Quando è comparso il primo homo sapiens? Fino ad oggi, le tracce fossili più antiche vengono da una grotta marina nei pressi di Città del Capo, in Sud Africa.
Si tratta di fossili che hanno 120 mila anni e ci rivelano che i primi esseri umani moderni erano diversi dai loro predecessori, per la fronte molto più verticale, per il mento e per numerose caratteristiche anatomiche del cranio.
Ma in quale momento preciso si può collocare la comparsa dei primi uomini moderni nella storia evolutiva dell’uomo? In uno studio pionieristico, pubblicato sulla rivista European Journal of Human Genetics, il dottor Eran Elhaik dell’Università di Sheffield e il dottor Dan Graur dell’Università di Houston sostengono di aver finalmente individuato la data di nascita del nostro antenato maschio comune: 209 mila anni fa
I ricercatori si sono concentrati sulla ricostruzione di tutte le mutazioni avvenute nel cromosoma Y, un tratto di geni che si tramanda quasi intatto di padre in figlio, risalendo la linea evolutiva fino al padre di tutti gli uomini. “Possiamo affermare con una certa sicurezza che gli esseri umano moderni sono emersi in Africa poco più di 200 mila anni fa”, ha detto il dottor Elhaik.
Le conclusioni dei due ricercatori contraddicono uno studio precedenti nel quale si era sostenuto che il cromosoma Y precedesse la comparsa dell’uomo moderno, sviluppandosi in una specie diversa da quella umana, per poi essere trasferito a noi attraverso una serie di incroci.
“E’ ovvio che gli esseri umani moderni non si sono incrociati con ominidi che vivevano oltre 500 mila anni fa”, continua Elhaik. “Abbiamo dimostrato che lo studio condotto dall’Università dell’Arizona è privo di qualsiasi merito scientifico”.
“In realtà, la loro ipotesi crea una sorta di ‘paradosso spazio-temporale’, in base al quale l’individuo più antico appartenente alla specie Homo Sapiens non è ancora nato” spiega ancora Elhaik. “Se prendiamo alla lettera i risultati numerici dello studio, possiamo concludere che il passato può essere modificato dalla madre di Adamo, decidendo di non concepirlo in futuro e, quindi, portare ad una fine retroattiva della nostra specie.
“Pensate al film Ritorno al Futuro, quando Marty era preoccupato che i suoi genitori non si sarebbero incontrati e di conseguenza, lui non sarebbe nato: è la stessa idea”. Tuttavia, “la questione su fino a che punto i nostri antenati si siano incrociati con i loro parenti più prossimi è una delle questioni più calde di cui si dibatte in antropologia”, ammette il ricercatore.
Le conclusioni dello studio, quindi, rendono contemporanea l’esistenza del ‘primo Adamo genetico’ con l’altra metà del cielo, la ‘prima Eva mitocondriale’, l’antenato materno genetico del genere umano. Uno studio simile sul DNA dei mitocondri, infatti, ha permesso di risalire all’antenato comune di tutte le donne, diventata poi nota come ‘Eva mitocondriale”.
“E’ chiaro che non dobbiamo pensare ad una singola coppia di Adamo ed Eva, ma piuttosto a gruppi di Adami ed Eve, i quali vivevano fianco a fianco vagando insieme nel nostro mondo”, ha concluso Elhaik.
Sebbene gli studi genetici indicano un antenato comune per tutti gli uomini e un antenato comune per tutte le donne, gli ‘Adamo ed Eva genetici’ non possono ritenersi Adamo ed Eva del racconto biblico, ma solo due individui su migliaia di persone, il cui patrimonio genetico si è trasmesso fino a noi ininterrottamente.
Tuttavia, sembra avvicinarsi il giorno in cui la scienza confermerà quanto riportato nei miti della creazione dei popoli mesopotamici (Sumeri, Babilonesi, Egiziani, Ebrei…) e dei popoli precolombiani (Olmechi, Aztechi e Maya…), ma questa è un’altra storia… (fonte: ilnavigatorecurioso.it)