L’agenda setting è una teoria sociologica che tratta l’inclusione e l’esclusione delle notizie nei mass media. I due principali assunti della teoria che ha indirizzato le ricerche sull’agenda-setting sono:
- i mass media non riflettono la realtà, ma piuttosto la filtrano e la modellano
- i mass media concentrano la loro attenzione su pochi temi e si sforzano di far credere al pubblico che essi siano i più importanti
Nell’era di social media, social network [e instant messanging app] e la disintemediazione che ne deriva, a cominciare da quelli che una volta erano i lanci di agenzia dei politici che oggi avvengono prevalentemente via Twitter , e più in generale del “web 2.0″ ha senso parlare ancora di agenda setting? Ed ancora, quanto e quale spazio dovrebbero le fonti d’informazione destinare a ciò che davvero interessa i lettori?
Uno spunto di riflessione arriva da NewsShip che ha raccolto le storie, le notizie più condivise dai lettori sui social un giorno della scorsa settimana e le ha utilizzate per costruire le prime pagine di 13 dei principali quotidiani statunitensi e del Regno Unito confrontando l’originale con quella “people powered”.
Si scopre, ad esempio, che i lettori del «The Washington Post» sono molto più interessati ai matrimoni omosessuali che ad una storia sui feriti delle truppe statunitensi. Oppure che la storia del «The Guardian» sulle diete malsane era la notizia più condivisa sulle piattaforme di social media e non quanto messo in prima pagina sulla gestione della crisi in Ucraina.
Osservando le due prime pagine sopra riportate, e tutte le altre prodotte, di primo acchito viene naturale pensare, da una lato che regni sovrano l’infotainment e, dall’altro lato, che sia un bene che esista un filtro creato dalle fonti d’informazione ufficiali che fornisce quella che è “vera informazione”.
Sono, almeno, due però gli aspetti che vale la pena di considerare prima di lasciarsi andare a facili entusiasmi, o tremende depressioni, a seconda dei punti di vista.
Nel contesto tradizionale, un giornale o una televisione offrono un pacchetto — bundle — di articoli o servizi [il giornale o il telegiornale] che il consumatore acquista e/o consuma congiuntamente. La rete, come ha fatto prima con l’industria musicale e successivamente con quella audiovisiva, procede invece spacchettando l’offerta informativa tradizionale riaggregandola attraverso nuovi soggetti che operano direttamente nell’informazione [es. The Huffington Post uno per tutti], ovvero che offrono servizi web orizzontali [motori di ricerca, portali, social network].
Che i mass media abbiano un’influenza, seppur distribuita in modo diverso, anche sulla Rete credo sia indubbio. La chimera della democratizzazione dell’informazione attraverso il web resta tale. il tema diviene dunque quale sia l’agenda cutting, ovvero l’insieme dei temi d’interesse generale che viene escluso dall’agenda dei media e, conseguentemente, dal dibattito pubblico [anche sui social].
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