Addio Pantera Nera Eusebio

Creato il 07 gennaio 2014 da Webnewsman @lenews1
Pubblicato da Mathias Mougoué

Addio Pantera Nera Eusebio

Eusébio da Silva Ferreira, nato a Lourenço Marques nel Mozambico, il 25 gennaio 1942 arriva in Portogallo a diciotto anni nel 1960 e comincia timidamente la sua folgorante ascesa come calciatore. Nel 1962 è già nominato per il Pallone D’oro e si classifica secondo. È l’anno in cui il destino decide per lui in modo definitivo il suo futuro da portoghese.

Nel 1962 l’Africa intera sostiene il compianto Mandela mentre viene imprigionato. L’Organizzazione dell’Unità Africana assume in blocco una posizione durissima in reazione alla politica dell’apartheid. Andrà fino a imporre agli Stati Membri di rompere le relazioni diplomatiche con il Sudafrica. La FIFA non è di questo parere e perde l’adesione degli Stati Africani che non si faranno rappresentare durante i mondiali del 1966 in Inghilterra. L’Africa come dichiarato nel Sudan non tratta con i razzisti. L’unica chance per il giovane Mozambicano Eusebio di partecipare a un mondiale fu di accettare di giocare per il suo paese ospitante il Portogallo contro il quale si batteva il Mozambico determinato ad affrancarsi dal colonialismo. Il periodo è quello delle battaglie per l’indipendenza in tutta L’Africa. Per il Mozambico l’indipendenza non arriverà prima del 1975.

Sono queste le condizioni che favorirono la nascita della leggenda di Eusebio, idolo del Benfica, Pallone d’Oro nel 1965, Scarpa d’Oro nel 1968 e nel 1973, nonché  miglior marcatore con 9 gol della Coppa del Mondo del 1966, torneo durante il quale il portogallo ottenne il suo miglior risultato di sempre, classificandosi terzo. Solo contro la Corea, Eusebio segna quattro gol. Una stella s’innalza proiettata verso il firmamento il giorno in cui Pelé lascia partita e mondiale di fronte alla rudezza dei difensori portoghesi.

Eusebio fa l’unanimità per il suo stile che è una deliziosa poesia pallone al piede. Si tratta di un insieme ben amalgamato di potenza, tecnica, efficacia e doti atletiche, il tutto interpretato con un’elegante corsa su gambe possenti, tale una pantera. Queste caratteristiche faranno dire a Jose Mourinho la cui moglie è anch’essa nata nel Mozambico che se Eusebio avesse avuto venti o trenta anni oggi, sarebbe stato un privilegio per qualsiasi squadra averlo perché incarna proprio il tipo di calciatore che si va cercando.

Eusebio è con Mandela, uno dei rari umani ad aver visto da vivo ergersi un monumento gigante in loro memoria. La statua della Pantera Nera troneggia davanti allo stadio “Da Luz” a Lisbona.

Ora che il governo portoghese ha proclamato tre giorni di lutto nazionale per la morte dell’immortale campione, dall’Africa è arrivata anche la testimonianza che se Eusebio non è per gli annali del calcio il più grande prima di Maradona e Di Stefano, è solo perché Pelé è inarrivabile. Rimane il simbolo di una nazione, il Portogallo, ma per gli Africani il mito della vittoria dei colonizzati che riescono ad ottenere l’idolatria dei colonizzatori.

Un santo del pallone ci ha lasciato il 5 gennaio 2014 a Lisbona, venti giorni prima di compiere settantadue anni. Riposa in pace Pantera Nera.

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