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Adrien Brody, da pianista a imperatore: "Sarò Carlo V, il più potente del mondo"
Creato il 11 luglio 2014 da Valentinaariete @valentinaarieteADRIEN Brody diventa Carlo V di Spagna. Si intitola Emperor il nuovo film che vede protagonista l'attore americano, che abbiamo incontrato a Cannes durante l'ultimo Festival del cinema, elegante in completo grigio perla, magrissimo, voce profonda. Diretto da Lee Tamahori, il film racconta l'asceda del signore del Sacro Romano Impero, "l'uomo più potente del mondo", dice Brody. "Il film prende ispirazione dalla situazione contemporanea dell'Europa - spiega il regista - sono affascinato dalla storia e nel periodo sotto Carlo V c'è il tentativo di unificare l'Europa, si comincia a parlare di moneta unica, comincia a essere concreto il problema delle migrazioni di massa, si diffonde la stampa. È un periodo in cui la Storia inizia a cambiare per sempre, si fanno grandi passi avanti. Mi affascina la figura di quest'uomo che ha regnato su un territorio vastissimo, minacciato da ogni lato, e ha cercato di lasciare la sua impronta nel mondo". Le riprese del film, scritto da Michael Thomas III e Jeffrey Hatcher, cominceranno ad agosto nella Repubblica Ceca e in Belgio ma l'attore, premio Oscar per Il pianista, ha già cominciato la sua campagna promozionale.
Brody, una bella sfida. "Il mio compito è trovare la mia verità personale in un personaggio che è realmente esistito: nel film ci saranno molte interpretazioni ed elementi di fantasia, ma comunque rimarremo fedeli all'idea di come un uomo di quel tempo e con quel potere si sarebbe comportato. Il mio obiettivo è questo: rendere giustizia alla sua complessità e fornire le giuste sfumature". Conosce il personaggio, ha dovuto documentarsi... "Per ogni ruolo faccio un grande lavoro di ricerca, e passo gran parte del tempo ad assorbire e studiare i comportamenti umani. Rubo molti dettagli e li assimilo. Anche mia madre, che è una fotografa, ha questo stesso approccio: lei cerca sempre il messaggio silenzioso pieno di significato. E così faccio io: invece della macchina fotografica uso me stesso e cerco di trovare nel mio percorso personale un qualcosa che sia vero per farlo poi emergere quando interpreto un ruolo. Attualmente sono coinvolto in diversi progetti e per ognuno mi sento molto responsabile". Ha in mente qualche uomo di potere al quale ispirarsi? "Certamente, ma non mi piace fare nomi. Svelare così, seduti in una stanza, i segreti di come si costruisce un personaggio toglie un po' di magia al film: dissezionare il ruolo e svelare i miei riferimenti mi porta fuori. Il concetto stesso di celebrità è controproducente per la bellezza del cinema: non conoscere nulla della persona che interpreta quel determinato personaggio secondo me dà forza al film. Cerco sempre di tenere separati i miei personaggi dalla vita privata per non rovinare la bellezza e la magia del cinema". Ha spesso accettato ruoli complessi, drammatici. Se le offrissero un personaggio tratto da un fumetto? "Non mi offrono quei ruoli, non so perché. È curioso, perché avrei davvero voluto interpretare Joker: mi affascina molto, è scritto in maniera affascinante. Heath Ledger ha fatto un ottimo lavoro, ma per me sarebbe stata una benedizione: un ruolo del genere supportato da una produzione così e diretto da un regista del valore di Nolan. I cinecomics mi affascinano perché trasformano un disegno in qualcosa di vero e magico. Se mi dessero la possibilità di interpretare un villain e di dargli lo spessore degno di un attore, lo farei. Iron Man è un ottimo esempio: hanno dato a un grande attore la possibilità di fare suo il personaggio e di renderlo unico grazie al suo humour e alla sua personalità. In questo modo vengono coinvolti sia gli appassionati di fumetti che le persone che non hanno mai letto un albo. E poi, i cattivi sono sempre più divertenti da interpretare". L'attore in grado di interpretare Szpilman in Il pianista può entrare nelle scarpe di Schwarzenegger? "Ho fatto Predators esattamente per dimostrare questo. Ma restando allo stesso tempo fedele all'originale, pur conferendo un po' di modernità al personaggio. I soldati contemporanei non sono muscolosi come Arnold, ci abbiamo messo più realismo. Se devi fare un reboot oggi secondo me devi proporre qualcosa di nuovo e coraggioso rispetto all'originale. Per questo ringrazio Robert Rodriguez che ha lottato per me in Predators, nonostante lo scetticismo iniziale della Fox e le critiche dei fan. La soddisfazione poi l'ho avuta dopo il film: fan storici della pellicola mi hanno ringraziato per aver restituito genuinità alla serie". Pubblicato su Repubblica.it
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