Agnello delle sette ore. O della carne morbida.

Da Pennaeforchetta

Agnello in cocotte: aiuto un U.F.O. in cucina!


Un UFO in cucina
Di cosa parla un matta monomaniacale con gli amici? Beh chiede come stanno, che fanno e... cosa hai mangiato oggi? Questa domanda ha un profondo significato, almeno per me. A seconda della risposta posso immaginare (ma non sempre tutto è così perfettamente "incasellabile") come sta e cosa sta facendo la persona che mi interessa.So se ha avuto tempo per cucinare, se qualcuno ha pensato a lui/lei, se le giornate sono state frenetiche e se è stato bene.Eh si perché se vi rispondono "un panino al salame" o "la mia torta al cioccolato preferita preparata dalla mia dolce metà" le cose cambiano, non vi pare?
Inoltre parlando e chiedendo di cosa si mangia e cosa piace si scoprono tante cose Come questo "ufo in cucina"
E' proprio una persona a cui tengo molto (a proposito, se leggi e non guardi solo la foto e la ricetta: grazie, grazie, grazie ancora per avermi indicato la via dei food blogger e per tanto altro ancora) che mi ha fatto scoprire questa meraviglia. 
Si parlava di quanto mi piaccia sperimentare, di "cotture strane", e di quanto sia buona la cottura "nel sacco" che ultimamente sfrutto proprio per tutto o quasi."Ma a quanti gradi inforni?""180""Hai provato a la cottura a 100°?" "Non ancora ma mi stuzzica""Allora prova  a mettere della pasta di pane intorno alla cocotte"."Racconta..."
All'inizio ero scettica "e se mi esplode la cocotte? e come faccio a vedere se è pronto? ma non sarà una roba immangiabile?" Poi con il passare del tempo e con il profumo che a poco a poco riempiva la casa mi sono ritrovata a passare spesso davanti al forno e a pensare "ma quanto sei bello?". E si perché oltre ad essere buonissimo questo è un piatto che fa la sua bella figura. 
La pasta che sigilla la pentola diventa di un bel colore scuro e, a cottura ultimata, aprire questa "scatola delle meraviglie" desta curiosità e attenzione da parte di tutti.A casa mia è successo questo. I profumi di questo piatto hanno invaso a poco a poco la casa portando la loro magia.Già alle 7 (troppo presto per noi) mio figlio si aggirava con il suo passo felino al forno "Che c'è qui dentro 'mà?" (come potete notare sono stata dimezzata, da mamma a 'ma. Il prossimo step, lo so, è un calcio nel sedere). "Agnello" "Noooooo, ma dai che schifo"."Ripassa più tardi e mi dirai".
Un'ora e mezza dopo stranamente tutti a tavola. Senza urlare "E prooooontoooo, a tavolaaaaa". Cosa che odio e che devo fare. Sempre.Tutti lì seduti in silenzio. Arriva la pentola sigillata."Ma cos'è?" "E' sempre agnello".
Apro. Un profumo intenso ci avvolge. Le teste chine a guardare dentro. Io resto estasiata. A mia figlia le pupille si dilatano. Lo conosco questo riflesso, è anche il mio. Mio figlio resta incantato tanto che dice "ma che  roba è?"  (tradotto dall'adolescentese = la cosa sembra interessante. Nonostante io sia uno che fa difficoltà a provare le cose nuove, mi butto e assaggio.).Riempio i piatti. Nessuno usa il coltello. La carne è così morbida che si stacca con la forchetta. Si dice infatti che questo agnello si può "mangiare con il cucchiaio"."Possiamo provare a mangiare anche la pasta?" "Provate. La pentola però no che ci tengo".
"Allora?" "Buono. Perché non provi anche con il pollo?" Se l'adolescente dice così... fidatevi!

Ecco al momento sembra tutto normale...


Agnello delle sette ore
Questo tipo di cottura che mi è stata raccontata,  è tipica della Francia, ma mi ricordava troppo le cotture in tajine o comunque le cotture dell'Africa del nord. Ho voluto quindi rendere omaggio a questa cucina cercando di riprodurne i profumi.Però voi metteteci quello che volete: potete togliere il cumino e aggiungere origano, maggiorana e rosmarino per renderlo più "provenzale". O ancora pomodoro e peperoncino per dargli un po' di brio. Scegliete i profumi che più vi piaccionoL'importante è la cottura.
  • 1 kg di cosciotto d'agnello
  • 1 cipolla tagliata a fettine
  • 2 carote tagliate a tocchetti
  • 2 gambi di sedano tagliati a pezzetti
  • 3 spicchi d'aglio
  • un bel pizzico di sale grosso (per le carni uso il sale di Trapani)
  • 1 cucchiaino di timo
  • 2 cucchiaini di cumino
  • 2 cucchiai di olio
  • pepe
Per chiudere la pentola:
  • 700 gr (ma ne bastavano anche 500) di pasta di pane già pronta

Dopo 7 ore di cottura a 100 gradi


Il procedimento è semplice: ho messo nella coccotte i due cucchiai di olio e poi a seguire tutti gli altri ingredienti. Con la pasta di pane ho fatto un filoncino che ho appoggiato sul bordo della cocotte. Ho quindi chiuso con il coperchio.La pasta di pane ha sigillato la chiusura quasi fosse della ceralacca
Ho messo in forno che ho acceso sul momento mettendo a 100°. Quindi ho aspettato 7 ore. Ed eccolo qui, 5 minuti prima di scomparire per sempre.

Pronto in tavola


Con questa ricetta partecipo al contest sullo stufato che Burro e Miele  sta realizzando in collaborazione con Gualtiero Villa e teatro7


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