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Adozioni in Cambogia: appello di un gruppo di genitori

Da Pattyadozionebambini

Adozioni in Cambogia: appello di un gruppo di genitoriSul sito web de “Il Messaggero” è apparsa poco più di un mese fa questa lettera, firmata da un gruppo di genitori adottivi e di aspiranti genitori adottivi di bambini cambogiani.

Gentili signori, siamo un gruppo di genitori adottivi e di aspiranti genitori adottivi di bimbi nati in Cambogia. Assistiamo in questi giorni al grande interesse che riscuote, nei media, la sentenza della Corte di Cassazione relativa alla possibilità per i single di arrivare all’adozione. Prescindendo dai giudizi che ciascuno di noi può avere sullo specifico tema, ci fa piacere vedere che ci sia interesse attorno all’argomento adozione, oltretutto con un approccio positivo e propositivo. Vorremmo tuttavia che il mondo adozione fosse più spesso preso in considerazione dai media, anche per situazioni magari meno visibili, ma a nostro parere non meno eclatanti.

A questo proposito vorremmo segnalarvi la drammatica situazione in cui ci troviamo da circa tre anni, per quanto riguarda la possibile adozione dalla Cambogia. Il nostro gruppo è fatto da genitori che hanno già adottato in quel Paese e vorrebbero tornare ad adottare laggiù, da genitori che stanno cercando di ricongiungere fratelli separati al momento della prima adozione, da aspiranti genitori in attesa di procedere verso l’adozione in Cambogia.

Sin dal 2008 le adozioni dalla Cambogia, hanno subito prima dei rallentamenti e poi uno stop, decretato in una prima fase, nel marzo 2009, dalle autorità italiane, e poi nel novembre 2009 dal Ministero per gli Affari Sociali cambogiano. Le motivazioni dello stop sono da ricercare nella necessità per Il Regno di Cambogia di adeguare la propria legislazione e le proprie procedure alle previsioni della Convenzione dell’Aja che regola, a livello internazionale, gli standard a cui si devono adeguare i singoli Stati nell’ambito dei procedimenti di adozione.

Il processo, sicuramente meritorio negli obiettivi, ha tuttavia “fatto delle vittime”: innanzitutto quei bambini cambogiani che al momento del blocco potevano essere adottati e che ora, a causa di esso, hanno raggiunto gli otto anni (età limite per l’adozione in Cambogia) perdendo la possibilità di avere una famiglia che li possa accogliere; e poi quel centinaio circa di coppie italiane, che in questo meccanismo sono rimaste bloccate nel proprio iter di adozione internazionale.

Attualmente la situazione di molti orfanotrofi in Cambogia è drammatica, con i Direttori che testimoniano la loro impossibilità di supportare tutti i bambini rimasti bloccati negli istituti. Ed è drammatica la situazione di coppie che da tre anni stanno cercando di adottare fratelli di bimbi già arrivati in Italia e vedono, nelle fotografie rubate ad internet, diventare ragazzi quelli che erano dei bimbetti quando il loro secondo cammino adottivo è iniziato.

Nel gennaio 2010, seguito di specifici accordi tra il Governo italiano e quello cambogiano, il Regno di Cambogia ha emesso un decreto (Prakas), che consentiva alle coppie che allora avevano i dossier adottivi già depositati, di perfezionare le proprie adozioni, secondo la vecchia normativa. Purtroppo tutte le coppie che avevano già intrapreso l’iter, ma che non avevano i documenti depositati in Cambogia (magari con incarico già attribuito al proprio Ente o i documenti già pronti in Italia o la foto del proprio “figlio” già a proprie mani, perché si trattava di una caso di ricongiungimento di fratelli), sono rimaste escluse da questo Prakas.

Il regime transitorio è in fase di esaurimento in questi giorni. Le ultime coppie autorizzate ad adottare in Cambogia secondo le regole del decreto del gennaio 2010 saranno in rientro ai primi di marzo. La nuova legge cambogiana sulle adozioni, promulgata già nel dicembre 2009, è attualmente nella fase di avvio operativo con la redazione e pubblicazione dei decreti attuativi.

Adozioni in Cambogia: appello di un gruppo di genitori

Da informazioni provenienti dalla Cambogia risulta che le autorità di Phnom Penh abbiano inviato alle ambasciate delle controparti internazionali attive nelle adozioni nel Paese asiatico (quindi anche alla nostra ambasciata di Bangkok) una comunicazione diplomatica con cui si preannunciava la disponibilità del Governo cambogiano a riaprire al deposito di nuovi dossier di adozione internazionale a partire dal mese di aprile. E detto questo, si potrebbe pensare che i problemi siano finalmente in corso di risoluzione, ma in realtà non è così.

Il sistema adozioni aspettava la conferma di una conferenza internazionale a Phnom Penh, che Enti italiani avrebbero dovuto organizzare, per la fine di marzo/inizi di aprile e che avrebbe segnato, verosimilmente, il momento per la definizione degli accordi bilaterali, la cui firma è necessaria per poter avviare il processo di riapertura del Paese con l’Italia. Dalle notizie che ci giungono tale conferenza internazionale non si terrà, purtroppo, prima di maggio/giugno.

Questo, ammesso che tali tempi vengano rispettati e che gli accordi bilaterali vengano firmati allora, vorrebbe dire che, con i tempi tecnici prevedibili, i primi dossier potrebbero essere depositati in Cambogia a settembre/ottobre e quindi le prime adozioni potrebbero essere perfezionate, forse, per gennaio 2012 (situazione improponibile per tutti quelli che aspettano già da oltre due o tre anni). In generale ci sembra di percepire una attitudine di scarsa attenzione al tema “adozioni dalla Cambogia”, che non sembra rivestire carattere di priorità.

A informale conferma di quanto appena detto ci arriva notizia che durante un corso di formazione a Padova nei giorni scorsi, esponenti della CAI hanno affermato di ritenere improbabile l’avvio delle adozioni dalla Cambogia nel 2011. Cosa che appare ancor più incomprensibile se invece altri Stati lo faranno e se è vero che nel frattempo altri Paesi (es. il Canada ed Israele) si stiano avviando alla definizione degli accordi bilaterali per la riapertura delle adozioni in Cambogia. Questo, con i ritardi dell’Italia nel riavviare le adozioni internazionali con il Paese asiatico, rischia di mettere le nostre procedure in coda a quelle degli Stati che più prontamente risponderanno alla sollecitazione delle autorità di Phnom Penh.

Ovviamente, per noi, tutto questo è particolarmente drammatico. Gli Enti preposti alle adozioni internazionali stanno convocando tutte le coppie che ancora, a vari livelli di avanzamento attendono di andare ad adottare in Cambogia, suggerendo un cambio di Paese, in funzione degli ulteriori allungamenti previsti per i tempi di attivazione delle adozioni internazionali cambogiane. Le coppie in attesa sono parecchie (circa un centinaio, come già detto, tra tutti gli Enti) e solo alcune, sfiancate, si sono rese disponibili ad un cambio Paese, che impone ancora ulteriori tempi di attesa, non preventivabili quanto a durata. Altre coppie, vincolate da ricongiungimento di fratelli o dalla volontà di perseguire una seconda adozione nello stesso Paese in cui è stata fatta la prima, non hanno la possibilità di considerare tale alternativa.

Vi preghiamo pertanto di voler dare voce a questo nostro appello, affinchè chi ne ha la responsabilità possa comprendere che è veramente urgente avviare il processo di riapertura delle adozioni in Cambogia in tempi brevi. Da troppo tempo aspettiamo i nostri figli e le nostre figlie, ostaggi (loro in primis, ma anche noi) di difficoltà politiche e organizzative che reputiamo superabili semplicemente con una serena volontà di tutelare i superiori interessi dei tanti bambini cambogiani che aspettano genitori che li accolgano e con un piccolo sforzo per un’adeguata considerazione per la nostra voce e le nostre aspirazioni di genitori.

Vi ringraziamo per l’attenzione che vorrete dare a questa nostra istanza. Un cordiale saluto

Un gruppo di genitori adottivi e aspiranti genitori adottivi

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