Capitan Germania, l’eroe dell’Impero Tedesco.
In tutto il gran parlare di manuali e tecniche di scrittura si discute sempre meno delle cose più goduriose di questa passione: le storie, le ambientazioni, i personaggi.
Una delle cose più frustranti per un autore (esperto o principiante che sia) è quella di ricevere una lista di refusi e zero commenti sulla storia, se non mere osservazioni su infodump e show don’t tell.
In tal modo lo stile, pure importantissimo e da migliorare costantemente, assume a parametro supremo, se non unico, per valutare un racconto o un romanzo.
Da queste parti tuttavia ci piace concentrarci su altri aspetti della scrittura e della lettura. In nome di una buona storia o di qualche memorabile protagonista siamo disposti a chiudere un occhio su certi errori di forma. La forma del resto è perfezionabile attraverso pratica, studio e lettura, mentre la creatività e la fantasia bisogna sfruttarli fin quando esistono.
Oggi spendiamo due parole proprio sui protagonisti dei libri, senza però perderci in troppi tecnicismi.
Quando un personaggio di fantasia può dirsi riuscito?
- Quando suscita emozioni;
- Quando ce lo ricordiamo anche a lettura/scrittura ultimata;
- Quando in molti ne parlano.
Diciamoci la verità: azzeccare una caratterizzazione vincente è davvero complicato. Ogni genere abbonda di cliché, spesso difficili da gestire. Chi li vuole evitare del tutto rischia di cadere nella trappola dell’originalità forzata, che spesso e volentieri genera brutture. Chi invece si affida totalmente ai cliché soddisfa solo una parte di pubblico, annoiando a morte tutti gli altri.
Anche la storia dell’immedesimazione è vera a metà. Non tutti i lettori hanno la necessità di provare empatia per un personaggio che vive “più o meno” i problemi di tutti. Specialmente nella narrativa di genere o di fantasia, dubito che siano poi così numerosi i lettori che desiderano sorbirsi le avventure di un signor qualunque che litiga con l’impiegato delle Poste per pagare le bollette del gas. A volte il pubblico vuole storie esagerate, protagonisti in grado di fare cose precluse nella cosiddetta realtà. Eroi, insomma.
Nella mia oramai non breve esperienza di autore autoprodotto mi rendo conto di aver proposto delle belle storie, degli scenari molto interessanti e dei personaggi funzionali alla trama, ma non sempre memorabili. Questo perché in parte proprio perché soffro in prima persona della mania di proporre “l’eroe qualunque”, quello che non spicca più di tanto, perché molto simile a tante persone reali.
Facendo mente locale direi che i miei personaggi più apprezzati dai lettori sono:
- Capitan Germania, l’eroe dell’Impero Guglielmino, metà umano e metà assemblato, protagonista di Prometeo e la guerra: 1937.
- Liam Geady, cacciatore di licantropi irlandese, ex terrorista dell’IRA, folle e rissaiolo. Visto in Uomini e Lupi.
- Cristina Riccione, blogger e reporter freelance, coprotagonista del Survival Blog e autrice fittizia di Scene Selezionate della Pandemia Gialla.
Libby (Evangeline Lilly), la supereroina velocista del gruppo START.
Nel caso di Capitan Germania e di Liam il successo è dovuto rispettivamente al valore simbolico/estetico (nel primo caso) e al carattere esageratemante sopra le righe (nel secondo caso). Per Cristina Riccione direi che entra in gioco anche una componente “erotica”: la giovane giornalista in stile punkeggiante, ricalcata su una vera modella (Cristina Riminucci), era perfetta per conquistare i lettori di ambo i sessi.
Con Due minuti a mezzanotte ho involontariamente creato quello che a lungo andare sarà forse il mio personaggio preferito, la supereroina Libby, pensata col volto di Evangeline Lilly e coi poteri di un velocista come Flash, o Quicksilver.
Libby mi ha conquistato in modo così immediato da indurmi a scrivere immediatamente alcuni racconti spin-off autoconclusivi su di lei, indipendenti da 2MM.
Al di là delle mere annotazioni fisiche, la bella velocista mi piace perché, pur essendo donna, è superiore a buona parte dell’universo maschile non dotato di superpoteri, e ne è ovviamente consapevole. Ciò la porta ad agire e pensare a un livello superiore, pur essendo schierata dalla parte dei “buoni”.
Tra l’altro proprio scrivendo di lei, è nato spontaneamente un personaggio secondario, che rappresenterà una sorta di rivale di Libby, la Super russa Sibir (già comparsa fugacemente in Bullet of love), disegnata da Giordano Efrodini per l’occorrenza. Questo è un piccolo esempio di “comparsa” ben riuscita, per la serie: non è importante essere la star del racconto (anche se spesso aiuta). Probabilmente leggerete qualcosa di lei in futuro.
Concludo con una domanda rivolta a chiunque si è mai dilettato di scrittura: qual è il vostro personaggio più riuscito e più apprezzato dai lettori? Quale invece vi è riuscito meno bene del previsto?
Sibir (Marija Sharapova), la supereroina ex URSS, ora Russa.
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