Agenzie, print on demand ed editoria a pagamento
Posted by IceLady on set 2, 2011 in Autopubblicazione, Blog, Consigli scrittevoli, Editoria a pagamento | 0 comments
È da tanto che Writer’s Dream si muove nei meandri dell’editoria italiana e portando avanti la sua crociata contro l’editoria a pagamento, il cui punto fondamentale è “facciamo informazione”. Fare informazione a volte vuol dire parlare di cose che non piacciono a molti e che ci hanno portato a un sacco di guai, flame, guerre con troll e strani soggetti, ognuno portatore della sua personale interpretazione.
Con questo post speriamo di fare un po’ di chiarezza sulla gestione degli “affari” che ruotano attorno al libro e allo scrittore.
L’Editore è la figura centrale di tutto questo processo. Lo scopo finale di un autore che vuole pubblicare è quello di vendere il suo libro. Il soggetto incaricato di ciò è appunto l’editore. L’editore è colui che investe in un’opera e ci lavora sopra rendendola fruibile dal mercato, cosa vuol dire in parole semplici? Vuol dire: scoprire il nuovo talento, sistemare il romanzo (correzione di bozze, editing impaginazione, veste grafica) e infine promuoverlo e distribuirlo attraverso i vari canali: librerie fisiche e librerie online. L’editore investe in tutti questi passaggi e guadagna sulla vendita dei libri.
E l’autore?
L’autore guadagna anche lui dalla vendita dei libri in due modi: attraverso le royalties, ossia la percentuale sul venduto, e attraverso gli anticipi (che sono una somma di denaro che l’editore corrisponde all’autore in previsione delle future vendite). Ovviamente gli anticipi li ottengono solo gli autori affermati, quelli che offrono la vendita sicura.
Ora, quand’è che un Editore diventa un Editore a pagamento (o EAP)?
Quando, invece di investire e guadagnare esclusivamente sulle vendite, cerca di lucrare anche sull’autore chiedendo che contribuisca alle spese (e quindi al rischio di impresa) però senza offrire in cambio nulla che giustifichi un tale investimento.
Insomma immaginate di essere un mugnaio che consegna la farina a un panificio. E il proprietario del panificio vi dice: dammi 1000 euro e userò la tua farina a fare le pagnotte, poi con calma, ti darò il 10% sulla vendita delle pagnotte fatte con la tua farina. Peccato che sulla rivendita delle pagnotte non guadagnerete mai una cifra del genere che copra la vostra spesa. Vi sembra logico?
Eppure per molti lo è, tanto che non ci pensano due volte a mettere mano al portafogli pur di vedere il loro nome in copertina e fregiarsi del titolo di “scrittori”. Dove sta l’intoppo in tutto questo? Sta nel fatto che molti sovrastimano sia le loro capacità di scrittori sia la loro appetibilità sul mercato.
È provato che un autore esordiente quando vende 200 copie è già un successo (che in soldoni sono circa 100-200 euro di guadagno per l’autore).
È provato da numerose testimonianze che gli editori che chiedono soldi pubblicano tutto quello che arriva loro senza fare editing e presentando libri illeggibili che nessun Editore serio si sognerebbe di pubblicare. E molto spesso le uniche copie vendute sono quelle che l’autore si compra e rivende da solo.
È provato che gli EAP non fanno promozione perché non sono in grado di rischiare e di investire su un autore (tanto che pubblicano solo se hanno la certezza di coprire le spese grazie ai soldi dell’autore).
Per tutte queste ragioni diciamo che pagare per pubblicare non è illegale, non è immorale, è semplicemente STUPIDO.
E questo è quello contro cui lottiamo noi del Writer’s Dream: l’ingenuità degli autori e le false illusioni degli EAP.
Questo però non vuol dire che siamo contro chiunque chieda dei soldi per offrire un servizio. Perché c’è una bella differenza tra una truffa e una prestazione di lavoro.
Per questo nel nostro sito parliamo tranquillamente sia di Agenzie Letterarie che di Print on Demand. E di alcuni di loro parliamo ovviamente bene se sanno fare il loro mestiere. Vediamo nello specifico:
L’agenzia letteraria è un’agenzia di servizi che offre la sua competenza professionale per migliorare e promuovere il testo di un autore, esordiente o meno.
Il suo lavoro è fare editing (revisionare e migliorare il testo) e altri servizi accessori (correzione bozze, impaginazione, ghost writing, promozione) e rappresentare l’autore, che significa proporre i suoi manoscritti agli editori per la pubblicazione e assisterlo nella firma del contratto. Su questo ultimo servizio l’agenzia guadagna a percentuale sulle copie vendute da un’eventuale pubblicazione.
Quindi a parte la rappresentanza che si basa sulle vendite, tutti gli altri servizi offerti sono a pagamento perché è su quelli che l’agenzia campa.
È un po’ come il vostro idraulico che viene a ripararvi il rubinetto che perde, anche lui va pagato, no? Si tratta di gente che fa una professione seria e ha diritto a una remunerazione. Poi si può discutere se i prezzi siano troppo alti o sulla qualità del servizio, ma se vi rivolgete a un’agenzia sapete che state chiedendo un servizio e che quel servizio otterrete e fatto in modo professionale.
Stessa cosa vale per i Print on Demand.
Il POD non è altro che un tipografo, qualcuno che stampa le copie di un libro su richiesta. È ovvio che se acquistate copie del vostro libro le dobbiate pagare. La carta non ve la regala nessuno.
Se andate in cartoleria e comprate un quaderno bianco non lo pagate? Poco importa se poi ci scriverete su un best seller, la materia prima bisogna pagarla e con quella ci fate poi ciò che vi pare.
La confusione nasce dal fatto che il POD si sta evolvendo e sta diventando una specie di ibrido tra tipografo e editore perché alcuni offrono anche il codice ISBN, una vetrina virtuale e la possibilità di vendere il proprio libro sul web (alcuni addirittura in libreria ma con un costo accessorio).
Qual è la differenza tra un POD e un EAP?
Innanzitutto il prezzo: il POD vi fa pagare unicamente i servizi di cui usufruite e solo quando ne usufruite, mentre l’EAP vi chiede cifre esorbitanti e vi fa pagare le copie a prezzo pieno (in pratica vi fa pagare anche la percentuale che sarebbe il vostro guadagno) e poi i diritti: con il POD voi siete imprenditori di voi stessi, siete voi a detenere ogni diritto sulla vostra opera e a decidere cosa farne, come impaginarla, come editarla, come distribuirla. Con l’EAP è l’editore che decide cosa fare del vostro libro, distribuendolo secondo le sue – scarse – possibilità e presentandolo in una veste grafica su cui avete poco controllo e che potrebbe anche procurarvi un danno di immagine se è poco curata, inoltre i diritti di sfruttamento economico, traduzioni e quant’altro rimangono all’editore che può fare il bello e cattivo tempo con la vostra opera e può di fatto “affossarla” limitandone la distribuzione: ad esempio se non fornisce una versione in ebook voi non potete farlo circolare in quel modo, se non distribuisce in libreria voi non potete fare arrivare il libro dove vorreste e così via.
Per questo il POD lascia molta più libertà all’autore di gestire come meglio crede la sua opera e di farla circolare liberamente. Di contro l’Editore a pagamento frena la diffusione dell’opera che sarà mal realizzata e mal distribuita con il risultato di bruciare all’autore la prima pubblicazione e di portargli una pubblicità negativa (immaginate qualcuno che legga il vostro libro e lo trovi pieno di strafalcioni perché l’editore ha fatto un pessimo editing).
Una pubblicazione a pagamento è un inutile spreco di denaro e una macchia sul proprio curriculum.
Molto meglio a questo punto rivolgersi a un’agenzia letteraria onesta che faccia un vero lavoro di editing e permetta all’autore di diffondere le sue opere autopubblicandole in una veste più dignitosa.
Meglio ancora impegnarsi per scrivere un buon libro e proporlo ai veri editori, che lo pubblicheranno senza chiedervi un soldo, lo distribuiranno e vi daranno la vostra sudata percentuale sulle vendite.
Perché anche scrivere è un lavoro che va remunerato. Non dimenticatelo mai.