Voglio, anche per semplificare una mia futura ricerca, evidenziare i passi più importanti in cui, nel documento, maggiormente si esplicitano i riferimenti agli aspetti economici e sociali della proposta.
Per migliorare l'alfabetizzazione digitale
- Inserire sia nel contratto di servizio pubblico tra Governo e Rai, sia nei contratti di concessione dei diritti d'uso per le frequenze, l'obbligo per concessionari di prevedere una programmazione di contenuti (spot e servizi curati dal Ministero dello sviluppo economico) colti ad illustrare il valore economico e sociale dei servizi digitali.
- Aumentare le ore di insegnamento di materie connesse con l'informatica nelle scuole di ogni ordine e grado
- Investire sulla formazione di docenti alla didattica multimediale
- Promuovere applicazioni pubbliche di semplice utilizzo e valorizzare esperienze di assistenza e insegnamento alla fruizione dei serivizi digitali per le generazioni più anziane
Azioni di promozione delle transazioni online e della moneta elettronica e e-commerce
Azioni per favorire la circolazione dei contenuti digitali e un ambiente più concorrenziale nell'accesso alle risorse per i media.
Per l'uso sociale della tecnologia la proposta è di prevedere
- che la PA investa in progetti per sviluppare adeguate forme di telelavoro da accompagnare all'innalzamento dell'età pensionabile e alla tutela delle donne lavoratrici durante la gravidanza
- opportuni incentivi calibrati anche per il settore privato per progetti analoghi, prevedendo l'esplicita menzione della prestazione di lavoro subordinato mediante telelavoro nel codice civile
- l'obbligo per le ASL di fornire sistema di teleconsulto per i medici di famiglia
- una cabina di regia per la sperimentazione dei servizi avanzati al cittadino
Massimo Mantellini (grazie al quale scopro anche le considerazioni di Alfonso Fuggetta) dice che non se la filerà nessuno. E' ovvio che l'augurio sia che accada qualcosa di diverso. Il percorso è senza dubbio difficile: come si può sperare che una sola proposta, della serie contenuta nel documento AGCOM, possa essere istruita e attuata se anche nel 2012 gli internet point dovranno, per decisione Governativa, continuare a richiedere licenza alle Questure?
Per il momento, quanto alle azioni intraprese dal Governo, bisogna accontentarsi di una pratica che, considerato chi aveva preceduto Monti e i suoi Ministri, appare davvero eccezionale: la pratica delle dimissioni. Malinconico, sottosegretario con delega all'Editoria, ha lasciato la poltrona. Considerate le critiche che tale personaggio aveva ricevuto dopo la notifica dell'incarico, abbiamo un ulteriore motivo per rallegrarci del fatto che sia andato via. Vittorio Pasteris, nel suo utilissimo lavoro di bookmarking quotidiano, ci fa notare - per voce de ilFattoQuotidiano - quanto diversamente sia stata trattata la questione da parte degli organi di stampa. Una disparità di trattamento che, ovviamente, lascia a dir poco perplessi. Quale tipo di realtà vorranno mai propinare (o quale, invece, nascondere) ai propri lettori le testate che tengono in ombra (quando addirittura non oscurano completamente) notizie così importanti?
"Ogni volta che siamo informati lo siamo nel senso che tendiamo a 'prendere la formà che ciò che ci viene comunicato modella nelle nostre menti." Così Dr Dedalo conclude una delle sue Cronache del Labirinto (via) rendendo evidente quanto ormai l'informazione si stia confondendo, pericolosamente e subdolamente, con la comunicazione. Una questione ormai vecchia dalla quale si potrà uscire soltanto con una operazione fatta di consapevolezza: sia di chi produce contenuti sia di chi ne usufruisce.
Nel suo pezzo, Dr Dedalo, parla della profezia che si autoavvera, una chiara strategia di comunicazione [non solo] politica che con la trasparenza ha davvero poco a che vedere. Ma le reazioni dal basso alle quali abbiamo assistito (e delle quali siamo stati anche protagonisti) nell'anno appena concluso, ci dicono che ormai il terreno su cui tali strategie possono attecchire, si sta - per fortuna - inaridendo. Anche grazie alla cicolazione delle notizie e dei fatti per mezzo della Rete.
La Rete, come da più parti e più volte si è detto, ha, tra l'altro, avuto un indiscutibile ruolo di cassa di risonanza, di amplificatore del già esistente (il fatto e le reazioni ad esso, per l'appunto). Se, quindi, si ammette e si accetta che la Rete non abbia fatto le rivoluzioni (ma, principalmente ed efficacemente, dato voce), non deve stupire che due personaggi del calibro di Naomi Klein e Yotam Marom (lo ammetto, il secondo non lo conoscevo!), discutano su theNation di Occupy Wall Street senza nessun marcato riferimento alla Rete, ai Social Network.
Marom, rispondendo allo stupore della Klein per l'essersi soltanto adesso materializzata con così grande enfasi "la Protesta", risponde dicendo che i tempi erano ormai maturi: dopo anni di organizzazioni c'è stata anche la capacità di proporre qualcosa di diverso, e si è creata finalmente l'occasione per rompere (De Magistris a Napoli utilizzava il verbo "scassare") e farsi strada per proporre un nuovo paradigma. Come dicevo, nessun accenno alla Rete e ai Social Network. Non se ne possono, però, proprio per quel ruolo amplificatore cui accennavo, nascondere i meriti: Occupy Wall Street è diventata famosa anche grazie a Internet! E non si può pensare che la Klein e Marom non lo sappiano. Che l'abbiano ignorata per gelosia?
Di sicuro l'osservatorio eMarketer non sta ignorando quello che sta accadendo a Network minori: Tumblr, nell'ultimo anno, ha avuto un tasso di crescita mondiale superiore a Twitter. Quanto a tempo speso sul sito, Tumblr è secondo soltanto a Facebook. Ora, dando per scontato l'effetto saturazione di piattaforme diventate ormai mainstream, il fatto che ci si rifugi in ambienti meno popolati è un dato da non trascurare. E all'attenzione che, per sua vocazione, eMarketer ha per queste dinamiche in chiave business, dobbiamo necessariamente affiancare anche una lettura di carattere più generale: sarà pure una notazione scontata e superficiale, ma non si può non dire di una evidente ricerca di spazi più silenziosi e meno affollati; oppure, ma qui l'invito a discuterne è più forte, di una più banale ricerca di nuovo fine a se stesso di un qualcosa da buttar via appena possibile (Bauman docet). Vedremo cosa succederà in questo 2012.
Qui in Italia, per chiudere il cerchio, bisogna riporre ogni speranza in questa Agenda Digitale. Fortunatamente, almeno spero, non si correrà il pericolo di ritrovarci insegnati via sms. Sfortunatamente, ma qui il Governo non c'entra, l'anno non parte proprio bene visto il ridimensionamento di Apogeonline.
Chiudo con un pubblico abbraccio a PierLuca. Ti aspettiamo tutti :)