ADDIO SOLE DELLE ALPI
E’ stato intervistato anche Vittorio Sgarbi, il quale, secondo me, ha dato una risposta condivisibile in tema di politica: «Tangentopoli ha distrutto i partiti così com’erano strutturati nella prima repubblica e da quelle macerie sono nati i partiti padroni. Il Pdl è di Berlusconi, la Lega è di Bossi, l’Udc è di Casini, il Fli è di Fini, l’Idv è di Di Pietro. Resta fuori il PD dove – dice Sgarbi – c’è un minimo di democrazia».
Ho trovato questa risposta condivisibile perché gli effetti di un uomo solo che comanda nei partiti si sono visti, soprattutto, in questi giorni, nella Lega Nord.
Il sindaco leghista, Flavio Tosi, di Verona, che nella classifica dei sindaci più graditi risulta al secondo posto con più del 66% di gradimento, non non ha potuto mettere il proprio nome su una lista civica col “sole delle Alpi”.
Dopo interminabili discussioni, sono giunti ad un compromesso. Sulla lista civica che porta il nome di Tosi non c’è il simbolo della Lega, non c’è il sole delle Alpi e non c’è Alberto da Giussano. C’è uno scudo crociato che assomiglia alla vecchia DC.
La Lega Nord, con tutta la simbologia che l’accompagna, è solo di Bossi.
Gli amministratori del Pdl che a Verona hanno collaborato con Tosi e si sono trovati bene a lavorare con lui, hanno deciso di sostenerlo anche nelle prossime elezioni amministrative di maggio.
Non l’avessero mai fatto, è intervenuto immediatamente il segugio del padrone del Pdl, Alfano, che ha “sospeso” dal movimento politico del padrone, questi amministratori disubbidienti, i quali però hanno trovato una via d’uscita adottando lo strattagemma della Brambilla, hanno inventato un “Forza Verona” con simbolo identico al “Forza Lecco” della Brambilla che è, a sua volta, simile al vecchio Forza Italia.Vale a dire fantasia zero.
Sono convinta che se Virginio Merola, sindaco Pd di Bologna, volesse fare una lista civica sua, per le prossime elezioni amministrative, il Pd gli lascierebbe usare il simbolo del partito.
Secondo i dati raccolti nella sedicesima edizione dell’indagine Monitorcittà dell’Istituto di ricerca Datamonitor, i sindaci più amati d’Italia risultano:
**Sindaci delle città
Luigi De Magistris, Napoli, 69,8%
Flavio Tosi, Verona, 66,1%
Piero Fassino. Torino, 64,8%
Massimo Zedda, Cagliari, 63,9%
Vincenzo De Luca, Salerno, 63,5%
Graziano Delrio, Reggio Emilia, 63,4%
**Sindaci delle aree metropolitane
Il primo posto spetta a Virginio Merola di Bologna col 53,7%
L’indagine ha fotografato anche la soddisfazione espressa dai cittadini sulla qualità dei servizi erogati. Su questo podio si confermano Bolzano (76,7%) e Trento (71%), mentre Reggio Emilia col 66,4% supera Belluno ferma al 64,1% e Pordenone al 61,8%.