Amiche di blog in crisi di creatività, io ho trovato un temino per oggi: sogni e desideri. Se volete, potete accodarvi, non vi chiederò il copyright.
Sogni e desideri si avvicinano molto, e non solo perché li canta Cenerentola nella stessa canzone, ma perché in genere si sogna di ottenere qualcosa che si desidera.
Al di là delle cose ovvie che tutti desideriamo, tipo che i figli siano felici, che i nostri cari stiano bene, che la salute ci aiuti e simili, credo che ognuno abbia qualche sogno e qualche desiderio speciale, ed io non faccio eccezione.
QUESTO , ad esempio, è uno dei miei sogni: una settimana a cercare di appropriarmi di un pochino pochino pochino della magia dell' arte di scrivere. Per motivi familiari ora non posso, ma chissà...
Un altro sogno è QUESTO: battere le mani piano piano o forte forte a tempo della marcia di Radetzky. Sono anni che provo a iscrivermi alla lotteria dei posti, ma non mi estraggono. Però io non demordo, e continuo a partecipare.
Un desiderio invece è QUESTO o, in alternativa QUESTO: sarà che sono nata in campagna, ma non avere uno spazio all'aperto abbastanza grande da poterci mettere un tavolo, qualche sedia, un po' di piante, mi manca. Certo, ho un'età e una salute che non consentono progetti a lunga gittata, ma se mi capitasse l'occasione giusta chi se ne frega di salute ed età!
E infine, l'ultimo sogno, che però non è mio, ma di mia figlia.
Aveva 8 o 9 anni quando mi raccontò di aver sognato che in Paradiso c'era la casetta di quando io ero bambina; era tutta dipinta in rosa come nel quadro che feci io tanti anni fa e che è appeso in soggiorno, con il roseto di nonna Virginia tutto in fiore e la pergola piena di glicini e gelsomini a incorniciare la porta. Lei ci era entrata e ci aveva trovato nonno Michele, nonna Virginia, papà, tutti i nostri cari insomma, con il caffè pronto sul grande tavolo davanti al camino acceso. Erano tutti sorridenti, e le avevano detto:'Questa è casa nostra, di tutti noi. E noi la teniamo pulita e accogliente, così quando verrete anche voi ci staremo comodi, tutti insieme'.
Oggi che sono 37 anni che papà se n'è andato, mi piace credere in questo sogno: pensare papà in un posto sicuro, bello, familiare, con persone care, e pensare che quando ci andrò anch'io li troverò ad aspettarmi.