Adriano Sofri,ex leader di Lotta Continua,viene interpellato dal ministro della giustizia per essere possibile collaboratore in tematiche legate al carcere,alla sua vivibilità e alle attinenti attività che ruotano attorno a esso.
Sbalordimento totale da parte di molti,critiche derivanti dal suo passato da terrorista,ecc ecc…
Ammiro Adriano,lo seguo e in lui vedo il volto di una prassi tutta nostrana,e cioè quella della condanna per colpe commesse senza possibilità di perdono o spazio di trattativa.
Sofri come molti,ha sbagliato,certo su questo non si discute ,ma ha dalla sua una possibile uscita dal marchio di fabbrica che ,una volta messo addosso,rimane sempre.
Tale marchio,nella nostra cultura,è quello dell’etichetta perenne,senza condizioni,quella che spesso si affibia e che si porta sino alla fine.
Io non discuto il passato,ma discuto il presente attuale di molti politici,sacerdoti,educatori sociali,che sbagliano e dimenticano,si rimettono in gioco ma non ammettono l’errore.
Si ripresentano sulla scena vergini del loro passato,anzi,rinnegandolo come atto colpevole,fanno credere nella loro rinascita,a volte dimenticandosi i loro trascorsi e le loro ideologie.
Sofri non rinnega tutto,anzi sconta pene e riparte,ammettendo errori e sentenziando chi,dall’alto della sua stupida arroganza,si fa uomo di giudizio e pecorella senza errori.
Adriano come consigliere potrebbe dire molto sulla realtà carceraria certo avendola vissuta,ma un politico ladro potrebbe dire il contrario di ciò che ha fatto?
Avrebbe le palle di dire :ho rubato?
arallagianluca