Sei mesi fa leggo un bellissimo ebook dal titolo Rework e c’è un capitolo che in sostanza dice: addenta la tua parte di mondo.
Nei mesi successivi torno in Italia e mi rendo conto di essere circondato da un esercito invisibile, composto da persone tra i venti e i trent’anni; persone profondamente, irreparabilmente disilluse.
Queste persone sanno cosa bisognerebbe fare per migliorare la propria vita.
Sanno anche come bisognerebbe farlo.
Manca però un motivo per farlo.
Addentare la mia parte di mondo? Perché mai. Rischioso. Difficile. Arrogante. Che ci pensino gli altri, mica io.
Ora.
Se ripenso al mio percorso professionale mi accorgo di una cosa.
A un certo punto ho capito cosa volevo.
Poi come lo volevo.
Ma non avevo la più pallida idea del perché lo facessi.
Avevo dei sogni, poco chiari, che in qualche modo mi spingevano ad andare avanti. Ma mi sentivo solo; e tutt’attorno un coro di: “Rischioso. Difficile. Arrogante”.
Da quel momento ho capito che i sognatori sono una razza da preservare. Pochissimi di loro ce la fanno, ma quei pochi cambiano il mondo.
Penso che questo sia il motivo più profondo che mi spinge a scrivere.
Quando vedo qualcuno che ha trovato il coraggio di cambiare penso al capitolo di quel libro e sorrido.
Addenta la tua parte di mondo, dice.
In un film qui partirebbe la musica rock a tutto volume.