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Peccato che, a causa di una retrocessione lavorativa del padre, si ritroverà non solo bloccato nel suo paese d'origine, ma anche costretto a rinunciare al Vecchio Continente e costretto a trovarsi un lavoro per finanziare almeno l'inizio della sua avventura nella Grande Mela.
L'impiego è dei peggiori: addetto ai banchetti dei giochi ad Adventureland, il parco tematico della città: ma non tutto il male viene per nuocere, e l'estate di quel fatidico 1987 porterà a James anche il primo, vero, grande amore.
Occorre ammetterlo: i film di formazione, specie quelli in grado di fare leva su esperienze personali simili alle nostre, su una colonna sonora o un atmosfera in qualche modo in grado di entrare in risonanza con le vite dell'audience hanno una corsia preferenziale già pronta ad essere percorsa che porta dritta al cuore dello spettatore.
Basti pensare a Stand by me, I Goonies, Y tu mama tambien, Quasi famosi, La mia vita a Garden State, Fandango, per avere esempi perfetti di pellicole generazionali che, indipendentemente dall'età in cui le si guarderà ancora, ed ancora, ed ancora, continueranno in qualche modo a commuoverci come un ricordo dei tempi d'oro.
Così è, a suo modo, per Adventureland, diretto dallo stesso Mottola del cult SuXbad e del meno incisivo Paul, idealmente perfetto a metà tra i due film appena citati: perchè se da un lato non posso che rimanere ammirato dalla sincerità con la quale la storia è raccontata - pur nella sua ingenuità - o conquistato dalla strepitosa colonna sonora, dall'altro ho sentito - e molto - la mancanza di una vera operazione vintage proprio rispetto ai due protagonisti, decisamente più simili a quelli delle pellicole di genere anni novanta che non al decennio che in questo caso si vorrebbe omaggiare e di un pò di cattiveria in più, specialmente sul finale.
Ma poco importa.
In fondo, Adventureland è stato una visione divertente e perfetta per un pomeriggio estivo come ne facevo ai tempi, lontano dai pensieri di conti, lavoro e quant'altro e concentrato, eventualmente, solo sul cosa avrei fatto la sera: come in una versione adolescente di Alta fedeltà, mi ha riportato alla mente situazioni, errori, struggimenti ed esaltazioni tipiche di una parte della vita in cui si è in bilico ma senza saperlo davvero, in cui tutto il peggio - la scuola - pare alle spalle ed il futuro si dipinge come possibile in ogni sua incarnazione, specialmente quelle da noi desiderate.
Eppure, dietro una facciata d'innocenza e sane goliardate, cominciano già a delinearsi ruoli che saranno decisivi per ognuno dei protagonisti, spesso influenzati nelle loro scelte e nei destini dal ruolo dei genitori e dalle possibilità economiche degli stessi, oppure segnati da esperienze che costringono a scontrarsi in anticipo forse eccessivo con le realtà della vita adulta - la storia tra Emily e Connell ne è l'esempio lampante -.
Una commedia dolceamara, dunque, ben lontana dalla demenzialità sfrenata del già citato SuXbad, ma ugualmente interessante e coinvolgente, forte di una struttura che porta ad un'immediata familiarità con i protagonisti, caratterizzati senza eccessivo spessore eppure facilmente riconoscibili dal pubblico.
James e la crescita legata al lavoro ad Adventureland entrano facilmente nel cuore di ogni (ex) adolescente che abbia passato almeno qualche mese in una situazione simile, magari davvero riuscendo a trovare la prima, vera, storia importante o gli amici che sarebbero durati una vita, venendo travolto dalla prima sbronza, abbagliato dall'ammirazione per qualcuno che poi, col tempo, si scoprirà non essere tutto questo granchè, preso nel mezzo di qualche non voluto triangolo amoroso o, semplicemente, divertitosi quanto più possibile, conscio che prima o poi tutto sarebbe finito.
In particolare, il dialogo sulla collina tra James, Joel e Frigo è una delle scene più profonde, divertenti e toste della pellicola, e a mio parere l'ideale conclusione che Mottola avrebbe potuto - dovuto? - disegnare per una vicenda che, in quel modo, avrebbe lasciato la sensazione dolceamara perfetta.
Ma ancora una volta poco importa, se il film non si sia chiuso come avrei voluto: me lo sono goduto e questo basta e avanza, per un amarcord piccolo piccolo - ma assolutamente gradevole - come questo.
Se, inoltre, Bill Hader impazza dispensando una perla dietro l'altra, anche qualche piccolo scivolone ci può stare: di tanto in tanto, è un piacere tornare a quei tempi magici in cui si pensava che tutto sarebbe potuto accadere.
MrFord
"Sometimes I feel so happy,
sometimes I feel so sad.
Sometimes I feel so happy,
but mostly you just make me mad.
Baby, you just make me mad.
Linger on, your pale blue eyes.
Linger on, your pale blue eyes."
Velvet Underground - "Pale blue eyes" -
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