Adolescenti su Facebook: i genitori dovrebbero preoccuparsi? – parte 1

Da Quipsicologia @Quipsicologia

Oggi, Facebook è il social network più popolare, con più di un miliardo di iscritti nel mondo. In Italia sono quasi otto milioni gli adolescenti e i giovani adulti, cioè la fascia d’età sino ai 24 anni, presenti su Facebook. Cosa spinge così tante persone a trascorrere su questo social network diverse ore della giornata, immersi in attività di vario tipo? E soprattutto, c’è da preoccuparsi?

La vita dell’adolescente

Per rispondere a queste domande è necessario fare riferimento ai bisogni che caratterizzano questa fase della vita, a cominciare dal bisogno di autonomia e separazione dai propri genitori. Sono anni in cui il confronto con i coetanei è di particolare importanza: i coetanei che stanno affrontando le medesime difficoltà e con cui si condividono interessi e valori vengono percepiti come più vicini degli adulti. È per questo motivo che spesso sono loro gli interlocutori privilegiati a cui un adolescente si rivolge per cercare informazioni, scambiare consigli, condividere sogni, angosce ed esperienze. Ed è per questo che, nel distacco dai genitori, l’opinione dei coetanei e la popolarità presso di loro sono di vitale importanza.

Perché agli adolescenti piace Facebook?

Facebook consente tutto questo. Facebook è un luogo in cui poter scegliere come mostrarsi ed esprimersi, lontano dal controllo diretto dei genitori. È uno spazio privato che può essere d’aiuto nel costruire la propria identità, cioè nel capire che persona si è e si desidera diventare.

Stare con gli altri, dentro e fuori Internet

L’importante non è allora essere su Facebook, ma essere apprezzati, raccogliere dagli amici commenti positivi sui propri post o le proprie foto: se il feedback non è quello atteso, la propria presenza su Facebook diventa fonte di malessere e disagio e in alcuni casi può portare a dubitare del proprio valore, provocando cioè un abbassamento dell’autostima.

È raro che gli adolescenti usino Facebook per creare nuove relazioni d’amicizia. Il più delle volte Facebook è uno dei tanti strumenti per mantenere relazioni già esistenti con amici intimi, compagni di scuola o semplici conoscenti. Uno strumento che si alterna agli SMS, a brevi telefonate sul cellulare, a immagini scambiate in privato su WhatsApp etc. e che permette un contatto ininterrotto.

La tecnologia rispecchia, amplifica, estende il mondo sociale. E tramite essa gli adolescenti sperimentano gelosie, rivalità, tradimenti ma anche il sostegno e le dichiarazioni di stima, cioè quello che è da sempre l’adolescenza (oltre che la vita umana).

Qui puoi leggere la seconda parte dell’articolo Adolescenti su Facebook: i genitori dovrebbero preoccuparsi?

Di questo e altro ancora si è parlato mercoledì 24 ottobre allo Studio Lazzari all’interno del seminario gratuito “Essere genitori ai tempi di Facebook.” Lo Studio Lazzari è in piazza Cavalieri Caccia 10, Sant’Oreste (Roma).

Photo credit: Luke Brassard

Rosalia Giammetta, psicologa e psicoterapeuta, è responsabile dell’area prevenzione dei comportamenti a rischio in adolescenza per l’associazione PreSaM onlus. Nell’ambito dell’educazione alla salute e della peer education, ha condotto numerose attività di formazione e ha pubblicato il volume L’adolescenza come risorsa. Per saperne di più, visita la sua pagina personale e leggi gli altri articoli.

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