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Adesso basta!

Creato il 14 marzo 2010 da Maurizio Lorenzi

maresciallo D'AndreaAdesso basta! Rispetto e pietà sono forse parole troppo difficili da declinare, se non per un immediato vantaggio personale; sono sentimenti ai quali si fa finta di ricorrere solo in un’ottica di ritorno d’immagine, di promozione del proprio ego narcisista: si sia politici inclini al ben retribuito perdonismo, o servitori dello Stato che, raggiunto il culmine della carriera, vogliono improvvisarsi maitre à pénser, elargendo a destra e manca pillole non richieste d’umanitarismo ipocrita e mellifluo, oppure ancora si sia cialtroni inconcludenti e perdigiorno, che sbarcano il lunario riempiendo fogli di giornale senza logica o costrutto, ma zeppi zeppi, questo sì, di strafalcioni e anacoluti, da far tremare il ripetente più somaro.

Adesso basta! Rispetto e pietà sono un sacrosanto diritto per chi dalla vita – da una vita fedele alle istituzioni, allo Stato, all’etica civile e democratica – ha avuto solo pugni in faccia e, in aggiunta, sberleffi vergognosi!

Si vergogni l’ex commissario Serra che ‘istiga al buonismo’ verso un criminale senza coscienza e senza onore, in nome “di queste donne che da tanti anni soffrono e aspettano”(cfr intervista a Panorama del 26 febbraio 2004, pag.64).

Quali donne da tanti anni soffrono e aspettano? Quali donne meritano un gesto di giustizia? La madre e le moglie di quella belva che ha assassinato a tradimento e barbaramente tanti esseri umani, (e da trent’anni non fa che piagnucolare vigliaccamente e lamentarsi e chiedere gli si riservi un trattamento di riguardo “più vicino a casa il carcere, per carità”, “mi si fornisca un computer per ingannare il tempo, mentre sto in cella”, “ho i denti guasti, me li aggiusti lo Stato, con quella copertura mutualistica, che spetta solo a chi soggiorna oltre le sbarre”) o le madri e mogli e figlie di queste vittime innocenti, che hanno dato il sangue per difendere il diritto e la società civile?

Renato Barborini
Quelle donne e quei familiari di Poliziotti, Carabinieri, Vigili vigliaccamente macellati da una belva, che con le armi in pugno ruggiva e oggi bela in modo vergognoso, perché confida nella ‘dabbenaggine colposa’ di chi, come l’ex questore Serra, ha la facciatosta d’ammettere di non vedere da trent’anni quel carcerato, del cui cambiamento tuttavia è pronto a giurare, in nome di non si sa quale divina precognizione, cadutagli sul capo forse come prerogativa prefettizia, o nella stupidità senza confine e senza limite di pennivendoli, che in cambio di una michetta altrimenti non rimediabile con ogni altro lavoro onesto e dignitoso, titolano il pezzo “Un assassino con codice d’onore”.

Adesso basta! Si finisca una buona volta di far ricorso a stupidi espedienti, per far parlar di sé.

Si rispetti chi ha sofferto per una scelta di campo coraggiosa e paga oggi come ieri il conto salatissimo della coerenza!

Si rispetti chi seguita a orientare la propria vita a quei principi costati la vita e gli affetti ai veri eroi dei nostri giorni!

A quei caduti che non hanno voce per chiedere rispetto e parlano soltanto attraverso la nostra indignazione!!!

 

Gabriella Vitali D’Andrea

Vedova del Maresciallo Luigi D’Andrea

Trucidato a Dalmine il 6 febbraio 1977

 


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