Mentre si avvicina la transizione prevista nel 2014 per il controllo della sicurezza in Afghanistan, è indispensabile adottare differenti tipologie di strategie al fine di perseguire una condizione di pace sostenibile.
Una soluzione di tipo regionale è spesso indicata come l’elemento fondamentale per raggiungere questo obiettivo, poiché i paesi vicini sono considerati la chiave per la stabilità dell’Afghanistan. Ma questa convizione riposta nell’importanza delle soluzioni regionali è basata su una serie di equivoci, impedendo lo sviluppo di una qualsiasi forma di piattaforma funzionale di tipo regionale.
Molti analisti e diversi attori influenti suppongono che il quadro regionale sia la causa principale della trentennale guerra afghana. Le opinioni dominanti considerano l’Afghanistan come un grande incrocio collegante varii commerci regionali e i nodi di risorse, ma descrivono anche la sicurezza dell’Afghanistan in funzione di interessi regionali competitivi, come ad esempio la rivalità indo-pakistana. Per alcuni il contesto regionale rappresenta anche la chiave per la pace futura.
Ma questi concetti sono riduttivi e difettosi, nonostante la maggior parte dei paesi della regione disponga di progetti competitivi legati al futuro dell’Afghanistan, utilizzato come un’arena di battaglie per procura. Gli elementi base del conflitto in Afghanistan si trovano all’interno dello stesso Afghanistan. Contrariamente alle opinioni largamente diffuse, le dinamiche di sicurezza interna legate all’Afghanistan stanno creando degli effetti a catena che si ripercuotono nella situazione della sicurezza interna dei paesi confinanti. Altri paesi della regione, inclusi gli Stati dell’Asia Centrale e l’Iràn, sono colpiti dalla guerra in Afghanistan in diversi modi. Gli Stati confinanti con l’Afghanistan sono comprensibilmente più vulnerabili rispetto ad altri Stati regionali con interessi geopolitici in Afghanistan – in particolare Russia, Turchia e India. Tra gli Stati che condividono il confine, il vasto deserto tra l’Iràn e il confine turkemo con l’Afghanistan li isola relativamente dalla guerra diretta. Ma il Pakistan, il Tagikistan e in misura minore l’Uzbekistan, rimangono maggiormente vulnerabili dagli effetti della guerra a causa delle loro comunità multietniche transfrontaliere, delle difficoltà del territorio e delle dinamiche politiche di frontiera. Queste variabili spiegano i differenti approcci adottati dai paesi regionali nella guerra in Afghanistan.
Il modello per il commercio e il trasporto regionale del futuro offerto dalla Rete di Trasporto Settentrionale – che include Turkmenistan, Uzbekistan e Tagikistan come alternativa al Pakistan – sta creando crescenti divergenze fra gli Stati regionali. La risposta della Russia alla crescente influenza degli Stati Uniti è quella di rafforzare l’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva e la forza di dispiegamento rapido. L’Uzbekistan è contrario all’idea della forza di dispiegamento rapido poiché rimane diffidente nei confronti dell’influenza russa e preoccupato che tale forza potrebbe diventare uno strumento d’intervento straniero nei propri affari interni. L’Uzbekistan è inoltre contrario a qualsiasi meccanismo regionale che possa includere altri Stati che non siano confinanti con l’Afghanistan, come gli eventi della Conferenza Regionale di Istanbul del 2011 hanno suggerito.E’ probabile che anche l’India svolgerà un ruolo complesso nell’Afghanistan post-2014. Gli elementi centrali della strategia statunitense per l’Afghanistan post-2014 ruotano attorno al mantenimento di una credibile forza anti-terrorista, sostenendo e supportando lo Stato afghano sorto da pochi anni. L’alleanza strategica di lungo periodo tra gli Stati Uniti e l’India supporta la proiezione dell’influenza economica e politica indiana nelle regioni dell’Asia Centrale e Meridionale. L’intervento militare statunitense in Afghanistan è stata un’occasione per l’India al fine di estendere la sua influenza politica ed economica in Afghanistan senza impiegare truppe militari. Dal momento che la strategia statunitense di transizione si trova in una nuova fase, sia gli Stati Uniti che l’India intendono favorire il consolidamento dell’influenza indiana, preferibilmente ancora senza un impiego diretto di soldati indiani in Afghanistan.
La posizione pakistana a proposito del ruolo dell’India in Afghanistan è un aspetto complesso. Negli ultimi anni i responsabili politici pakistani hanno accettato il ruolo economico dell’India nella regione come suo insieme, in particolare in Afghanistan. Il Pakistan, inoltre, non è un naturale competitore dell’India nel settore degli investimenti legati all’estrazione di risorse in Afghanistan, e spera di diventare un territorio di transito per le principali condotte energetiche che soddisferanno le crescenti richieste indiane di energia.
La guerra in Afghanistan ha devastato la stabilità macroeconomica del Pakistan e minacciato la sua futura crescita e prosperità. Oggi c’è un’opinione pressoché condivisa in Pakistan che il conflitto in Afghanistan deve terminare. Il cambiamento epocale rispetto al precedente approccio all’Afghanistan incentrato sulla propria sicurezza del Pakistan si riflette nella condizione che un Afghanistan pacifico e stabile è fondamentale per prosperità, sicurezza e stabilità di lungo termine dello stesso Pakistan. Il Pakistan ritiene che gli sforzi regionali otterrano scarsi risultati fino a quando non saranno affrontate le radici del conflitto all’interno dell’Afghanistan. Il dialogo tra i paesi regionali deve supportare il dialogo e i negoziati tra gli stessi afghani.
A tutte le parti in conflitto, inclusi il governo afghano, le forze d’opposizione, gli attori della società civile, i Talebani e altri gruppi associati, deve essere garantita la partecipazione al processo di negoziati attorno a un quadro di risoluzione del conflitto. Tutte le parti devono impegnarsi a rispettare l’integrità territoriale dell’Afghanistan, e lasciare che i problemi interni siano dibattuti e risolti dagli afghani.
Molti dei vicini dell’Afghanistan, incluso il Pakistan, sono profondamente turbati dalla continuazione della guerra in Afghanistan. Sono preoccupati che la fine dei giochi in Afghanistan stia ora dirigendosi verso l’obiettivo minore della stabilità piuttosto che della pace. Ma la stabilità in assenza di pace è probabile che rafforzi gli attori non statali e la loro abilità a plasmare gli eventi nelle regioni dell’Asia Centrale e Meridionale. Senza un rafforzamento degli sforzi verso una pace di lungo periodo attraverso dei negoziati e una risoluzione del conflitto, sia il Pakistan che l’Afghanistan rimarranno vulnerabili all’impatto corrosivo del conflitto oltre il 2014 dal punto di vista economico e politico.
(Traduzione dall’inglese di Francesco Brunello Zanitti)