Si è spento ieri a 83 anni a New York, in seguito ad un arresto cardiaco, uno dei grandi registi del cinema hollywoodiano dell’ultimo mezzo secolo, Mike Nichols, autore di titoli di culto quali Chi ha paura di Virginia Woolf? e Il laureato. Michael Igor Peschkowsky (questo il suo vero nome), nato a Berlino il 6 novembre 1931 in una famiglia ebraica di origine russa, si era trasferito negli Stati Uniti insieme ai suoi parenti nel 1939, in seguito all’applicazione delle leggi antisemite. Da giovane era entrato a far parte dell’Actor’s Studio e negli Anni ’50 si era dedicato al teatro, creando un fortunato sodalizio con la collega e sceneggiatrice Elaine May.
Dopo l’affermazione a Broadway, il debutto come regista cinematografico era arrivato nel 1966 con Chi ha paura di Virginia Woolf?, pluripremiata trasposizione, ricompensata con cinque Oscar, dell’acclamato dramma teatrale di Edward Albee, con Elizabeth Taylor e Richard Burton nei suoi di una coppia di maturi coniugi protagonisti di una serata al vetriolo. Dopo l’enorme successo di questo esordio, l’anno seguente Mike Nichols aveva diretto un altro indimenticabile cult-movie destinato ad entrare negli annali del cinema e a diventare un autentico affresco generazionale: Il laureato, l’indimenticabile commedia con Dustin Hoffmann e Anne Bancroft, tratta da un romanzo di Charles Webb. Il film era valso a Nichols il premio Oscar come miglior regista.
Nel corso degli Anni ’70 Mike Nichols aveva firmato altre pellicole controverse ascrivibili al movimento della New Hollywood, come Comma 22 (1970), con Alan Arkin, e Conoscenza carnale (1971), con Jack Nicholson, Candice Bergen e Ann-Margret. Nel 1983 era tornato a riscuotere grandi consensi di critica e di pubblico con Silkwood, dramma a sfondo operaio basato sulla vera storia di Karen Silkwood, con Meryl Streep e Cher; la collaborazione fra Nichols e la Streep era proseguita con altri film di successo, fra cui Cartoline dall’inferno (1990), film basato sull’autobiografia di Carrie Fisher. Nel frattempo, nel 1988 il regista aveva realizzato anche una delle commedie più famose e fortunate dell’intero decennio, Una donna in carriera, con Melanie Griffith, Harrison Ford e Sigourney Weaver.
Negli Anni ’90, la carriera di Mike Nichols era stata segnata da altri titoli che avevano riscosso un ottimo responso commerciale, fra cui la commedia Piume di struzzo (1996), remake de Il vizietto con un cast capitanato da Robin Williams, Gene Hackman e Nathan Lane, e I colori della vittoria (1998), dramma di ambientazione politica con John Travolta ed Emma Thompson. Nel 2003 Nichols aveva diretto invece Angels in America, acclamatissima miniserie televisiva in quattro episodi tratta dall’omonimo testo teatrale di Tony Kushner, cronaca surreale e barocca della diffusione dell’Aids nell’America degli Anni ’80, con un cast strepitoso guidato da Meryl Streep, Al Pacino ed Emma Thompson.
Le ultime due pellicole di Mike Nichols per il cinema sono state Closer (2004), altro dramma sull’erotismo e i sentimenti di derivazione teatrale, basato sulla pièce di Patrick Marber e con Julia Roberts, Jude Law, Clive Owen e Natalie Portman; e La guerra di Charlie Wilson, vera storia dei retroscena di una delle più controverse operazioni segrete della CIA, con Tom Hanks, Julia Roberts e Philip Seymour Hoffman. Nel corso della sua lunga attività, Mike Nichols era stato ricompensato con un Oscar su cinque nomination, due Golden Globe e moltissimi altri riconoscimenti.
| Leggi i commenti sull'articolo | Lascia il tuo commento