Adesso basta! Rispetto e pietà sono forse parole troppo difficili da declinare, se non per un immediato vantaggio personale; sono sentimenti ai quali si fa finta di ricorrere solo in un’ottica di ritorno d’immagine, di promozione del proprio ego narcisista: si sia politici inclini al ben retribuito perdonismo, o servitori dello Stato che, raggiunto il culmine della carriera, vogliono improvvisarsi maitre à pénser, elargendo a destra e manca pillole non richieste d’umanitarismo ipocrita e mellifluo, oppure ancora si sia cialtroni inconcludenti e perdigiorno, che sbarcano il lunario riempiendo fogli di giornale senza logica o costrutto, ma zeppi zeppi, questo sì, di strafalcioni e anacoluti, da far tremare il ripetente più somaro.
Adesso basta! Rispetto e pietà sono un sacrosanto diritto per chi dalla vita – da una vita fedele alle istituzioni, allo Stato, all’etica civile e democratica – ha avuto solo pugni in faccia e, in aggiunta, sberleffi vergognosi!
Si vergogni l’ex commissario Serra che ‘istiga al buonismo’ verso un criminale senza coscienza e senza onore, in nome “di queste donne che da tanti anni soffrono e aspettano”(cfr intervista a Panorama del 26 febbraio 2004, pag.64).
Quali donne da tanti anni soffrono e aspettano? Quali donne meritano un gesto di giustizia? La madre e le moglie di quella belva che ha assassinato a tradimento e barbaramente tanti esseri umani, (e da trent’anni non fa che piagnucolare vigliaccamente e lamentarsi e chiedere gli si riservi un trattamento di riguardo “più vicino a casa il carcere, per carità”, “mi si fornisca un computer per ingannare il tempo, mentre sto in cella”, “ho i denti guasti, me li aggiusti lo Stato, con quella copertura mutualistica, che spetta solo a chi soggiorna oltre le sbarre”) o le madri e mogli e figlie di queste vittime innocenti, che hanno dato il sangue per difendere il diritto e la società civile?
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Adesso basta! Si finisca una buona volta di far ricorso a stupidi espedienti, per far parlar di sé.
Si rispetti chi ha sofferto per una scelta di campo coraggiosa e paga oggi come ieri il conto salatissimo della coerenza!
Si rispetti chi seguita a orientare la propria vita a quei principi costati la vita e gli affetti ai veri eroi dei nostri giorni!
A quei caduti che non hanno voce per chiedere rispetto e parlano soltanto attraverso la nostra indignazione!!!
Gabriella Vitali D’Andrea
Vedova del Maresciallo Luigi D’Andrea
Trucidato a Dalmine il 6 febbraio 1977