Io gli diedi un bacio forte sulla guancia (che ancora odorava del mio internocoscia). Lui mi guardò interdetto. Io gli feci un bel sorriso hollywoodiano e lo abbracciai. Lui sorrise confortato. Io mi girai dall'altro lato e finsi di provare a dormire.“Buonanotte”.“Buonanotte tesoro”.Non dormivo, ovviamente. Piuttosto stavo pensando che: 1) I maschi sono tutti stronzi e forse era arrivata l'ora di diventare esclusivamente lesbica e che 2) Cazzo! Allora è vero che viviamo in un'epoca EPOCALE perchè – lui mi diedi un altro bacio, in mezzo alla schiena, leccando delicatamente una gocciolina di sudore che mi era scivolata dalla nuca – perchè ecco una grande prova del fatto che siamo in una specie di crinale del cambiamento, una frontiera o non so bene cosa – e lui mi diede un altro bacio, questa volta sui capelli, e si girò a dormire – perchè ok i corsi e i ricorsi storici, ok il tutto torna, ok il tutto scorre e l'eterno ritorno dell'uguale ma cazzo, qua c'è come una specie di corto circuito in atto, ma una cosa proprio potente (epocale appunto) che riguarda principalmente la vita pubblica (cioè i cazzi di tutti) e la vita privata (cioè i cazzi propri). Facciamo qualche esempio. Grecia antica. Età della polis: pubblico. Età ellenistica: privato. Roma antica. Età repubblicana: pubblico. Età imperiale: privato. Se poi parliamo di Italia e di ventesimo secolo è ancora più facile. Ventennio fascista: pubblico. Anni '50-'60, boom economico: privato. Sessantotto, Anni '70: pubblico. Anni '80 e '90: privato. Ok, e adesso? Adesso c'è il cortocircuito. Si può chiamare “pubblicizzazione del privato”? Oppure “privatizzazione del pubblico”? Boh. Queste definizioni non rendevano per niente lo raschiamento emotivo che sentivo in quel letto vicino a lui, dopo aver fatto sesso con lui e dopo aver fatto insieme a lui quella foto che lui aveva scattato dopo aver fatto sesso con me. È un'onda lunga che viene da lontano, mi dicevo – e lui non c'entra niente! Lui è semplicemente rimasto fritto dentro il corto circuito di un'epoca epocale! - e forse la causa principale di Tutto Questo è la rivoluzione tecnologica, l'onda lunga della rivoluzione tecnologica che – dopo aver sconquassato e scardinato la produzione, il lavoro, la guerra e la politica – ora si mette a sconquassare e scardinare le vite private, i sentimenti, le amicizie, gli amori, l'erotismo. Ecco dunque che mi veniva in mente “Stranamore” oppure i lenzuoli appesi sui cavalcavia con i vari “Ti amoooo” e soprattutto migliaia e migliaia di scene di telefilm adolescenziali americani in cui la prova d'amore più efficace di tutte era sempre – in un modo o nell'altro - il “dirlo davanti a tutti”, l'alzarsi in piedi e declamare il proprio sentimento in una dichiarazione d'amore pubblica. Prendo appunti: “Il privato che acquisisce valore perchè esibito a livello pubblico, la prova d'amore plateale che diventa inconfutabile appunto perchè ci sono altre persone – tante altre persone – oltre ai due partner, che assistono, presenziano, pubblicizzano”. E ora? Ora col web? Ora con i social network? Ora con questa rivoluzione tecnologica che scardina e sconquassa, abbatte barriere, frantuma Muri di Berlino i cui mattoni cadono tutti sulla mia testa e vanno a schiacciare proprio quelle cellule celebrali, quelle connessioni sinaptiche, che regolano la naturale lubrificazione della mia vagina e il suo potenziale esplosivo e orgasmatico e, insomma, la sua “buona riuscita”?Lui si svegliò di soprassalto, mi guardò con due occhi grandissimi. Mi disse: “Sei ancora qua! Sei vera, allora! Sei reale! Non ti ho solo immaginato!”. Io gli dissi: “Certo”, sorridendo. Lui mi chiese: “Non è stato bellissimo?”.Io risposi: “Si, è stato bellissimo. Abbiamo scopato alla grande”. Lui si addormentò quasi subito mentre a me cominciava a venire il dubbio che quei tre orgasmi inauditi che avevo provato con lui forse erano soltanto paraventi di carta velina, roba fittizia e aleatoria, auto-convinzioni della mia fibra di femmina insicura, orgogliosa, postmoderna, istruita, precaria e disperata. Mi addormentai con la quasi-sicurezza che si – Dio mio – forse avevo finto anche stavolta, e che questa volta l'avevo fatto così bene che neanch'io avevo notato la differenza.
Note
1) L'articolo sull'AfterSex Selfie su Panorama e su Repubblica. Una bella galleria foto su LiveSicilia.
2) Altre notizie sparse. Gli scienziati Usa: chi si fa il selfie ha disturbi mentali (Macynet.it) Russia, selfie degli operai nudi dentro il latte che fa chiudere il caseificio (Repubblica). Messico, la migliore amica posta selfie di lei nuda e lei la uccide a coltellate (Corriere). Fino a 7 chili in meno in un selfie (Corriere).
3) Questo è il secondo post di StupeFatti Blog dedicato ai selfie. Leggi il primo: "Cara Libreriamo, il selfie col libro NO" "E perchè no?".