Magazine Diario personale

Aggiungi un posto a tavola

Creato il 14 settembre 2015 da Claudia

Da sabato scorso ho un nuovo fratello. Si chiama Dylan (per gli amici occidentali) ed è cinese. No, non l'abbiamo adottato, nè mamma ha deciso di diventare l'ennesima mamma-nonna. Dylan è uno studente di scambio di AFS-Intercultura e sarà ospitato a casa nostra (cioè, casa di mamma) per i prossimi 10 mesi, o giù di lì. Come Big Brother ed io, rispettivamente 15 e 12 anni fa (oddio, come mi sento vecchia in questo momento...), siamo partiti per fare un anno in America, così Dylan è venuto a farlo in Italia. E ha avuto la (s)fortuna di essere scelto dalla mia famiglia.

A parte gli scherzi, la relazione tra studente ospitato e famiglia ospitante non è mai semplice, e nessuno potrà dire come si evolverà nel corso dell'anno. Dylan dovrà adattarsi alla vita nella nostra famiglia, e la mia famiglia dovrà avere l'apertura mentale per accettare come un figlio un ragazzo di una cultura così diversa. Non sarà un percorso facile, ma è un'esperienza dal potenziale immenso.

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Perchè per una famiglia, ospitare un ragazzo straniero significa aprire la propria casa al mondo. Accogliere in casa un giovane studente proveniente da un altro paese, permette sicuramente di conoscere un altro paese, le sue tradizioni, la sua musica, le sue storie... Ma essere una famiglia ospitante vuol dire molto di più. " Ospitare un giovane di un altro Paese significa educare i propri figli e se stessi a convivere con stili di vita, mentalità, culture diverse; significa confrontarsi con qualcuno che ha abitudini differenti dalle proprie, sorprendersi a guardare da una prospettiva diversa ciò che prima poteva apparire strano o addirittura sbagliato".

Indubbiamente una famiglia che si appresta ad ospitare un ragazzo straniero lo fa piena di preconcetti e aspettative. La maggior parte dei primi si riveleranno poi sbagliati, e la maggior parte delle seconde verranno deluse. Perchè se l'abbinamento è quello giusto, e lo scambio ha successo, ospitare ed essere ospitati cambia totalmente la vita delle persone coinvolte. Lo studente e la famiglia non si comporteranno come ci si aspettava, e quello che ci si aspettava di avere all'inizio dello scambio non lo si avrà, ma in cambio si avrà molto molto di più.

E io lo so bene. Ero stata abbinata ad una famiglia che sulla carta sarebbe dovuta essere perfetta per me, ma poi nella realtà l'inizio non è stato dei più semplici. Passare da due fratelli a due sorelle non è stato un facile per me, per le mie sorelle ospitanti non è stato facile avere qualcuno che attirasse tutta l'attenzione, e per i miei genitori ospitanti non è stato facile mantenere l'equilibrio tra loro e me. Ma l'abbinamento era quello giusto, e i nostri cuori destinati a incontrarsi: nell'arco di quell'anno siamo diventati una famiglia, non di sangue ma di affetto. Nonostante i conflitti e le gelosie che inevitabilmente sorgono tra sorelle, mi hanno regalato l'anno più bello della mia vita, e io spero di avergli dato altrettanta felicità. E forse il fatto che siano venuti fin da Seattle per essermi accanto il giorno del mio matrimonio vuol dire che ci sono riuscita!

Insomma, è un'esperienza incredibile e profondamente devastante (nel senso buono) per i ragazzi ospitati e le famiglie ospitanti. Per i giovani sarà come avere un fratello o una sorella in più. Per i genitori sarà un modo per osservarsi attraverso gli occhi di un nuovo figlio e apprezzare in maniera diversa il proprio ruolo di educatori. Per tutti sarà un modo di creare nuove relazioni e affetti che durano una vita e che generano, a catena, nuove opportunità di incontro, conoscenza, esperienza. Sono, come dice il motto di Intercultura, "Incontri che cambiano il Mondo".

E allora benvenuto in famiglia Dylan!


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