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Adriana Asti al Piccolo Eliseo di Roma con due testi di Jean Cocteau

Creato il 28 ottobre 2013 da Luana Savastano @VistaSulPalco
Adriana Asti - la voce umana

La voce umana

Dopo il grande successo di Giorni felici di Samuel Beckett al Teatro Valle di Roma nel 2010 (regia di Robert Wilson), torna a Roma, al Piccolo Eliseo Patroni Griffi dal 29 ottobre al 3 novembre, Adriana Asti, indiscussa protagonista del teatro e del cinema, con una prova d’attrice dedicata a Jean Cocteau. La messa in scena è di Benoît Jacquot, grande regista del cinema francese che per la prima volta si misura con le tavole del palcoscenico.

Nel primo spettacolo, La voce umana, protagonista è una donna al telefono, nella sua camera da letto, aggrappata alla flebile voce dell’uomo che l’ha lasciata per un’altra. Il celebre atto unico – un intenso monologo della protagonista – ripercorre drammaticamente la parabola dell’amore finito.

Nel secondo pezzo, dal titolo Il bell’indifferente e scritto per Edith Piaf, si assiste ad un altro celebre monologo femminile sulla fine di un amore. Alla presenza di una muta e indifferente figura maschile.

Le due pièce si susseguono, prima La voce umana, poi Il bell’indifferente, senza alcun intervallo; appena il tempo di modificare a vista la scena. L’attrice scende dal palcoscenico, assiste al cambio degli arredi da una poltrona della prima fila, e risale non appena pronta la scena. I due lavori non sono altro che la prova di una sola attrice ed esprimono la stessa denuncia di una donna sola.

Adriana Asti - l' indifferente

L’ indifferente

Ne La voce umana un pavimento inclinato mostra l’angolo di una camera. I muri del teatro con le loro porte, scale, estintori restano visibili nell’oscurità. L’attrice, a piedi nudi, non potrà che salire o scendere sulla pendenza del pavimento. Un letto, una lampada con abat-jour, una poltroncina, un altro lume con abat-jour, un telefono a filo. Così presenta l’opera l’autore Jean Cocteau:

“… una camera, un personaggio, l’amore, e l’accessorio banale delle camere moderne, il telefono … (l’autore) vorrebbe che l’attrice desse l’impressione di sanguinare, di perdere il suo sangue come una bestia azzoppata, per terminare l’atto in una camera piena di sangue”.

Ne Il bell’indifferente si dispongono in altro modo gli stessi arredi, sullo stesso pavimento inclinato, collocando alcuni elementi di scena, porte, finestre e mantenendo visibili i muri del teatro. Si passa da un giorno che finisce a una notte rischiarata dai neon dell’esterno urbano.

Benoît Jacquot (regista)
Due tipi di solitudine. La voce umana, spesso considerato l’espressione della passione femminile per un uomo infedele, va letto e quindi recitato con una certa autoironia. Infatti, quando Cocteau scrisse nel ‘30 questo monologo, s’ispirò a un fatto personale. Innamorato di un giovane poeta, per il quale nel ’28 aveva firmato la prefazione di J’adore, aveva trasfigurato quell’amore infelice nella disperazione telefonica di una donna. Un giorno, il poeta surrealista Paul Eluard, che assisteva alle «prove» assieme al regista russo Sergej Ejzenstejn, protestò rumorosamente: «Basta! Basta! E’ a Desbordes che lei sta telefonando!». In qualche modo, attraverso il personaggio femminile, Cocteau aveva messo se stesso sul palcoscenico e la propria disperazione. Jean Desbordes morirà il 16 luglio del ’44, torturato dai tedeschi e rifiutando di dare i nomi dei suoi compagni francesi della Resistenza. Morirà eroicamente. Non era un uomo frivolo.
Molto diverso Il bell’indifferente, scritto nel ’40 per Edith Piaf e il suo compagno di quell’epoca, l’attore Paul Meurisse (celebre per il suo modo molto distaccato di recitare, appunto quasi indifferente). Lo stile è più gergale, meno «borghese», meno compassionevole. Con un tono più spiritoso e scherzoso. Si sente un’altra voce, insieme più brutale e più sfumata. L’uomo questa volta è presente, ma muto. Mentre il primo era assente, o almeno astratto, nel mitico telefono. Comunque in entrambi i casi, la donna è sola. Ma la sua solitudine non è la stessa.

Adriana Asti
Nel corso della sua carriera teatrale è stata diretta, tra gli altri, da Strehler, Visconti, Ronconi, Harold Pinter, Susan Sontag, Alfredo Arias interpretando con riconosciuta maestria grandi personaggi del teatro classico e moderno. Ha ispirato autori come la Ginzburg, Siciliano, Patroni Griffi, Cesare Musatti e Franca Valeri, che hanno creato per lei indimenticabili protagoniste per le nostre scene. Da molti anni recita anche in lingua francese ed è riuscita a far conoscere, con grande successo, alcune delle sue eroine, sui palcoscenici di Parigi. Ha scritto due commedie, Caro Professore e Alcool, rappresentate per più di 200 repliche, e due romanzi pubblicati in Francia, Rue Ferou e Se souvenir et oublier. Ha partecipato ad oltre 60 film diretta, tra gli altri, da Visconti, De Sica, Pasolini, Bertolucci, Bolognini, Brass, Giordana, Techiné e Bunuel. Stramilano, nostalgia in musica della sua città, e Ja das Meer ist blau, poemi e canzoni di Brecht e Weill, spettacoli da lei ideati, la vedono nella sua nuova veste di cantante. Per le sue interpretazioni ha ottenuto il Premio Ennio Flaiano, tre Maschere d’oro, quattro Nastri d’argento, il David di Donatello, la Grolla d’oro, il Premio De Sica e il Ciak d’oro. Dal 2004 è Grande Ufficiale della Repubblica Italiana. Nel 2009 Robert Wilson l’ha diretta in Giorni Felici di Samuel Beckett. Nel 2011 è stata insignita del titolo di Chevalier dans l’Ordre des Arts et de Lettres.

Orari e Prezzi
martedì, giovedì, venerdì e sabato – ore 20.45
mercoledì, domenica – ore 17.00
Posto unico: Intero 20 euro – Ridotto 17

Teatro Piccolo Eliseo
Sito: www.teatroeliseo.it

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