Emilio Fede adotta le tattiche di comunicazione più infantili, questa volta aggiungendo ad “Agende rosse” l’aggettivo “comuniste”, facendo così passare per comunisti-dipietristi-popoloviola-noglobal il movimento delle Agende rosse:
Peccato che tale movimento prenda il nome da
Un documento che potrebbe fornire indicazioni determinanti per dare un volto ai mandanti esterni della strage è l’agenda rossa di Paolo Borsellino sulla quale il Magistrato era solito appuntare riflessioni e contenuti dei suoi colloqui investigativi, soprattutto negli ultimi mesi che precedettero la strage. Borsellino ripose l’agenda nella sua borsa di cuoio poco prima di recarsi dalla madre in via D’Amelio il 19 luglio 1992, come testimoniato dai figli e dalla moglie del Magistrato. Da quel momento dell’agenda si sono perse le tracce: nella borsa del Magistrato trovata intatta dopo l’esplosione sono stati rinvenuti alcuni oggetti personali ma non l’agenda.
Conclusione scontata: Emilio Fede vuole screditare chi vuole fare luce sulla stagione delle stragi. Con tutto ciò che ne consegue.