![Adrienne Rich](http://m2.paperblog.com/i/162/1624338/adrienne-rich-trasparenze-L-T1E5WG.jpeg)
Che la parola mite e la parola retta possano tiranneggiare che un soldato israeliano intervistato anni dopo la prima Intifada possa piangere davanti alla telecamera per quanto obbedendo agli ordini ha compiuto, ha visto compiere, non ha rifiutato che un altro lasciando Beit Jala possa scarabocchiare su un muro: Ci dispiace sinceramente per il casino che abbiamo fatto è pura routine una parola che cancellerebbe un fatto . Che sia umano equiparare innocente e colpevole che ci aggrappiamo all’innocenza in ogni caso è elementare che le parole possano tradursi in ossa rotte che il potere di scagliare parole sia un’arma che il corpo possa essere un’arma qualsiasi bambino in cortile lo sa che al gioco di dire la parola preferita tu abbia sempre risposto una cosa, una qualità, libertà ofiume (mai un pronome mai Dio o Guerra) è dato per scontato che parola e corpo siano l’unica posta che abbiamo da rischiare . Che le parole siano finestre in una capanna saccheggiata, lordata dalle piogge sporche del tempo, potremmo discuterne o che le parole siano chiare come vetro finché il sole colpisce accecante Ma che in una finestra buia tu abbia visto il tuo volto che quando ti pulisci gli occhiali il testo diventi piú chiaro che il rumore di bicchieri rotti arrivi al culmine delle nozze che io possa guardare attraverso una lente nella casa del mio vicino ma non nella vita del mio vicino che a volte si rompa il vetro per salvare vite che una parola possa essere schiacciata come un calice sotto i piedi è solo ciò che appare, in parte domanda, in parte risposta: come la vivi.