Carlo Rambaldi
Ci ha lasciato oggi Carlo Rambaldi, espressione della più pura genialità creativa applicata all’arte cinematografica, della quale contribuì non poco a mantenerne intatti fascino ed essenza, prima dell’avvento e consacrazione definitiva dell’effetto digitale, “pulito” e perfetto quanto si vuole ma non certo “magico”, nel senso propriamente illusorio e visionario del termine.Vincitore di tre premi Oscar per gli effetti speciali (King Kong, ‘76, John Guillermin; Alien, ‘80, Ridley Scott; E.T., ‘83, Steven Spielberg), Rambaldi era nato a Vigarano Mainarda (Ferrara) nel 1925 e da circa dieci anni viveva a Lamezia Terme (Catanzaro); dopo essersi laureato all’Accademia di Belle Arti di Bologna, nel ’51, sembrava dovesse avviarsi verso una carriera di pittore e, soprattutto scultore: estremamente affascinato dalla meccanica del movimento, iniziò infatti a studiare la struttura ossea e muscolare umana, paragonandola ad una macchina, dando così vita alle sue prime “sculture elettriche semoventi”, quelle che, dagli anni settanta in poi, ulteriormente perfezionate, verranno definite “meccanotroni”, integrazione tra meccanica ed elettronica, per divenire delle “creature”, anche a grandezza naturale, che si muovevano in virtù di complessi meccanismi idraulici.
Il suo ingresso nel mondo del cinema avviene nel ’56, quando, stabilitosi a Roma, iniziò a collaborare con il regista Giacomo Gentilomo per la realizzazione di un drago da utilizzare nel film Sigfrido: da qui in poi si trovò coinvolto in varie produzioni italiane, minori e non, anche televisive (L’Odissea, Franco Rossi, 1968), conoscendo il grande successo con Profondo Rosso, ’75, di Dario Argento ed in particolare l’anno dopo, grazie a Dino De Laurentiis, che lo volle per il remake del già citato King Kong; trasferitosi a Burbank, qui aprì un laboratorio per dar vita alla sua personale “fabbrica dei sogni” ed una volta tornato in Italia, nel ’96, a Terni, fondò la sua scuola, l’Accademia Europea degli Effetti Speciali. L’ultimo film del quale Rambaldi ha curato gli effetti speciali è Rage, furia primitiva, 1988, debutto registico del figlio Vittorio.