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Addio a George Hickenlooper, cineasta indipendente

Creato il 24 novembre 2010 da Nouvellepunk

Era stato annunciato il suo ultimo film “Casino Jack

George Hickenlooper

George Hickenlooper

Per anni George Hickenlooper è stato definito nell’industria del cinema come candido per molte ragioni, per esempio la sua difesa nei confronti del produttore Harvey Weinstein (col quale lavorò in Factory girl). Forse lo è stato di carattere, però guardando l’opera che ha lasciato come cineasta indipendente, e osservando i soggetti che ha portato sul grande schermo, non sembra che artisticamente l’aggettivo candido sia quello che più gli sia addice, ma gli calzerebbero meglio gli aggettivi di coraggioso, audace ed intelligente. Lo scorso 29 ottobre Hickenlooper è morto a Denver (Colorado) all’età di 47 anni per colpa di un infarto. Il regista si trovava in questa città per incontrare suo cugino John, sindaco di Denver e recentemente eletto governatore del Colorado.

Hickenlooper proveniva da una famiglia appartenente al mondo del teatro. Nato a San Luis (Missouri) il 25 maggio 1963, si laureò all’Università di Yale in Studi e Storia del cinema nel 1986 e da quel momento si lanciò nel mondo del documentario. Come molti altri grandi registi, Hickenlooper cominciò la sua carriera grazie a Roger Corman e il suo primo film fu Art, actiing and the suicide chair: Dennis Hopper, nel 1988. La fama e la sua meritata reputazione come regista arrivò tre anni dopo con il documentario  Hearts of Darkness: A Filmmaker’s Apocalypse, che attraverso immagini d’archivio ricreava le riprese di Apocalypse now, di Francis Ford Coppola (altro regista uscito dalla scuola di Roger Corman), seguendo come punto di riferimento il libro di Eleonor Coppola, la sposa del regista de Il Padrino, che aveva realizzato anche alcune riprese che entrarono nel documentario. Con questo lavoro Hickenlooper e l’altro regista del film Fax Bahr ricevettero l’Emmy.

A partire da questo momento cominciò a combinare cortometraggi con documentari: alla prima categoria appartengono Some folks call it a sling blade (1994), che scrisse e interpretò Billy Bob Thornton, e che grazie al suo successo lo stesso Thornton lo trasformò nel lungometraggio Sling blade, che lo catapultò ad Hollywood e fece ottenere a Thornton un Oscar come sceneggiatore. Ciononostante Hickenlooper non nascondeva la sua passione per la fiction e per i diversi stili cinematografici: Ghost brigade (1993), cocktail di terrore e western; il dramma The low life (1995); il thriller Persons Unknown (1996); la decadenza degli attori in Dogtown (1997); il dramma d’amore The Man from the Elysian Fields (2001), con uno scrittore (Andy García) trasformato in accompagnatore di donne, fino ad arrivare a Factory Girl (2006), una spettacolare ricreazione della vita di Edie Sedwick, la modella e pupilla di Andy Warhol, interpretata da una splendida Sienna Miller.

In queste settimane era prevista l’uscita di Casino Jack, con Kevin Spacey che interpretava un potente membro di una lobby ad Hollywood. Negli Stati Uniti uscirà il 17 dicembre, e Spacey ha incitato il pubblico in questi giorni affinché scopra il talento di George e recuperi poi i suoi lavori precedenti.

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