Arroccato tra i monti ed immerso nel paesaggio austero dell’Alta Loira, il collegio (che accolse numerosi cittadini ebrei durante la Repubblica di Vichy) assicura, per la considerevole somma di 12mila euro l’anno, un ambiente di studio ricercato e protetto. O almeno così tutti credevano fino ad una decina di giorni fa. Mercoledì 16 novembre. Una ragazzina di tredici anni, Agnès Marin, manca all’appello serale. È stata vista l’ultima volta dopo pranzo mentre si allontanava dal campus. Nessuno sa dove fosse diretta. Lo stesso giorno, verso le 5, alcune ragazze notano un compagno di scuola, Mathieu, uscire dal bosco che circonda l’istituto. Ha il viso graffiato, sanguina.
Interrogato su cosa gli sia successo il ragazzo, innervosito, dice di esser caduto su dei rovi. Parte l’allarme. I genitori della ragazzina si precipitano a Chambon-Sur-Lignon e lanciano un appello: “Se avete visto qualcosa chiamate la polizia. Non è da nostra figlia sparire così, senza lasciare traccia”. Cominciano le ricerche, per le quali viene impiegato un numero enorme di uomini e di mezzi. 150 poliziotti cominciano a battere la foresta. Mentre i cani fiutano i sentieri, un elicottero sorvola la zona, ed i sommozzatori della géndarmerie guadano i corsi d’acqua.
Ma poi ritratta. Comincia un lungo interrogatorio, ma nonostante le ricerche non si ha nessuna traccia della ragazza.
È venerdì, Agnès è scomparsa ormai da quasi 48 ore, ma le ricerche continuano. Si viene a sapere che l’indiziato è già stato condannato a 4 mesi di prigione, nel 2010, per violenza carnale su una adolescente. I genitori della ragazza scomparsa, Frédéric e Paola Marin, si chiedono come sia possibile che un particolare del genere fosse sfuggito alla direzione del collegio.
Torchiato dagli investigatori, il giovane dà alla fine delle indicazioni precise. Lui e Agnès si trovavano a tre chilometri dalla scuola, sulla strada che collega Chambon e Tence.
I poliziotti si precipitano, nella remota speranza di trovarla ancora viva, dopo due giorni e due notti in mezzo al gelo dei boschi alvernesi.
Ma una volta giunti sul posto, la speranza lascia spazio alla disperazione ed all’orrore.
”L’omicida ha infierito sul corpo della vittima con degli oggetti che aveva portato con sé”, riferisce il procuratore Jean-Yves Coquillat. Un particolare che rivelerebbe la sua premeditazione ad uccidere. Il 17enne è al momento accusato di stupro su minore ed omicidio volontario. La minore età dell’imputato, vista la gravità del fatto, potrebbe non costituire un attenuante.
Un’accelerazione del processo è stata richiesta personalmente dal Ministro della Giustizia, Michel Mercier. I funerali di Agnès si sono svolti sabato scorso a Parigi, nell’XI arrondissement. Centinaia di persone, fra cui moltissimi ragazzi, sono venute a renderle omaggio, in un clima di grande commozione. La ragazzina avrebbe compiuto 14 anni ieri.