Aggiornamento: raccolta differenziata a Serra Riccò

Martedì scorso, a valle del consiglio comunale di Serra Riccò, abbiamo parlato con l’assessore, Andrea Rebora, dei dubbi di cui ho scritto. Mi ha fatto piacere trovarlo disponibile e appassionato. Ci ha confermato che il livello ufficiale di raccolta differenziata è del 17.16%, anche se, basandosi sull’osservazione dei contenitori, hanno la sensazione che sia leggermente di più (dice al massimo intorno al 20%). Purtroppo non hanno potuto verificare le cifre di AMIU sia perché il comune non è attrezzato sia perché, ma questo motivo lo intuisco io dalle sue parole, AMIU non si è dimostrata esattamente trasparente. Gli ho chiesto anche informazioni circa la multa ed è stato un po’ evasivo. Inizialmente mi ha detto di non saperne niente e di chiedere all’assessore al bilancio, poi mi ha detto che, a suo sapere, l’ecotassa non viene applicata. Infine ci ha raccontato del suo lavoro e la mia sensazione è che sia rimasto un po’ amareggiato di non poter essere andato fino in fondo perché, anche se non ha apertamente parlato male della giunta in cui ha lavorato, ci ha detto che lo hanno frenato sia sul porta a porta, scegliendo un modello più soft, sia decidendo di fermare il bando di gara per l’affidamento del servizio in attesa che gli altri comuni della Valpolcevera (Campomorone, Ceranesi, Mignanego e Sant’Olcese) si decidessero a partecipare. Quest’ultima scelta è stata del sindaco.

Curiosità, alla domanda “cosa serve per far funzionare la raccolta differenziata?” la risposta, senza esitazioni, è stata “Coraggio“. Poi ci ha spiegato che sono tanti i comuni che partono con entusiasmo e fanno un livello alto (70%) ma in pochi tempi scendono (68%, poi 65%, poi 60%, …). Infine ha detto che è pronto uno studio su cui costruire un capitolato che serve, passando per un ufficio provinciale che assiste i comuni, a bandire la gara.

Cercherò di incontrarlo ancora per saperne di più e per procurarmi l’esito dello studio.

Alcuni commenti.

1. Il fatto che AMIU sia poco trasparente non mi stupisce ma mi sembra un ennesimo motivo per tagliarla fuori.
2. Il momento è propizio perché è scaduta la concessione.
3. La filosofia di questo sindaco mi pare “chi non fa non sbaglia”. La sua scelta ha condotto ad un immobilismo rispetto alle scelte importanti (acqua, scuola, mobilità, cemento, …). Non candidandosi più, non avrebbe avuto molto da perdere: lui non è stato affatto coraggioso ma mi viene anche il sospetto che i suoi compagni di governo fossero proprio contrari.
4. Non ha senso che tra assessori non si condividano informazioni, anzi, non ha senso che le informazioni sulle scelte dell’amministrazione non siano rese pubbliche. Ed è anche contro la legge (arrivano presto un po’ di notizie).
5. La scelta di attendere gli altri comuni è in realtà la scelta di non scegliere: e se gli altri comuni non volessero partecipare? E se volessero adottare un altro sistema? L’unica risultato che sono riusciti ad ottenere è stato quello di fondare una società consortile (sostengono che i membri del consiglio di amministrazione non siano pagati, vedremo se è vero e quanto dura). Si può passare alla raccolta differenziata spinta da soli, gli altri eventualmente si aggregheranno (abbiamo esempi anche vicino).
6. Anche se capisco la paura di non riuscire a mantenere il livello alto (ad esempio 70%) di raccolta differenziata e di cadere al di sotto della soglia, un ipotetico 60% o anche solo 50% sarebbe comunque molto meglio del 17% a cui siamo fermi ora.
7. L’obiettivo dovrebbe essere ambizioso: poi magari non arriviamo dove volevamo ma se già partiamo con un obiettivo basso ci castriamo da soli. L’esempio potrebbe essere il comune di Ponte nelle Alpi: sono i campioni della raccolta differenziata, arrivano quasi al 90% (e chiudono il ciclo senza bisogno di inceneritori). Si tratta di un comune simile al nostro: circa 8000 abitanti, frazioni diffuse, dislivelli. Loro ci riescono: non abbiamo scuse per non provarci.

Portiamo Serra Riccò a Rifiuti Zero?