“Non sono un pacifista. A chi mi desse uno schiaffo sulla guancia non porgerei mai l’altra, ma mi difenderei a denti stretti. La guerra è per metà fatta di paura e per metà di noie. I giovani del mio paese non sono per la guerra. Non sono nemmeno per il servizio militare. Gli orfani di guerra, poi, la considerano il peggiore dei mali.” – Günter Grass
13 aprile 2015: Günter Grass si è spento all’età di 87 anni, a causa di un’infezione, in una clinica di Lubecca. Ad annunciarne la morte il tweet della casa editrice tedesca Steidl con questo testo: “Im Alter von 87 Jahren ist heute morgen der Literaturnobelpreisträger Günter Grass in einer Lübecker Klinik gestorben.”
Nato il 16 ottobre 1927 nella città polacca di Danzica da madre polacca e padre tedesco, Günter Grass si ritrovò coinvolto nella seconda guerra mondiale rimanendo affascinato, favorito anche dalla giovane età, dalle teorie del Terzo Reich e fece parte della 10. SS-Panzer-Division Frundsberg delle Waffen-SS, come volontario. Solamente nell’agosto del 2006, ormai settantottenne, confessò questa sua esperienza passata durante un’intervista al giornale Frankfurter Allgemeine Zeitung, di aver militato durante la guerra nella 10. SS-Panzer-Division Frundsberg delle Waffen-SS. La notizia sconvolse la Germania e i suoi lettori, tanto che vi fu la richiesta di molti che egli restituisse il Premio Nobel assegnatogli nel 1999.
In ogni caso nel 1945 terminò la sua esperienza sul campo di battaglia, venne arrestato dagli americani e finì in un campo di prigionia. Terminata la guerra venne liberato ed intraprese una nuova vita, lontano dalla famiglia e alla ricerca di fortuna. Svolse innumerevoli lavori nei campi più disparati, dalle miniere al mondo del jazz.
Nel 1947 entrò a far parte del Gruppo 47, un movimento culturale che tanto fece discutere l’opinione pubblica, nato a Monaco di Baviera, scioltosi nel 1967, di cui fecero parte alcuni tra i letterati e scrittori tedeschi più rilevanti: da Friedrich Dürrenmatt a Erich Kästner, da Peter Handke a Heinrich Böll, da Johannes Mario Simmel a Siegfried Lenz, solo per citarne alcuni. L’intento di questo gruppo era quello di dare nuova vita alla letteratura tedesca scrollandosi di dosso gli aspetti negativi e le proibizioni apportate dal regima nazista.
Il primo romanzo di Günter Grass è del 1959, “Il tamburo di latta”, complesso romanzo di formazione, primo capitolo della trilogia di Danzica, l’opera che per prima gli portò fama internazionale.
Nel 1965 parteggiò per il partito socialdemocratico tedesco (SPD) e diede il suo appoggio a Willy Brandt che raggiunse il trionfo e vinse il Nobel per la pace nel 1971. Da questo momento in poi s’interesserà a diversi livelli alla politica divenendo un oppositore, un critico, una voce che non aveva mai paura di esprimere le proprie opinioni pur se in contrasto con gli altri.
“Ogni singola frazione di tempo è programmata per condurci tutti quanti al collasso nervoso finale. Il mondo sta per divenire una Valle di Lacrime dell’industria culturale.”
Questa è probabilmente la caratteristica principale di Grass che non si fece problemi di divenire un personaggio scomodo e di ricevere continue critiche. Ebbe da ridire negli anni Ottanta sul riarmo atomico dell’Urss postbrezneviana, ebbe sempre parole polemiche contro gli Stati Uniti d’America ed accusò Israele di essere l’unica vera minaccia contro la pace in Medio Oriente. Gerusalemme gli vietò così l’ingresso sul suo territorio e asprissime furono le diatribe contro Grass quando questi rese nota la sua esperienza tra le Waffen-SS durante la seconda guerra mondiale.
Nel corso della sua vita numerosi sono stati i romanzi, i saggi, i testi teatrali, le raccolte di poesie e i testi adoperati per raccogliere le sue memorie. Al riguardo il più significativo, quasi una sorta di dichiarazione liberatoria, “Sbucciando la cipolla”, pubblicato nel 2006, fonte di riflessione sulla vita passata e sulle decisioni prese in diverse occasioni, come quella di nascondere alcuni fatti clamorosi della sua esistenza e incontri memorabili, in giovane età, come quello con l’ormai ex Papa Joseph Ratzinger. Da non dimenticare inoltre i romanzi “Gatto e topo” (1961), “La ratta” (1986) e la raccolta poetica “Gli ultimi balli”.
Grass è stato anche un attento indagatore della società, un precursore per alcuni versi. Ha osservato l’evoluzione delle tecnologie, l’avanzare della cultura industriale e il suo lento sgretolamento, sempre con parole pensate e scritte con uno stile inconfondibile. Ha avuto parole dure anche per questo ed è persino arrivato ad affermare che stiamo vivendo la terza guerra mondiale.
“Mi chiedo se la letteratura non si stia ritirando dalla vita pubblica e se per i giovani scrittori Internet non rappresenti una sorta di parco giochi. In questo periodo assistiamo a una situazione di stallo, a una stagnazione cui il vocabolo “comunicazione” conferisce una certa aura.”
Il mondo intero perde uno dei capostipiti della letteratura e del pensiero intellettuale del nostro secolo. Uno scrittore, un poeta, un drammaturgo, uno scultore, un foriero di cultura, uno dei principali promotori della letteratura tedesca del post-guerra, del quale si sentirà profondamente la mancanza.
“Lo scrittore è un uomo la cui intelligenza non basta per smettere di scrivere.” Günter Grass
Written by Rebecca Mais