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“Agata De Gotici e il fantasma del topo” di Chris Riddell, Il Castoro

Da Federicapizzi @LibriMarmellata

Agata De GoticicopChris Riddell – autore, illustratore, vignettista pluripremiato – del quale già avevo parlato a proposito della divertente serie di brevi romanzi con protagonista l’astuta Ottoline e il suo buffo aiutante, firma un nuovo avventuroso e bizzarro racconto, dal titolo “Agata De Gotici e il fantasma del topo”, sempre pubblicato dalla casa editrice Il Castoro.

Il libro si presenta, fin dalla copertina, con una veste grafica attraente e accattivante. I colori scuri, nero e viola – viola anche la tinta dei tagli – e gli sgargianti ghirigori color argento lungo i quali si intessono foglie e teschi – ripresi poi nei vistosi risguardi – fanno subito pensare ad una storia con tratti dark, sicuramente con un’ambientazione gotica.

Infatti Agata, la bambina protagonista, si muove in una dimora antica e un poco spettrale, il Palazzo Gorgonzola coi Grilli, dove vive con il papà, inconsolabile vedovo nonché il più grande poeta d’Inghilterra.
Come già Ottoline, anche Agata è un bambina ricca, nobile addirittura, ma un po’ trascurata dal genitore – sebbene indubbiamente amata – affidata alla cure di domestici e governanti. Ma è altresì sveglia, curiosa, indipendente e intraprendente.

Lo scenario delle sue avventure è fantasioso ed originale, pieno di personaggi bizzarri ed improbabili, stravaganti e allo stesso tempo buffi.

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Il romanzo è in realtà pieno zeppo di riferimenti letterari, gustosissimi da individuare, spesso mescolati tra loro per ottenere un effetto comico. Da Frankenstein a Mary Poppins, da Jane Eyre a Sherlock Holmes e al suo creatore, passando da Peter Pan e, via via, tanti altri personaggi come Lucrezia Borgia e Mary Shelley.
La fantasia di Riddell è infatti scoppiettante e attinge ad un patrimonio ampio cha va dai libri ai miti, dalle figure dell’immaginario orrorifico – fantasmi, vampiri – a quelle palesemente inventate ma alle quali egli attribuisce nomi altisonanti che suscitano stupore e sorrisi.

L’effetto è strampalato ma, allo stesso tempo, perfettamente caratterizzato.
Tutto torna ma il lettore è chiamato ad immergersi in un universo un po’ folle, surreale e bislacco dove, ad esempio, le note a piè di pagina sono scritte propriamente da un piede, e cioè dall’arto amputato di un famoso scrittore che lo perse nella battaglia di Baden-Baden-Württemberg-Baden.
Riddell pare avere infatti la smania della precisione nel tratteggio dei suoi mondi bislacchi. Ed ecco quindi nomi molto precisi, magari per metà ispirati al reale, note chiarificatrici e tanti disegni particolareggiati, nel suo inconfondibile stile a china in bianco e nero, accompagnati da didascalie e targhette.

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L’insieme è irresistibile e stimolante, soprattutto per i lettori che amano osservare, che sono attratti dai dettagli, che qui rivelano sovente una vena lievemente macabra e inquietante, in piena linea con ciò che ci si aspetterebbe da un romanzo, seppure comicamente, del brivido.
E’ indubbio che questo sia uno stile di successo con i bambini, ai quali mostri e creature insolite piacciono da matti, soprattutto se la storia è anche avventurosa, se c’è un cattivo da smascherare, mistero, un pizzico di pericolo e, come eroi ed eroine, un gruppo di ragazzini vivaci e affiatati.

La piccola Agata è l’unica figlia di Lord De Gotici, ha una grande stanza in un nobile e antico maniero, viene educata da istitutrici a lei dedicate (che si avvicendano abbastanza frequentemente tra le mura del palazzo), mangia pasti cucinati da una cuoca sopraffina e dalle ricette molto ricercate e veste abiti preparati quotidianamente da una domestica estremamente timida e riservata.

La bambina incontra un giorno Ismaele, il fantasma di un topolino viaggiatore finito in una mortale trappola. Seguendo l’animaletto fin nella misteriosa Ala Diruta, dove l’infido guardiacaccia del padre è impegnato nei preparativi di un grande evento annuale, la caccia negli interni, finisce per fare scoperte allarmanti.
Ad affiancarla, nelle indagini e nella pianificazione delle contromisure, lo specialissimo Club della Soffitta, formato, oltre che da lei, dagli energici fratelli Babbano – lei talentuosa pittrice, lui ragazzino con la singolare sindrome del camaleonte, che lo costringe a mimetizzarsi con qualunque sfondo si trovi accanto – e da un piccolo gruppo di giovanissimi domestici, tra i quali uno spazzacamino e una sguattera.

Cosa nasconde il losco Maltraversi nella parte disabitata del palazzo? Quali sono i suoi piani e come sventarli?
Tra scorribande in giardini selvaggi (e –come non cogliere altra citazione? – segreti), tra fughe sui tetti, su e giù per i camini, corse su curiose draisine (velocipedi ottocentesco), cene movimentate con ospiti stravaganti, racconti e misteri, perfino battaglie, Agata e i suoi amici riescono a portare a termine la loro salvifica missione.
E per la bambina, oltre al successo dell’impresa, la conquista di compagni di gioco affiatati e, finalmente, un papà più coinvolto e presente.

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Rocambolesco per invenzioni ed azione, “Agata de Gotici” è un piccolo romanzo traboccante, tutto da gustare. Riddell, pur essendo un affermato e talentuoso illustratore, non affida certo tutta la magia del racconto alle figure, che pure sono indispensabili alla caratterizzazione del libro, ma intesse una trama inconsueta e molto piacevole, indubbiamente ricca. Tante infatti le sotto-trame, affidate sia alle parole che alle immagini, da scovare e dalle quali lasciarsi rapire.

Perché questo è un libro per osservatori e per curiosi, da leggere d’un fiato, prima, e da ripercorrere attenti, poi.

(età consigliata: da 8 anni)

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