Addio Miss Marple

Immaginate di andar per case, mentre cercate quella che più vi piace per passarci il resto della vostra vita. E immaginate di trovarne una che vi sembra perfetta, una che fa proprio al caso vostro. E immaginate ancora l'inquietante sensazione che vi potrebbe cogliere se, visitandola al seguito di chi ve la mostra, riusciate a indovinare in anticipo come siano fatti i bagni, le camere e il colore delle pareti prima ancora di aprire la porta delle varie stanze. Peggio ancora se, scendendo le scale, credete all'improvviso di scorgere un cadavere bocconi sul pavimento.
Per evitare di essere presi per pazzi - e per non diventare tali - cerchereste in tutti i modi di capire il perché di queste premonizioni. Si tratta di un delitto che deve ancora accadere o di un fatto retrospettivo, che risale a molti anni prima? E la casa, è per caso stregata? E' ciò che si chiede Gwenda Reed mentre viene travolta dallo sconcerto, del quale non sa come mettere a parte il marito Giles. 
Il casuale incontro a Londra con l'acuta Miss Marple, parente di amici comuni, permetterà di dissolvere il mistero iniziale, spiegando perché Gwenda abbia una tale famigliarità con la proprietà che ha appena comprato, ma aprirà inevitabilmente il vaso di Pandora di un vecchio omicidio, uno strangolamento che avvenne proprio nella casa di Dillmouth dove la giovane donna e il marito adesso abitano.
Grazie ad un'attività ricostruttiva giocata più sui dialoghi che sull'azione - la Christie è una vera maestra nel far (s)parlare i suoi personaggi facendo fluire dettagli essenziali attraverso la loro bocca - si scoprirà che la vittima altri non era che la matrigna di Gwenda, Helen Kennedy, poco più che ragazzina quando scomparve. Comincia quindi la chiamata a raccolta di tutti coloro che occuparono la villetta (giardinieri, servitù, ragazze alla pari) all'epoca in cui Gwenda ci viveva con il padre - che si autoaccusò del misfatto prima di morire - e con la sua nuova moglie. Ma sotto le picconate che abbattono il muro del passato, si aprono intriganti spiragli sulla personalità della stessa Helen che pare fosse stata una consorte infedele e un'incontenibile ninfomane. 
Almeno tre furono gli uomini che affollarono il suo matrimonio e sui quali, ora, il dito grinzoso di Jane Marple - tra una sferruzzata a maglia e l'altra - si appunta con sospetto, indicandoli quali possibili colpevoli. Ma un grosso interrogativo tormenta polizia e investigatori dilettanti: dove si trova il corpo di Helen, quel cadavere che Gwenda ha solamente creduto di vedere ai piedi della scalinata il primo giorno in cui entrò alla villa? Senza vittima non c'è reato. E senza reato non c'è colpevole.  Ci vorrà uno strangolamento in più e un tentativo di avvelenamento per capire in quale lugubre nascondiglio sia finito, insieme a una sorprendente verità.Sleeping murder (omicidio assopito) non è l'unica occasione in cui Miss Marple è costretta a salire sulla macchina del tempo per ricreare il puzzle della foto di una vecchia scena del crimine. E per incastrare un colpevole tuttora molto attivo che per me è stato facilissimo da individuare. Anche in "Nemesi" dovette faticare non poco per dare ad un delitto smarrito nel passato la relativa vittima. 
Questa, tuttavia, è la sua ultima avventura e - a dispetto del titolo nostrano - riesce a sopravviverle. "Addio Miss Marple" fu pubblicato nel 1976, quando anche la Christie ci aveva ormai lasciato e fu dato in pasto al pubblico così, senza che l'autrice potesse correggerne le bozze. Non che ce ne fosse bisogno considerando che, a parte cogliere la distanza quarantennale dalla sua prima stesura nell'uso di parole come "cablogramma" e nei riferimenti storici alle colonie inglesi in India, non si ravvisano che pochi altri anacronismi anche divertenti da acchiappare per chi è un suo appassionato lettore.