Le aspettative di un'intesa tra le parti avverse nel Paese di Pierre Nkunziza, dove da otto mesi si muore, si sparisce e si subiscono violenze d'ogni genere, sono piuttosto debolucce in seno all'Unione Africana, che quest'oggi, mercoledì 27 gennaio, vede riuniti nel suo 26° summit tutti i ministri degli Esteri del Continente africano a questo scopo.
Purtroppo è nota la debolezza dell'organismo (UA) e non saranno certo gli interventi odierni a riportare dialogo e pace in Burundi.
Quanto al tema del rispetto dei diritti umani, di cui nella seduta odierna si dibatterà, c'è poco da attendersi anche perché il documento in merito, redatto da parecchio tempo a questa parte, ha avuto, a oggi, l'adesione di solo 24 Stati africani, cioè meno della metà.
Ennesimo tema cruciale, di cui non si potrà non parlare questo mercoledì, è il rispetto della donna per quelle che sono e devono essere le sue opportunità di realizzazione nei differenti contesti del Continente.
Rispetto smentito sistematicamente, nei fatti,da continue violazioni di tali diritti. Per tacere poi degli stupri utilizzati come strumento di offesa, nelle guerre interne, da una parte avversa contro l'altra.
A luglio scade, per di più, il mandato alla presidenza dell'Unione Africana di Nkosazana Dlamini -Zuma,una donna forte e determinata e una personalità politica, che si è spesa da subito , senza riserve e con trasparenza, per il buon funzionamento dell'organismo.
Molto probabilmente, però, la Dlamini-Zuma non accetterà un nuovo mandato per l'UA in quanto ha già dichiarato ufficialmente che intende dedicarsi alla politica del Sudafrica in vista delle prossime elezioni del suo Paese.
Marianna Micheluzzi (Ukundimana)