Il comportamento di Adobe, a metà tra il vittimismo e l’attivismo richiesto agli utenti (qui,qui,qui,qui,qui e anche qui) e che abbiamo avuto modo di leggere in questi ultimi mesi mi ha fatto un po’ sorridere. Sorridere perché in fondo il comportamento di Adobe non è mai stato quello che eroico sostenitore dei diritti altrui , ma più semplicemente quello di una azienda che dedita al proprio business e alle proprie necessità non ha mai veramente guardato agli utenti se non come “saccoccietti” di soldi ambulanti (come d’altronde è giusto che sia e senza dover tirare fuori parabole dal sapore etico).
Nel 1996 quando Apple era in serie difficoltà, stretta come era nella morsa da decisioni di marketing piuttosto discutibili e dalla necessità – più volte rimandata- di far uscire un nuovo sistema operativo in grado di sopperire alle mancanze di una informatica che ormai era andata oltre, Adobe fece una decisione critica: disse al mondo che la loro piattaforma di riferimento poteva diventare benissimo Windows; così ogni nuova maiora revision sarebbe stata resa disponibile innanzitutto per il sistema operativo di Microsoft, e solo successivamente (a propria discrezione) sarebbe seguita una versione Mac.
Dopo l’arrivo di Jobs e l’uscita di OS X, Apple chiese più volte ad Adobe di introdurre una nuova versione nativa della propria suite. Adobe non fu mai veramente convinta delle possibilità di OS X e per questo continuò a rimandare e rimandare dando priorità alle proprio versioni Win. Fu un’ottima occasione (neanche tanto remota, visto che soltanto oggi è stata presentata una versione realmente nativa della Creative Suite) per vedere all’opera l’arroganza pubblica e il disprezzo verso parte dei propri utenti.
Innerdaemon nel suo blog ripercorre alcune delle più importanti comunicazioni che hanno riguardato Adobe su Mac.
Su ZDNet (2001) Bruce R. Chizen (attuale CEO di Adobe) disse:
Creative professionals will “be able to edit their video in Premiere, edit their images in Photoshop and be able to create DVDs in a very creative way”, Chizen said. But they may not be able to do that on a Mac with an Adobe product. Making a Mac DVD product is “something we’re still evaluating”, Chizen said.
E la lista prosegue anche nel 2002:
- Adobe Acrobat 4.x and 5.0 currently do not offer native support for Apple’s new OS X operating system. Adobe After Effects 5.0 currently does not offer native support for Apple’s new OS X operating system. After Effects 5.0 is supported in OS X classic mode
- Adobe FrameMaker 6.0, FrameMaker+SGML 6.0 and FrameViewer 6.0 currently do not offer native support for Apple’s new OSX operating system
- Adobe GoLive currently does not offer native support for Apple’s new OS X operating system
- Adobe Premiere currently does not offer native support for Apple’s new OS X operating system. Premiere 6.0 also will not work in OS X in classic mode
- Adobe currently does not offer native support for Adobe Photoshop Elements for the OS X operating system
- Adobe Photoshop currently does not offer native support for Apple’s new OS X operating system
- Adobe LiveMotion currently does not offer native support for Apple’s new OS X operating system
E anche nel 2004 la situazione era piuttosto simile:
- Adobe dropping support for several Mac products, most recently its FrameMaker publishing software and most notably its Premiere video editing application, whose demise as a Mac application was attributed to strong competition from Apple’s Final Cut programs.
- Several new Adobe products have been introduced in Windows-only versions. In the case of Atmosphere, a new 3D animation application, the decision to skip the Mac was attributed to a small pool of potential customers. In the case of Photoshop Album, a light-duty consumer photo application, a similar application was already built into OS X. With its Encore DVD-authoring package,
- Adobe again pointed to competition from an Apple video application.
- Adobe caused a stir among Apple devotees last year by republishing test results that showed certain Adobe applications running faster on Windows PCs than on Macs.
- Adobe, which could once be relied upon to turn up at any Apple gathering, has skipped several Macworld events in recent years.
Soltanto nel 2005 Adobe fece il portino di Photoshop su OS X.
La decisione era talmente sicura che venne abbandonato anche lo sviluppo di Premiere per Mac (non ci fu mai una versione nativa per OS X), soltanto per poi vedersi soffiare una grande fetta di mercato quando Apple decise di acquisire da Macromedia un prodotto minore, Final Cut, e trasformarlo nella punta di diamante dell’editing video.
John Nack (VP del settore Photoshop in Adobe) nel 2006 scriveva:
No Intel OS X updated Adobe apps till 07 […] John Nack has answered the burning question of OS X Adobe app users everywhere on his blog yesterday: when will we see native Intel OS X versions for all the shiny new Macs Apple is rolling out this year? Unfortunately, the response is less than ideal. In fact, I think it belies something fishy is up either with Adobe, Apple or both.
John Nack’s answer is basically that they have no plans to update the current CS2 or Studio 8 suites to run natively on Intel OS X, which means anyone buying a new Intel Mac this year will have to deal with running these apps in the Rosetta emulation layer. While it seems like this might be at least workable for some users, it is by no means ideal. The only way to get an Intel version of either suite, as of Adobe’s current plans, is to purchase a new/upgrade suite sometime in 20
4 anni dopo la situazione è cambiata; ora che Apple ha un peso maggiore nel comparto grafico, nello sviluppo mobile e nella distribuzione dei contenuti, Adobe sembra volersi prodigare difendendo gli utenti. Si fa un gran parlare di Flash, ma dopo tutti questi anni soltanto qualche mese fa Adobe ha fatto sapere che buona parte del puntine verrà riscritto per venire incontro ai molteplici bug del suo prodotto (bug che di certo non si fermano alla versione Mac, ma che in qualche misura affliggono anche Windows).
C’è sicuramente un rapporto da ricostruire tra le due società, un rapporto interrotto in un momento critico che sicuramente ha avuto un notevole peso anche nelle decisioni di questi giorni (di cui avremo ancora modo di parlare). Passo dopo passo, prima Flash, poi il resto, magari tutto potrebbe tornare -forse- a posto.