After earth
Creato il 08 giugno 2013 da Veripaccheri
After Earth
di MN Shyalaman
con Will Smith, Jaden Smith
Usa, 2013
genere, fantascienza
durata,100'
L'inizio fu un colpo di fulmine con un film come "Il sesto senso" (1999)
capace di viaggiare sul filo che separa la realtà da ciò che viene
dopo. Il seguito invece fu una striscia vincente di opere capaci di
aggiornare l'immaginario contemporaneo alle istanze di un nuovo
sincretismo religioso, riflesso di quel melting pot culturale e
spirituale nel quale si era formato il suo autore, il regista MN
Shylaman. Il risultato fu un nuovo modo di raccontare, che pur
continuando ad appoggiarsi alla tradizione classica del cinema
hollywoodiano si contaminava di una consapevolezza capace di rispondere
alle ansie del nuovo millennio. Shyamalan in poco più di un decennio ci
ha parlato di mondi - reali ed ultraterreni - convergenti, di minacce
epocali e di paure contemporanee facendo coincidere la salvezza delle
nostre esistenze con quella delle famiglie che hanno attraversato le sue
storie, riuscendo quasi sempre a fare breccia nel cuore del suo
pubblico. Un consenso fondamentale per il regista quando si è trattato
di imporre scelte coraggiose e visioni personali, e che ora, alla luce
della delusione commerciale dei suoi ultimi film, è forse la ragione
principale, più ancora di un eventuale mancanza di ispirazione, del
cambiamento radicale che prima "L'ultimo dominatore dell'aria" (2010) ed
ora "After Earth" hanno determinato. E se nel primo caso poteva
trattarsi di un'eccezione, il nuovo film, ideato e sponsorizzato da Will
Smith sembra confermare la tendenza del nuovo corso, con Shyalaman
impegnato a realizzare progetti altrui.
Il soggetto scritto
dallo stesso Smith e sviluppato dal regista, autore (in comproprietà)
della sceneggiatura, non si discosta di molto da uno dei temi più
ricorrenti dell'ultimo cinema di fantascienza, che vede nella diaspora e
nel successivo esilio della razza umana, costretta a fuggire dalla
Terra per ragioni di varia invivibilità, il motivo principale di una
malinconia struggente e dolorosa. Alle ragioni del cordoglio collettivo
"After Earth" aggiunge un sottofondo più intimo e privato rapprensentato
dal lutto che ha colpito il generale Cypher Rage (Will Smith) e la sua
famiglia, sconvolti dalla morte della figlia uccisa da un Ursa, essere
mostruoso creato dagli alieni per uccidere gli umani e colonizzare Primi
Genia, il pianeta dove gli uomini si sono nel frattempo stabiliti. A
fare le spese di questà tragedia è Kitai (Jaden Smith), figlio di
Cypher, afflitto dai sensi di colpa per non essere riuscito a salvare la
sorella, e di conseguenza convinto di doversi riguadagnare la fiducia
del genitore. L'occasione per riuscirci avverrà nella maniera più
drammatica quando Kitai ed il padre, miracolosamente sopravvissuti ad
uno sciame meteorico ed al rocambolesco atterraggio sulla terra, si
troveranno ad affrontare i pericoli di un ambiente pericolosamente
ostile.
Se il filo conduttore della storia è il percorso ad
ostacoli che Kitai dovrà superare per far scattare i soccorsi, le
modalità d'esecuzione, con il padre immobilizzato tra i rottami
dell'astronave ed impegnato a guidare il figlio attraverso le
strumentazioni di bordo, innescano una serie di dinamiche tra i due
personaggi in cui la poetica di Shyalaman, da sempre attento ai rapporti
tra figli e genitori, sembra trovare il terreno fertile. Assistiamo
così ad un vero e proprio racconto di formazione, in cui la lotta per la
sopravvivenza costellata di fughe e di imboscate, procede di pari passo
con l'emergere di una nuova consapevolezza (un altro leit motiv di Shyalaman) che permetterà al giovane apprendista di guarire le vecchie ferite ed esorcizzare le proprie paure.
Realizzato
con possibilità faraoniche e cura di dettagli "After Earth" è
impressionante quando si tratta di rendere la bellezza sublime ed
insidiosa del paesaggio in cui si svolge la vicenda, con la natura
rigogliosa e primordiale che ripropone in versione moderna dell'epoca
preistorica. Diversamente quando si tratta di dare sostanza alla storia
Shyalaman fa esattamente il contrario di quello che sa fare. Invece di
lavorare in direzione di una verosimiglianza e di una tensione che nei
suoi film migliori scaturivano dalla decisione di delegare al fuori
campo la materia del fantastico, "After Earth" mette la "meraviglia" al
centro dello schermo, dandogli fiato con una CG tanto perfetta
quanto deleterea in termini di empatia e di sorprese. A pagarne le
spese sono soprattutto i personaggi e la loro storia, privata di una
concreta umanità a favore della prevalenza fisica ed agonistica. Senza
il vero Shyalaman "After Earth" mantiene in nuce le sue potenzialità,
limitandosi - nel suo significato più importante - a fare il verso a
"Star Wars", con le cognizioni e la disciplina che Kita apprenderà nel
corso della vicenda ricalcata sul concetto della "forza" espressa nella
celebre saga di George Lucas.
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