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Creato il 22 dicembre 2010 da Occhio Sulle Espressioni
affiliazioneVirgin Witch
(
Messe nere per le vergini svedesi)
1972

Regno Unito

regia: Ray Austin

scritto: Beryl Vertue

Campo sexploitation, ogni pretesto è ottimo per mostrare generose nudità. Storia di fattucchiere e sabba, con tanto di gerarchie stregonesche e iniziazioni. Tema indubbiamente figlio del periodo, al tempo c'era gran attrattiva verso l'occulto e la sua caratterizzazione libertina. Quindi nulla di rilevante in tal senso, originalità di fondo pressoché assente e svolgersi poco ricco di climax sostanziali, per i non cultori si può parlare di incedere noioso.
È invece la realizzazione visiva a sorprendere: buon uso di zoomate, anche in seno ad espressivi primi piani e dettagli, luci e montaggio, quest'ultimo lontano dagli stilemi dell'aplomb cinematografico britannico, ma anzi veloce e ritmato. Insistenza nell'uso del quadro nel quadro, servendosi di specchi ed altre superfici riflettenti; possibile metafora dell'interiorità dei personaggi inquadrati. Insieme ad un'atmosfera squisitamente settantiana e a nudi sì ostentati ma non volgari si viene a creare una gradevole opera pop. Da rilevare anche qualche similitudine con lo stile di altri lavori di Austin, che ,ricordiamo, è la firma registica di alcuni episodi di telefilm come Magnum P.I., Love Boat, Spazio: 1999 ed altri famosi.
Ah, di svedesi non ce ne sono, di vergini ce n'è una sola...

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