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L'imperdibile incanto del Natale riaffiora anche in questa antica Adorazione dei Magi dipinta sulla parete della navata di destra della Chiesa di Roncole Verdi e accompagnata dalla scritta "Quem genuit adoravit" , da riferirsi ovviamente alla maternità divina di Maria, come osserva Adriano Gervasoni, autore di una interessante guida artistica della chiesa di Roncole.
Nell'affresco databile agli inizi del Cinquecento, la Madonna è seduta e tiene in braccio il Bambino, che sembra ritrarsi intimorito dai Magi, rappresentati nelle varie fogge e diverse età. Da notare l'atteggiamento protettivo di Maria e il gesto di san Giuseppe che addita il piccolo Gesù ai re venuti dal lontano Oriente per adorare il Dio Bambino. Come si può vedere, il Bambino indossa una collanina e un braccialetto in corallo, monili che rispecchiano l'uso del tempo, ma che in questo contesto sembrano assumere un notevole valore simbolico, in quanto evocano il suo futuro sacrificio e la resurrezione.
Dai tratti europei Melchiorre, il più vecchio dei tre Magi, si scopre il capo e si inginocchia per primo, porgendo al Bambino una pisside d'oro, dono che simboleggia la sua regalità; lo segue, in attesa di rendere omaggio al Re dei re, l'asiatico Gasparre, con l'incenso simbolo della divinità e della venerazione che dobbiamo a Cristo; e infine l'africano Baldassarre, con la mirra, il balsamo che prefigura la sua passione e morte. In lontananza un lungo corteo con cavalli e cammelli sintetizza efficacemente l'espressione profetica di Isaia: "Cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te.
I tuoi figli vengono da lontano; le tue figlie sono portate in braccio" (Is 60, 3-5) . E ancora: "Uno stuolo di cammelli ti invaderà, dromedari di Madian e di Efa, tutti verranno da Saba portando oro e incenso e proclamando la gloria del Signore".
Guglielmo Ponzi
(Pubblicato dal settimanale diocesano il Risveglio, 18 dicembre 2009)
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