prende” l’impegno sociale? Essere artista e musicista al giorno d'oggi è una grande responsabilità. Anche se la nostra musica è strumentale cerchiamo di muoverci nel rispetto delle persone e dell'ambiente che ci circonda. Certo ci vuole più attenzione rispetto ad un gruppo con dei testi cantati, ma chi guarda i nostri video un'idea circa quello che ti sto dicendo se la può fare, se accende il cervello. Se doveste indicare qualche influenza certa, qualche artista da cui avete attinto e su cui siete tutti d’accordo, chi indichereste? Qui ognuno potrebbe dirti le proprie influenze. In primis quello che ci unisce è l'artista americano Adam Carpet, che io ho avuto modo di frequentare per lungo tempo. Musicalmente poi potrei dirti (per quanto mi riguarda) Lizard, Kyuss Tortoise, Jesus, Cult Of luna...
Che progetti avete in mente per il futuro prossimo? Quest'estate cercheremo di portare in giro il nostro spettacolo in qualche festival, anche se la dimensione che preferiamo è sicuramente quella dei club. Poi si vedrà.
Line up Diego Galeri (batteria-Timoria, Miura), Alessandro Deidda (batteria-Le Vibrazioni, i Cosi), Edoardo “Double t” Barbosa(basso), Giovanni Calella (chitarra/synth-Kalweit and The Spokes), Silvia Ottanà(basso) Adam Carpet www.adamcarpet.com [email protected]
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