Aggiungi un posto a tavola: intervista a Carolina Ciampoli, Clementina

Creato il 26 marzo 2014 da Luana Savastano @VistaSulPalco

Nell’edizione di Aggiungi un posto a tavola portata in scena dalla Compagnia dell’Alba, nel ruolo di Clementina, in alternanza con Arianna Bergamaschi, abbiamo trovato la giovane promessa Carolina Ciampoli che intervistiamo per conoscerla meglio.

Pur essendo giovanissima, vanti già una solida preparazione. Sei, infatti, diplomata in canto lirico al Conservatorio, hai seguito molti stage di canto, danza e musical e hai partecipato a vari spettacoli teatrali prima d’approdare nel cast di “Aggiungi un posto a tavola”, senza dubbio per te un’ottima opportunità per metterti in luce. Hai avuto paura di confrontarti con le “Clementina” che ti hanno preceduta e con quella che ha interpretato, nella stessa tournée, Arianna Bergamaschi?
Devo essere sincera: inizialmente sì, ho avuto paura, paura di non essere adatta per questo ruolo, paura di non essere all’altezza delle precedenti “Clementine”, soprattutto quella interpretata dalla mia cara amica Arianna. Lei per me, nel mondo del musical, è sempre stata la migliore, e quando ho saputo di dover essere la sua alternate per me è stato un sogno. È stato un onore poter lavorare con lei, ma nello stesso tempo mi sentivo inadeguata di fronte alla sua bravura. Con il tempo sono riuscita ad entrare meglio nel ruolo, a farlo mio, e a sentirmi più a mio agio.

In cosa ti somiglia Clementina?
Clementina è molto differente dalla mia personalità: lei non ha peli sulla lingua, è incosciente, ma in due cose siamo simili: la solarità, la positività. Questo ci unisce. Cerco sempre di vedere la vita sotto il suo aspetto migliore e Clementina di certo fa lo stesso.

Da piccola sognavi di fare la cantante lirica o già desideravi diventare performer di musical?
Non ho mai pensato di fare la cantante lirica, ma quando ho deciso di intraprendere questa vita mi sono convinta che studiare in conservatorio mi avrebbe aiutato molto. E così ho deciso di iscrivermi al corso di lirica, perché allora non c’erano tutti i corsi che si trovano oggi (popular music, jazz….). Mi ha dato una base tecnica indiscutibile, ma la lirica non è ciò che mi gratifica. Il mio sogno fin da piccola era di andare a “Broadway”. Non sapevo neanche cosa fosse (una via di New York) ma io volevo andare lì poter cantare e ballare contemporaneamente, era per me il massimo che potessi desiderare. Ballavo dall’età di 5 anni e cantavo da quando ne avevo 10.

Cosa consiglieresti ai giovani che vogliono avvicinarsi al mondo del teatro musicale?
La cosa che più consiglio ai giovani è di studiare. Oggi ci sono tantissimi e bravissimi performers in Italia. Poter sfondare in questo campo non è semplice. C’è molta competizione. Il talento non basta. La tecnica è fondamentale. E poi consiglio di aver speranza, fiducia: non è facile superare audizioni, ma se si ha fede in quello che si fa, coraggio di andare avanti, prima o poi riuscirete far parte di uno spettacolo.

C’è stata per te una serata indimenticabile, sia in senso positivo che negativo?
Di serate positive ce ne sono state tante: quando i teatri erano stracolmi di pubblico, quando c’erano ospiti di eccezione, eredi…. Ma c’è stata anche una serata negativa: la mia prima. Come dicevo inizialmente, non è stato facile per me sentirmi adatta a questo ruolo e la mia prima esibizione mi ha terrorizzata. Mi sentivo fuori luogo.

Prima di salire sul palco compi qualche gesto scaramantico?
Prima che il sipario si apri, dopo la famosa “merda” con i miei colleghi, io prego. Sono una ragazza molto credente, e chiedo sempre a Dio di aiutarmi, e dico: ” sia fatta la tua volontà e non la mia”.

La tua famiglia ti ha appoggiato nel seguire i tuoi sogni artistici?
Devo ringraziare la mia famiglia perché fin dall’età di 5 anni mi anno dato la possibilità di studiare la danza, il pianoforte e poi il canto. E quando ho finito il liceo e ho detto loro che non volevo andare all’università, loro non mi hanno ostacolata. Anzi mi hanno aiutata a cercare la strada migliore per i miei studi.

A chi ti senti di dire grazie?
Ovviamente devo dire grazie anche a loro se sono arrivata fin qui. Ma soprattutto devo dire grazie a Gabriele de Guglielmo, nonché il mio fidanzato. Ho studiato con lui per molti anni canto, ed è stato lui a darmi la possibilità, fin da giovanissima, di salire sul palco e farmi esibire. E poi Fabrizio Angelini. Senza di lui non sarei nessuno. Infine voglio ringraziare tutti i performers con cui ho studiato: Paola Ciccarelli, Lena Biolcati, Silvia Di Stefano, Angelo di Figlia, Marco Rea e tanti altri. Ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa e mi ha fatta crescere sia professionalmente che caratterialmente. Grazie di cuore.

Qual è il tuo musical del cuore in cui vorresti recitare?
Ci sono due musical che più amo in assoluto: Moulin Rouge e Chicago. Chissà se un giorno il mio sogno si avvererà….

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