Afghanistan: lettera da un fratello in carcere

Da Perlabianca63

24 gennaio 2011 – Afghanistan

Vi pubblichiamo frammenti di una lettera di un pastore afgano, in prigione a causa della sua fede. Said Musa, questo il suo nome, è stato arrestato dalle autorità afgane dopo che il canale televisivo locale Noorin TV aveva mostrato immagini di una riunione di cristiani afgani durante la quale alcune persone venivano battezzate. Said ha lavorato per anni nell’International Committee for the Red Crescent a Kabul, nel quale era impiegato nel settore delle protesi agli arti superiori e inferiori (sono in molti ad aver perso o a perdere un arto a causa della guerra, delle mine e/o bombe inesplose; lo stesso Said ha una protesi alla gamba). Sposato con 6 figli, Said si è convertito al cristianesimo 8 anni fa.Dal carcere ci ha inviato varie lettere. La prima era disarmante, poiché in essa ci segnalava gli orrendi abusi e le violenze a cui era sottoposto quotidianamente da parte delle guardie e degli altri detenuti proprio a causa della sua fede (alcuni dettagli non sono pubblicabili, inoltre in certi momenti Said appariva così sconvolto da rendere incomprensibile ciò che descrive…); il tono disperato con cui supplicava aiuto era straziante e una delle sue richieste era quella di fare il possibile perché venisse trasferito. Gli avvocati che potenzialmente potevano prendersi carico del suo caso hanno incontrato e incontrano ostacoli di tutti i tipi. Poi, in quello che per Said è stato un miracolo, lo hanno trasferito in un altro carcere, dove, a quanto pare, è meno vessato e discriminato: la lettera che abbiamo ricevuto dopo questo trasferimento era ricolma di gratitudine nei confronti di Dio e si dichiarava totalmente convinto che il piano di Dio per l’Afghanistan e per la sua vita sarebbe stato compiuto appieno. 
Eccovi la trascrizione di alcune parti dell’ultima lettera (anche in questo caso, siamo stati costretti ad omettere alcune parti per problemi di sicurezza):
Ciao a tutti, miei amati fratelli e sorelle in Cristo, afgani e stranieri,
Sono in prigione a causa della nostra fede. Provo una grande gioia a motivo del mio Signore Gesù. Fratelli e sorelle, ricordatevi dei discepoli del Signore. Loro sono stati perseguitati, dati in pasto ai leoni, sbattuti in carcere e messi a morte. Erano ricolmi di gioia, perché avevano uno scopo: il loro scopo era la vita eterna, umiliando se stessi e chinando il capo per servire il nostro Signore Gesù. Io sono il peggiore dei peccatori, ma il sangue del Figlio di Dio ora mi ha lavato. Oggi sono un figlio di Dio: quale grande gioia e felicità è questa per me!
Ho una richiesta per tutti voi: per favore resistete alla persecuzione pazientemente e rimanete in Lui fino alla fine, obbedendo ai Suoi comandamenti e credendo in Cristo Gesù quale vostro personale Salvatore. Per favore portate frutto; se non portate frutto, non siete nulla, come un albero seccato. Per favore annunciate il Vangelo ad altri e predicate la Buona Novella alle persone e soprattutto continuate a pregare, non mollate.

Ora sono pronto a dare tutto a Dio, la mia vita, la mia famiglia e i miei beni e a resistere nella persecuzione. Giorno e notte prego e piango per questo, o mio Signore, voglio far conoscere il Tuo nome in Afghanistan. Io desidero costruire la tua chiesa in Afghanistan… Questo è il mio proposito ed è questo che chiedo al mio Signore. 
Per favore, per favore non smettete di pregare… noi siamo soldati di Cristo, siamo luce in un mondo di tenebre. Per favore non abbiate paura di questo, non abbiate paura degli esseri umani. Il Signore è con noi… Qual è il senso della vita senza Cristo, in questo mondo e in quello futuro?

Concludendo, la grazia, la pace, la gloria, l’onore e la saggezza, la gratitudine e la potenza e la forza siano con voi per sempre da parte di Dio Padre, attraverso Gesù Cristo il Salvatore, amen.
L’ultimo dei vostri fratelli in fede,
Said Musa
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