Magazine Cultura
by andreina
Una famiglia matriarcale, tre generazioni plasmate da un'unica e cinica capostipite che ha preso l'amore e lo ha ridotto a un cumulo di sentimenti inutili.La loro filosofia è quella di sfruttare gli uomini.
Inculcando questo credo, prima alla figlia e poi alle nipoti, Beatrice è irremovibile: loro non devono lavorare, ci mancherebbe!
Altrimenti a cosa servono gli uomini ricchi?
Impossibile rinunciare ai vestiti firmati , a quello sfarzo che un semplice operaio non potrà mai dare. Farsi mantenere è l'unico stile di vita, per non senza sudare nemmeno un giorno, tranne quando si va a fare shopping!
Ma l'amore dove lo mettiamo? Da nessuna parte perché l'amore porta solo dolore e amarezza.
Questo dice Beatrice e quello che lei dice è Bibbia.
Guai a chiamarla “nonna”, lei si considera ben altro. Non è fatta per i pranzi delle domeniche e i biscotti al cioccolato. Beatrice è colei che tiene in mano le redini della famiglia, ha addomesticato sua figlia seguendo il suo credo, spingendola a relazioni con uomini disgustosi ma ricchi in grado di mantenerla. Ma fin dove arriva il suo cinismo? Può così tanto rancore verso il mondo maschile avere un limite?
Questo limite viene messo in discussione dalla nipote, Angelica. L'unica che ha sempre avuto qualche dubbio a vivere così. Spinta dalla nonna e dalla mamma, Angelica si adagia a vivere la storia con un uomo che non sopporta, benestante, ma molto più grande di lei. Se nonna e mamma lo hanno fatto, allora non dev’essere poi così grave.
Sempre più insofferente alle ciniche regole della nonna, inizia a chiedersi come cambiare la sua vita. Sarà l'incontro con l'amore, sentimento che Beatrice ostacolerà con tutte le sue forze, a scatenare gravi incomprensioni in famiglia.
Questo romanzo mi è piaciuto da subito, ho trovato il personaggio di Beatrice, per quanto antipatico, di una coerenza esemplare, nulla la ferma. Il suo modo di pensare rimane ancorato a se stesso e niente la schioda!
La figlia Isabella, debole e succube, è il burattino della madre. Più volte mi ha fatto venire voglia di entrare nel libro per prenderla a sberle e darle una svegliata! Caspita una reazione emotiva senza il permesso di mammina la deve pur mostrare, no?
Viola, sorella di Angelica, è invece caratterialmente la più tosta, ma anche la più sofferente. Quella che vive circondata da donne che si vendono ai loro compagni per soldi, mentre lei i soldi li vuol fare da sola… Anche se con metodi al limite della decenza.
Angelica. Lei è, diciamo, la vera protagonista della storia, in perenne conflitto con la sua morale e integrità, sempre più indecisa se continuare a vivere come è abituata, come le è stato insegnato, oppure liberarsi finalmente dal cappio famigliare e vivere la sua vita e l'amore.
Prenderà la decisione giusta?
I miei complimenti all'autrice per aver creato dei personaggi ben delineati, tanto che la lettura è stata molto fluida – il libro scorre che una meraviglia! - mai noiosa.
Non è il solito romanzetto, e mi ha mi ha fatto venire voglia di leggere i suoi libri precedenti.
L'unico rimprovero che mi permetto di fare a Patrizia Violi è la fine un po’ frettolosa: ci stavano almeno due paginette in più, no? O c'è un motivo...?
Alcune porte sono rimaste se non aperte almeno socchiuse... Le vogliamo spalancare? Sì, dico io! Se ho capito bene ci sarà un seguito? Cosa succederà a Beatrice, Isabella, Angelica e Viola?
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