Aggiornamenti sulla situazione in Siria, 4 settembre 2012
● Nella periferia di Damasco, a Jaramana, nel quartiere di Wahda, un terrorista ha perso la vita nell’esplosione di un’autobomba, che ha causato la morte di 5 persone e il ferimento di altre 23, tutti civili e residenti nella zona. L’esplosione, che è avvenuta a causa di un ordigno dal peso approssimativo di 150-200 chilogrammi, innescato a bordo di un’autovettura Dacia, ha altresì causato ingenti danni materiali agli edifici e alle automobili che si trovavano nei pressi dell’esplosione.
● Ad Aleppo, sono stati catturati numerosi terroristi e sono stati distrutti autoblindati. Nel quartiere di Sayf ad-Dawla, durante un’irruzione in un appartamento adibito a covo dei terroristi, le Forze Armate siriane hanno rinvenuto mappe e documenti contenenti i nomi dei gruppi terroristici e informazioni relative alla loro presenza e distribuzione nel Paese, oltre a armi, cartucciere, munizioni e razzi RPG, mortai, munizioni esplosive e normali, e diverse apparecchiature radio.
● A Hama, un blitz nei covi dei terroristi ha consentito la cattura di 16 terroristi e il sequestro di una grande quantità di armi. Nel quartiere di Frayeh, le autorità competenti sono riuscite ad effettuare un blitz nei covi dei terroristi, rei di ripetute aggressioni a danno dei residenti e di atti di devastazione ed omicidi. Grazie alla collaborazione dei residenti, che hanno informato le Forze dell’Ordine relativamente ai luoghi in cui si trovavano i covi dei terroristi, le autorità competenti sono riuscite a liberare il quartiere dalle loro aggressioni.
● A Homs, sgominate bande terroriste. Nella periferia di Homs, le Forze Armate hanno catturato un gruppo terroristico armato responsabile di numerose aggressioni ai danni dei cittadini e dell’interruzione della circolazione stradale nel villaggio di Burj Qaai, afferente alla località di Houleh. Inoltre, le autorità competenti hanno distrutto un deposito di munizioni e di sostanze esplosive usate dai terroristi, accanto ad uno dei loro covi.
● A Hasakeh, in località Shedadi, ieri sera le autorità competenti hanno messo a segno un agguato a un gruppo terroristico proveniente da Deir ez Zor, uccidendo i due terroristi Jihad Mohsen al Hossein e Abd ar-Razzaq Ayd al Hossein, oltre ad aver catturato tre altri terroristi.
● Il Ministro dell’Informazione della Repubblica Araba Siriana, Omran al Zoobi, ha ribadito che quanto sta accadendo in Siria è la conseguenza di un enorme complotto e di un’aggressione compiuta con strumenti spietati, i cui elementi sono ormai chiari ed aggiungendo che la Siria sta affrontando un’ideologia wahabita terroristica e takfirista ed una cultura estremista wahabita strutturata con immagini e nomi diversi. In un incontro aperto con i rappresentanti e i corrispondenti delle agenzie stampa e dei mezzi d’informazione accreditati a Damasco, il Ministro ha affermato che: ” Chi ritiene che sia possibile sottomettere la Siria con la violenza, dopo aver fallito nel sottometterla politicamente, si sbaglia, ed allo stesso modo è in errore chi si ritiene estraneo a quanto accade in Siria, dopo avervi mandato armi, denaro e combattenti.
Rispondendo ad una domanda dei mass media sull’invito dell’opposizione siriana ad uscire allo scoperto, e se davvero esista un piano chiaro in questa direzione, che offra garanzie all’opposizione, il Ministro ha detto : “Questa non è una novità, chi vuole parlare ai mass-media e alla televisione siriana, ebbene la sede è in Piazza degli Omayyadi, non deve far altro che recarvisi ed esprimere la propria opinione, noi gli proporremo di incontrare una persona con un’altra opinione, in base alle regole del dialogo e della dibattito politico, evitando pregiudizi, parolacce e insolenze, poiché queste appartengono ad una pratica estinta, che noi non riconosciamo e che non vogliamo assolutamente mettere in atto”.
Il Ministro ha aggiunto che: ” Chi è disposto ad apparire in pubblico e a farci sentire la sua opinione, che noi rispettiamo, ebbene che ce la faccia sentire chiaramente, perché quando noi parliamo di un’opposizione che si dichiara alla televisione siriana, noi intendiamo l’opposizione nazionale che rifiuta l’intervento esterno, intendendo con ciò la fornitura di armi e campi di addestramento, e questo è il minimo del patriottismo. Chie ritiene che il suo patrottismo si manifesti nel rifiuto dell’intervento esterno, io gli dico che questo rifiuto è il minimo del patriottismo e non è il massimo, che è tutta un’altra storia”.
Il Ministro ha poi chiarito che: “L’opposizione nazionale è quella che, oltre a rifiutare l’utilizzo, l’importazione e il traffico di armi, gli atti di aggressione all’esercito siriano, alle sue caserme, ai suoi campi e ai suoi veicoli, deplora il rapimento e il ricatto mosso ai civili, e non riceve ordini da servizi segreti stranieri né esaudisce i desideri e le volontà dei ministri degli esteri del Qatar, dell’Arabia Saudita, della Francia e della Turchia e di nessun altro Stato, facendo presente che questa opposizione nazionale, anche se differisce da noi politicamente in tutte le questioni e i dettagli, non rispecchia l’immagine dei rimanenti partiti, che godono di piena rappresentanza ed opinione politica. L’opposizione nazionale ha pertanto opinioni diverse dalle nostre, per quanto riguarda la Siria, e non contro la Siria.”
In risposta a una domanda relativa ai giornalisti che entrano in Siria in modo illegale, il Ministro ha detto che: “Il giornalista che entra in Siria illegalmente, commette due errori : il primo riguarda il fatto che egli ha infranto la legge siriana, pertanto, se imprigionato, deve essere punito a norma di legge. Noi noi auguriamo a nessun giornalista di entrare in Siria illegalmente. Qualsivoglia giornalista che desideri entrare in Siria, deve rivolgersi al Ministero dell’Informazione. Se vuole coprire gli eventi in zone calde, ciò è possibile mediante l’autorizzazione del Ministero, che deve sapere dove si trova, per consigliarlo ed illustrargli la dimensione della sua responsabilità, perché ci preme la sicurezza e la vita di ogni giornalista”. Il Ministro ha poi aggiunto: ” Il secondo errore che commette un giornalista che entra in Siria illegalmente è che egli oltrepassa i confini del suo dovere professionale, o rinuncia a questo dovere, per trasmettere un’immagine unilaterale, giacché non potrà riportare l’immagine realistica, che riguarda le due parti del conflitto”.
Per quanto riguarda la missione di Lakhdar Ibrahimi, l’Inviato Speciale ONU in Siria, il Ministro ha affermato che: ” La Siria ha accolto positivamente la nomina di Ibrahimi e gli offrirà la sua massima collaborazione, esattamente come abbiamo fatto con Kofi Annan, e lavoreremo affinché la sua missione non porti, come la missione di Kofi Annan, ad un vicolo cieco, a causa del fatto che le parti esterne non hanno svolto il loro ruolo e il loro compito. Se ci sono certi Stati, come i Paesi del Golfo, la Turchia, che non l’hanno accolto, preferendo non sprecare nemmeno un minuto del loro tempo, e reputandosi allo stesso tempo soci dell’iniziativa internazionale, ebbene io ritengo che condizione imprescindibile del successo della missione di Ibrahimi sia che determinati Stati, come il Qatar, l’Arabia Saudita e la Turchia, assolvano al loro impegno di prestar fede al piano, e sospendano immediatamente l’invio di armi, chiudendo le frontiere ai combattenti”.
In risposta a una domanda sul progresso dell’iniziativa iraniana di risolvere la crisi siriana mediante il cessate il fuoco per tre mesi, e l’avvio di un dialogo nazionale, il Ministro ha risposto: “Conoscete la natura delle relazioni tra la Siria e l’Iran, che si basano sull’amicizia e sulla fratellanza autentica. In base a ciò, gli Iraniani vogliono che la violenza cessi in Siria e che i combattenti vengano disarmati”.
Rispondendo ad una domanda circa l’iniziativa irachena uscita dal vertice dei Paesi non allineati, il Ministro ha ribadito che: “Lla Siria accoglierà positivamente ogni iniziativa che l’aiuterà ad uscire dal complotto a cui è sottoposta, questa è la sua poizione annunciata ed ogni iniziativa che non minacci i concetti della sovranità nazionale e della sicurezza nazionale, è benvenuta”.
Per quanto riguarda la posizione annunciata dal Presidente egiziano Mohammed Morsi, durante il vertice dei Paesi non allineati, tenutosi di recente a Teheran, il ministro ha detto che: “E’ la prima volta che vedo il presidente Morsi sincero in tv, ossia quando ha detto che p complice del sangue siriano, e questo è vero, perché lui è complice del sangue siriano, così come ne sono complici i sauditi, i qatarini e i turchi, che si addossano le loro colpe”.
Per quanto concerne le posizioni espresse dal Primo Ministro turco Erdogan, il ministro al Zoobi ha detto che: ” Quanto detto da Erdogan o da altri in merito al fatto che il Presidente Bashar al Assad avrebbe perso ogni legittimità, è ridicolo, insignificante, fuori luogo e non cambia le cose di una virgola. In merito invece alle dichiarazioni di Erdogan sulla creazione di una no-fly zone in Siria, ebbene questo è da reputarsi un’aggressione alla sovranità nazionale, perché la Siria ha i suoi diritti e i suoi doveri, come popolo ed esercito, di rispondere a qualsiasi tentativo di minaccia alla propria sovranità”.
Per quanto riguarda le ripercussioni della crisi siriana in Libano, il Ministro ha detto che: “Alcuni Paesi del Golfo arabo invitano le parti in Libano a non trasportare quanto accade in Siria alla piazza libanese, ma questo ha un che di scenario di commedia politica, perché una grande parte delle armi e dei combattenti che entrano in Siria, proviene dal Libano, con denaro ed armi saudite, qatarine e turche, e trasformano il territorio in Libano e in determinate aree geografiche in territorio fertile per la violenza e il combattimento e poi dicono ai mass media di non trasportare il problema in Libano”. Relativamente alla questione libanese, dal punto di vista politico, mediatico e militare, al Zoobi ha chiarito che: ” Quanto riportato dai mass media libanesi e arabi in merito all’ingresso delle forze armate siriane in Libano, è totalmente inesatto, perché non è entrato nè mai entrerà nessuna nella nostre Forze Armate nei territori libanesi, né mai nessuno ha lanciato una munizione o una pallottola verso il Libano, così come mai abbiamo aperto il fuoco contro un cittadino libanese ai confini. Chi dice dell’altro si macchia di calunnia e menzogna per scopi personali. Ci sono uomini armati terroristi in Libano che entrano in Siria e qui perpetrano i peggiori crimini per poi addossarli all’esercito siriano e questo è assolutamente vero e ne abbiamo le prove”.
Fonte: Ambasciata della Repubblica Araba Siriana
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