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Agenda: Carta batte forbice, Roma 11 ottobre

Creato il 10 ottobre 2011 da Biblioragazzi

Sulla lista AIB-CUR, stamattina Giovanni Solimine pubblica e noi volentieri riprendiamo, data l’importanza della notizia e della manifestazione:

“Faccio circolare in lista l’annuncio di una iniziativa presa da alcuni esponenti del mondo del libro e della cultura (quelli che hanno occupato il teatro Valle di Roma e gli autori che si riconoscono in”Generazione  TQ”) in difesa delle biblioteche e sintetizzo il comunicato che l’annuncia.

Carta batte forbice: contro i tagli alla cultura, per le biblioteche
come bene comune, per una rivolta del sapere”.

Martedì 11 ottobre, dalle 17 alle 22, un’assemblea pubblica verrà indetta alla Biblioteca Nazionale di Roma. In una crisi politica e sociale ogni giorno più clamorosa,  un’indifferenza feroce, una rabbia contro il valore stesso dello studio e della conoscenza, colpisce le biblioteche, le scuole, le università, l’editoria, i lavoratori della cultura, dello spettacolo, gli studenti, e tutti coloro che ritengono fondamentale la cultura per una comunità che vuole dirsi tale.
Per questo da mesi in Italia stanno sorgendo centinaia di iniziative tra studenti e lavoratori della conoscenza per chiedere non solo la difesa dei propri diritti, dell’articolo 3 della nostra costituzione (dove si scrive che l’istruzione è il motore fondamentale dell’inclusione sociale), ma per immaginare tutti insieme una grande cittadinanza attiva capace di pensare un futuro diverso.
E per questo – in un paese dove si legge poco, dove ci sono ancora due milioni di analfabeti totali, e cinque di semianalfabeti – abbiamo scelto come luogo obbligato per un’assemblea pubblica aperta a tutta la cittadinanza la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. Lo spazio che dovrebbe essere il cuore pulsante di una polis, un bene comune accessibile a tutti e che tutti abbiano a cuore, è oggi trattato dal governo come un ostacolo a quello che sembra un autentico progetto di desertificazione culturale.
Noi pensiamo che proprio le biblioteche e i luoghi pubblici della cultura possano essere i centri di una rivolta del sapere: perché le biblioteche pubbliche sono come le fontanelle, sono come i pronto soccorsi, sono come le caserme dei pompieri, sono come le scuole materne. Sono necessarie, e dovrebbero essere sempre di più spazi di partecipazione per tutti quelli che si riconoscono nel valore dei beni comuni, nel piacere dello stare insieme, nell’importanza di sentirsi cittadini.
Perché allora un luogo così importante chiude tutti i giorni alle 19 e il sabato alle 13.30, mentre, come invece accade in altri contesti felici, le biblioteche potrebbero restare aperte fino a mezzanotte, o ventiquattro ore, o la domenica, o l’intera estate, come è normale ad esempio a tutte le grandi biblioteche europee, piene degli studiosi che d’estate hanno tempo di consultare i libri per le loro ricerche? E perché i soldi che la Biblioteca Nazionale ha in dotazione sono un milione e trecentomila euro l’anno mentre, sempre per dire, allaBritish Library – pur con i tagli di Cameron – lo stato dà l’equivalente di 150
milioni di euro l’anno e alla Bibliotèque Nationale de France – pur con i tagli di Sarkozy – 200 milioni di euro l’anno?
Non ci piace parlare di emergenza, ci piace parlare di partecipazione attiva. Per questo abbiamo deciso per un giorno di trasformare la biblioteca in quello che dovrebbe essere tutti i giorni: un luogo restituito alla cittadinanza, una “fontanella” della cultura. Eabbiamo indetto un’assemblea per tutti coloro che sono convinti che la cultura debba essere un bene comune.
Anche altrove stanno protestando in un modo molto simile al nostro:
http://falseeconomy.org.uk/blog/save-oxfordshire-libraries-speech-philip-pullman.
Sono stati coinvolti quelli stanno facendo battaglie parallele alla nostra: gli archivisti che si mobiliteranno dal 12 al 15 ottobre con l’iniziativa “. e poi non rimase nessuno. Archivi e archivisti nella crisi italiana”: cfr. http://www.anai.org/anai-cms/ ). Sono stati chiamati a raccolta tutti, i bibliotecari, i lavoratori della biblioteca, gli utenti della biblioteca, gli scrittori, i redattori, i traduttori, i giornalisti, gli editori, i grafici, i ricercatori, gli
insegnanti, i semplici lettori, e soprattutto i semplici cittadini, insomma voi: tutti coloro che – al contrario di questo governo – sperano che la cultura per una volta possa vincere contro i tagli, e che si possa trasformare un deserto in una sorgente.


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