Con la Circolare n. 21/E del 18.05.2011 l’Agenzia delle Entrate osserva come nel corso del 2010 siano stati pienamente raggiunti gli obiettivi strategici, per le attività di prevenzione e contrasto dell’evasione, individuati dalla circolare n. 20/E del 2010:
- nel consolidamento del numero complessivo degli interventi, relativi alle
diverse tipologie di controllo; - nel miglioramento dell’efficacia delle singole attività di controllo.
Il numero complessivo degli interventi sviluppati nel 2010 dall’Agenzia, unitamente a quelli realizzati dalla Guardia di Finanza, ha raggiunto un livello da considerare ottimale, in quanto coerente con le risorse disponibili ed idoneo a garantire una azione complessiva adeguata alle esigenze di prevenzione e contrasto dell’evasione fiscale. L’Agenzia delle Entrate ritiene, quindi, che il mantenimento di un analogo livello quantitativo, compatibilmente con la diminuzione delle risorse quest’anno destinabili all’area prevenzione e contrasto dell’evasione, è dunque obiettivo strategico da perseguire anche nel corrente anno, ferma restando la rimodulazione della distribuzione degli interventi tra le varie macro-tipologie di contribuenti e linee di attività imposta da esigenze di maggior presidio recentemente emerse ed evidenziate nella presente direttiva. Le attività di controllo svolte nel 2010 hanno fatto, a propria volta, registrare un sensibile miglioramento in termini di efficacia, come è reso evidente dall’incremento, rispetto al 2009, degli importi complessivamente incassati a seguito delle attività di accertamento e di controllo formale (+ 11 per cento) e delle maggiori imposte nel complesso accertate ai fini IIDD, IVA e IRAP (+ 6 per cento). A quest’ultimo proposito l’Agenzia delle Entrate fa presente che, esistendo ancora margini per ulteriori miglioramenti, conserva valore di obiettivo strategico
l’ottimizzazione dell’efficacia delle singole attività di controllo, alla cui base si pone una approfondita analisi del rischio di evasione a livello territoriale che consenta di concentrare i controlli sulle posizioni
caratterizzate da rischio più elevato, oltre che l’esecuzione dei controlli stessi in modo professionalmente adeguato. Quest’ultimo obiettivo è correlato, per gli accertamenti, all’incremento dell’importo mediano delle imposte o maggiori imposte accertate e, soprattutto, definite, con riguardo alle diverse macro-tipologie di contribuenti e linee di attività. L’Agenzia esclude che l’obiettivo in parola possa ritenersi raggiunto se, pur in presenza di un miglioramento complessivo dei risultati delle attività svolte dalle varie strutture (così come del raggiungimento degli obiettivi monetari assegnati), permanga un numero consistente di controlli conclusi con risultati poco significativi o con esito negativo (sintomi, questi ultimi, di una analisi del rischio di evasione del tutto inadeguata). Resta fermo, a quest’ultimo proposito, che l’esigenza di ottenere concreti e significativi risultati non deve assolutamente comportare che, laddove l’analisi di rischio non sia stata appropriata ed il controllo non abbia consentito la individuazione di violazioni sostanziali adeguatamente provabili, si pervenga a contestazioni di dubbia tenuta giuridica o si insista nelle operazioni ispettive al solo scopo di rilevare violazioni di natura meramente formale. L’analisi di rischio va inoltre focalizzata soprattutto sui comportamenti evasivi che, per loro natura, si prestano ad essere sistematicamente reiterati (ad es., l’omessa contabilizzazione di una parte dei ricavi conseguiti) e determinano quindi una perdita di gettito costante nel tempo. Incidendo su questi comportamenti l’azione di controllo consente infatti di ottenere, oltre al recupero dell’evasione pregressa, anche l’effetto di dissuadere dalla reiterazione delle violazioni e, con esso, quello di incrementare progressivamente il gettito fiscale. Nel corrente anno è entrata ormai a regime la riorganizzazione dell’Agenzia varata nel 2009 e, con essa, la gestione delle attività di controllo a livello provinciale e regionale (per i Grandi contribuenti), la quale, sotto la diretta responsabilità dei Direttori provinciali e Regionali, deve garantire sempre meglio il presidio dei rischi di evasione specifici di ciascuna macro-tipologia di contribuenti, mediante una pianificazione dei controlli idonea ad intercettare le posizioni a maggior rischio. In particolare, i Direttori provinciali devono sviluppare ulteriormente i rapporti cooperativi tra
i responsabili degli Uffici Controllo e Territoriali, in cui sono articolate le Direzioni, nell’ambito di una visione strategica unitaria delle varie attività con le quali si realizza la complessiva azione svolta dalle Direzioni provinciali stesse. In tale
contesto, viene rinnovata la raccomandazione, già contenuta nella circolare n. 20/E del 2010, di assicurare una conoscenza approfondita della realtà fiscale della Provincia (così come di quella dei Grandi contribuenti operanti
nella Regione). Gli indirizzi forniti con le circolari n. 13/E del 2009 e n. 20/E del 2010 rimangono tutti ostanzialmente confermati, con le implementazioni, già emerse nell’ambito elle riunioni propedeutiche alla programmazione delle attività per il 2011, di eguito evidenziate con il consueto, distinto riguardo:
- alle attività di controllo fiscale destinate, in modo specifico, alle diverse macrotipologie di contribuenti e che quindi integrano nel loro complesso la peculiare strategia da adottare per ridurre i rischi di evasione/elusione che caratterizzano ciascuna delle dette macro-tipologie (Attività specifiche);
- alle attività che per loro natura non possono specificamente riferirsi alle suddette macro-tipologie di contribuenti, ma le riguardano tutte “trasversalmente”, in modo più o meno marcato (Attività trasversali).
Teramo, 22 Maggio 2011 Avv. Annamaria Tanzi
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