Adi-buddha - il buddha primordiale e il kalachakra

Creato il 07 marzo 2015 da Dariosumer



POCHI NEL MONDO OCCIDENTALE SANNO CHE PRESSO LA TRADIZIONE BUDDISTA TIBETANA DI MATRICE TANTRICA-ESOTERICA (Kalachakra) ESISTE UN BUDDHA PRIMORDIALE ANALOGO AL PRIMO UOMO (NON FISICO) DELLA TRADIZIONE CABBALISTICA:
ADAM KADMON.
IL NOME DI QUESTA ARCANA E AFFASCINANTE FIGURA E' ADHI-BUDDHA.
MICHELE P.
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ADI-BUDDHA
Adi-Buddha (dal sanscrito, "primo illuminato" o "Buddha primordiale) è in alcuni rami del buddhismo tantrico il principio originatore e l'essenza stessa dell'illuminazione; è strettamente collegato con il concetto di Natura-Buddha originatosi all'interno della corrente Mahāyāna, ma ha trovato piena formulazione nelle correnti tantriche e in particolare nel Kunjed Gyalpo Tantra, in cui la sua figura è identificata con quella di Samantabhadra.
GENERAZIONE DEI CINQUE BUDDHA
Il primordiale Adi-Buddha, "l'esistente di per sé", è sempre esistito e sempre esisterà. È identificato in Maha Vairocana (lett. "Il Grande Sole" o "Il Grande Illuminatore") che si trova al centro dei Mandala e riassume in se sia lo Zenith che il Nadir. Attraverso la contemplazione di se stesso, l'Adi-Buddha generò i Jina (lett."Vittoriosi"), conosciuti in Occidente come Dhyani-Buddha (lett."Buddha della meditazione"). Costoro, in numero di quattro, presero dimora ai quattro punti cardinali : Akshobya ad est, Amitabha (Amida) ad ovest, Amoghasiddhi a nord e Ratnasambhava a sud. I Buddha metafisici si distinguono per i simboli con i quali sono rappresentati: Ratnasambhava con il Cintamani (lett."Gioiello prezioso"), Amitabha con un loto, Aksobhya con il vajra (lett."Folgore"), Amogasiddhi con il vishvavajra (lett."Doppia Folgore").
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KALACHAKRA - INIZIAZIONE TANTRICA DEL DALAI LAMA
Questo testo, che si intitola Kalachakra - Iniziazione Tantrica del Dalai Lama, il cui ideatore è Jean Marquès-Rivière, appare nella categoria Sessualità e coppia e più precisamente nella sottocategoria Tantra.
DESCRIZIONE LIBRO
L'esistenza di un regno misterioso e nascosto in qualche luogo dell'Asia, centro di pace e di gioia, inaccessibile, i cui saggi e felici abitanti sono immortali, si ritrova in molte tradizioni.

Nella nostra epoca i misteri dell'Agartha descritti da Saint Yves de Alveydre, da Ossendowski e studiati da René Guénon ne "Il Re del Mondo" riflettono la stessa credenza; la si ritrova negli Stati Uniti nello Shangri-la degli "Orizzonti perduti" di James Hamilton; e il Presidente F. Roosevelt, che credeva nella sua esistenza, denominò Shangri-la l'attuale Camp David. Jean M. Rivière ha studiato questo problema alle radici; il Regno nascosto di Shambala, con il suo lignaggio reale sempre vivente, è la fonte della più alta iniziazione segreta del Buddhismo tibetano, il Kalachakra, che nella nostra epoca è conferita soltanto da S.S. il Dalai Lama.
L'Autore studia i testi riferendosi a questa straordinaria tradizione, espone la storia del Santo Regno e riporta le diverse narrazioni concernenti la sua esistenza nonché la descrizione dei sentieri che vi conducono.
Egli descrive altresì le diverse narrazioni concernenti la sua esistenza nonché la descrizione dei sentieri che vi conducono. Egli descrive altresì le diverse iniziazioni tantriche tibetane che in essa sono impartite, raccoglie le tradizioni che riguardano il simbolismo universale del Regno segreto ed espone quello che può essere considerato come il "messaggio di Shambala", che investe l'intera umanità.
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Kalachakra, la ruota del tempo (Wheel of Time) è un film del 2003 diretto dal regista tedesco Werner Herzog. È un documentario su un importante rito di iniziazione buddhista chiamato Kalachakra, che significa letteralmente "la ruota del tempo", e consiste in un insieme di preghiere, insegnamenti e riti finalizzati ad attivare il seme dell'illuminazione che è presente allo stato dormiente in tutti gli esseri viventi.
Il rito principale consiste nella creazione di un mandala di sabbia colorata, una composizione geometrica circolare rappresentante la ruota del tempo, nella quale il Buddha compare in oltre 700 manifestazioni della sua natura.
I fedeli ruotano attorno ad esso, cercando di trarne ispirazione per raggiungere il loro equilibrio interiore.
Alla fine del rito il mandala viene distrutto per dimostrare la provvisorietà di tutti le cose terrestri.

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