L’Afghanistan torna al voto per il ballottaggio delle elezioni presidenziali.
I candidati sono Abdullah Abdullah, classe 1960, ex ministro degli Esteri nel primo governo Karzai e Ashraf Ghani Ahmadzai, nato nel 1949, ex funzionario della Banca mondiale ed ex ministro delle Finanze dopo la caduta dei talebani.
Entrambi, in occasione del primo turno delle elezioni presidenziali del cinque aprile scorso, non hanno raggiunto la soglia del 50% dei voti, necessaria ad evitare il ballottaggio. Abdullah Abdullah sembra il favorito del momento, avendo ottenuto il 45 % dei voti quello stesso 5 aprile, contro il 31% vantato dall’avversario Ashraf Ghani Ahmadzai.
E’ oltretutto certo che uno dei due succederà ad Hamid Karzai, Presidente in carica dall’invasione statunitense nel 2001, che non ha potuto riproporsi per aver già ricevuto i due mandati presidenziali concessi dalla Costituzione Afghana. Le sue parole esortano la popolazione Afghana a recarsi alle urne: “Oggi il vostro voto porterà l’Afghanistan verso un futuro migliore, un governo migliore e una vita migliore; l’Afghanistan sta facendo un altro passo avanti nella transizione verso sicurezza, progresso e stabilità”.
D’altronde le autorità del paese hanno rafforzato la sicurezza, schierando circa 200mila uomini tra soldati, agenti di polizia e personale dell’intelligence, a causa della pressante minaccia dei Talebani, che non smettono di incitare il popolo all’astensione dalle votazioni.
Ancora, nuovi posti di blocco sono stati allestiti per ispezionare le auto ed è stato fatto divieto ai furgoni di circolare per le strade della capitale Kabul. D’altronde precedenti tentativi di sabotaggio, ad opera dei talebani stessi, si sono verificati lo scorso 6 giugno a Kabul, con l’attentato, d’altronde fallito, ad Abdullah Abdullah: costui è rimasto illeso, ma sei persone sono morte.
Eppure, nonostante il rafforzamento della sicurezza, due ore prima dell’apertura dei seggi, alle 7:00 ora locale afghana (4:30 ora italiana), un razzo è piombato su Kabul: non ci sono stati feriti. Nella provincia di Farah, invece, due agenti, intenti a trasportare materiale elettorale per i seggi, sono morti a seguito dell’esplosione di un ordigno al loro passaggio. A metà giornata i talebani hanno dichiarato di aver sferrato all’incirca 246 attacchi in tutto il paese, che hanno prodotto, in totale, venti vittime, tra cui cinque bambini nella provincia di Khost, ad est del Paese.
Si prospetta per l’Afghanistan un periodo turbolento e cruciale. Difatti il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, entro la fine del 2014, ha annunciato il ritiro delle proprie truppe dal territorio afghano, dopo ben tredici anni. I poteri passeranno, così, alle Forze di sicurezza afghane.