Sono stati resi pubblici i dati del primo semestre relativi all’advertising online nel nostro Paese.
Il mese di giugno chiude al –6.9% portando il progressivo dell’anno al — 3.1% rispetto al pari perdiodo dell’anno precedente. Ad esclusione del mese di marzo tutti gli altri mesi hanno un trend negativo. Tendenza particolarmente accentuata per quanto riguarda il display web, che pesa circa il 94% del totale, che cala del 7.2% nel mese e del 3.5% in progressivo.
Il display, secondo le stime Nielsen, su un campione rappresentativo del mercato italiano della pubblicità di circa 800 aziende investitrici, che confermano il calo anche in termini di quota sul totale, pesa circa un terzo degli investimenti pubblicitari online. Per contro sono video e social a registrare incrementi a due cifre, rispettivamente del +16% e +46%.
Nel nostro Paese, secondo quanto pubblicato dal Wall Street Journal in questi giorni, oltre il 16% degli annunci online viene bloccato con le apposite applicazioni disponibili e dunque non viene visualizzato. È sia l’invasività della pubblicità online ad infastidire le persone che il rallentamento che questa causa nel caricamento dei contenuti d’interesse. Infatti, in base ai dati pubblicati, la velocità di caricamento delle pagine dei quotidiani online migliora sensibilmente utilizzando i tool per bloccare l’advertising.
Si tratta di un fenomeno in crescita esponenziale che spinge qualcuno addirittura ad immaginare un futuro non troppo lontano in cui gli annunci pubblicitari scompariranno dai siti web dei giornali online. Che si tratti di di un desiderio, di una previsione azzardata o meno, quel che è certo è che i modelli di business fondati esclusivamente sulla pubblicità hanno sempre meno speranza di successo.
Vi sono elementi strutturali di cambiamento nel processo di relazione e comunicazione tra persone e brand, imprese, alle quali gli attuali format di comunicazione pubblicitaria, anche online, non sono in grado di dare una risposta utile. La pubblicità diviene sempre più, nella migliore delle ipotesi, un fastidio da sopportare per poter fruire di contenuti che interessano le persone.