di Rosalba Caruso -
30 agosto 2014
Di
Rosalba Caruso. Una sentenza epocale: il Tribunale per i Minorenni di
Roma ha riconosciuto l’adozione di una bimba che vive con due donne omosessuali, libere professioniste.
La bambina è figlia biologica di una sola delle due conviventi. La coppia, sposata all’estero, residente a Roma dal 2003, anni fa si è sottoposta alla procreazione assistita eterologa per realizzare un progetto di genitorialità condivisa.
Le due donne si erano rivolte all’Associazione italiana avvocati famiglia e minori, per richiedere il ricorso per l’adozione della bambina da parte dell’altra moglie.
Il ricorso è stato accolto sulla base dell’articolo
44 della legge sull’adozione del 4 maggio 1983, n.
184, che contempla l’adozione in casi particolari: “
nel superiore e preminente interesse del minore a mantenere anche formalmente con l’adulto, in questo caso genitore ‘sociale’, quel rapporto affettivo e di convivenza già positivamente consolidatosi nel tempo”, indipendentemente dall’orientamento sessuale dei genitori“. L’avvocato Maria
Antonia Pili, legale di Pordenone e presidente di Aiaf Friuli, l’Associazione italiana degli avvocati per
la famiglia e per i minori del Friuli
Venezia Giulia, ha spiegato: “la norma non contiene alcuna discriminazione fra coppie conviventi, siano esse eterosessuali o omosessuali”. “
Non si tratta dunque del riconoscimento di un diritto ex novo, ha specificato Pili, ma del riconoscimento giuridico di una situazione già consolidata, il tutto sempre nel “supremo interesse del minore“.
Secondo il giudice romano l’adozione deve essere riconosciuta sulla base dell’esistenza di un percorso che ha portato le due donne a condividere compiti educativi e assistenziali e “una solida base affettiva“, ora riconosciuta dalla legge.
Le due mamme, che hanno appreso la notizia in vacanza, entusiaste hanno commentato: “Questa è una vittoria dei bambini e di tutti quei minori che si trovano nella stessa situazione della nostra bimba. Speriamo che questa sentenza possa aiutarli; suggeriamo alle tante altre coppie omogenitoriali di uscire allo scoperto”.
Alla gioia delle mamme e all’esultanze delle associazioni gay, è seguito inevitabilmente il dibattito sul tema. Carlo Giovanardi, senatore Ncd, ha criticato la decisione, parlando di sentenza “eversiva“, che “scardina i principi fondamentali del nostro ordinamento giuridico scolpiti nella Costituzione e dalle Leggi votate dal Parlamento“. Giorgia Meloni l’ha definita “sentenza ideologica“. Commenti positivi, invece, da parte di Ivan Scalfarotto, sottosegretario alle riforme, che ha parlato di “sentenza storica“, capace di aprire una “speranza per migliaia di famiglie Arcobaleno“.