Progresso è bello. E così, come è giusto che sia, crescono anche in Africa , grazie appunto al progresso, gli utenti delle nuove tecnologie.
Ma a questa crescita si accompagna quasi sempre, nelle abitazioni private e negli uffici pubblici, il problema dei rifiuti elettronici, i quali si moltiplicano di numero e d'ingombro giorno dopo giorno in progressione geometrica.
A dirla tutta e sinceramente è da tempo che il "primo" mondo (e lo sanno bene da noi anche gli sprovveduti in materia) scarica in Africa Occidentale ogni genere di rifiuti. Inclusi quelli elettronici.
Questo significa che gli africani devono vigilare sullo smaltimento dei propri rifiuti (non ci si riesce, talora, nemmeno nella civilissima Italia!!!) ma i loro governanti dovrebbero assolutamente smettere d'intascare denaro sonante per consentire di accogliere sulle proprie coste ogni genere di porcherie.
L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Ambiente( UNEP) in collaborazione con il Centro-Studi Oeko- Institut, ha affrontato di recente , con dovizia di particolari e ricchezza di dati, l'argomento in un suo Rapporto.
Si legge nel testo scritto che nei soli Paesi dell'Africa Occidentale (Benin-Costa d'Avorio- Ghana-Liberia- Nigeria) l'85% dei rifiuti è costituito proprio da uno scorretto smaltimento dei rifiuti di materiale elettrico ed elettronico rispetto a tutto il resto del continente africano.
Quando le apparecchiature elettroniche vengogono dismesse, ciò che è inutilizzabile spesso finisce in qualche discarica a cielo aperto di enorme pericolosità specie per i poveri, che vi bazzicano regolarmente nella speranza di trovarvi qualcosa di utile magari da rivendere o da riciclare per uso proprio.
I Paesi dell'Africa Occidentale, quelli sopracitati, è scritto nel Rapporto, che da soli producono in materia di rifiuti elettronici qualcosa che oscilla addirittura tra le 600mila e un milione di tonnellate all'anno.
Il restante 15% giunge in Africa spedito, via mare con navi-cargo, principalmente da Francia, Gran Bretagna e Germania.
La conclusione del Rapporto, dopo aver dato tutti i numeri del caso ed evidenziato le pericolosità ad essi collegate, è quella sopratutto di un invito ad ottimizzare il riciclaggio dei rifiuti elettrici ed elettronici in modo da impedire assolutamente danni alla salute umana, per chi ci lavora, e anche all'ambiente in cui le popolazioni comunque vivono e che potrebbero, in certi casi, rivelarsi addirittura irreversibili.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)