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Ago e filo

Da Olivierifrancesco

AGO E FILO

Una donna vestita da suora a destra una donna vestita da prostituta a sinistra mentre parlano si avvicinano sempre di più fino a trovarsi di fronte

In nome del padre del figlio e dello spirito santo

Mi sono imbavagliata la vagina

Un macramè tra la clitoride e lo sfintere

La trama di Penelope che chiude ogni desiderio

Mi hanno sfondato la bocca

A colpi di maschi inferociti

Un urlo afono riempito di seme candido

Come un quadro dadaista piango per inerzia

Tu che hai fatto?

Ho glorificato il cielo sempre

Una muuuuuuuuuucca che raglia

Una poooooooooorca che strilla

Siamo femmine non donne per quei maiali

I collant non li sopporto

La croce al collo è un peso

Ma ognuna di noi ha la sua croce

Madre chiesa non adirarti

Sei cadaveri mi ringraziano ancora oggi

Un pene di quelli grossi me l'ha spostata

Io l'ho sempre desiderato invece

Una lunga preghiera mi portava all'orgasmo

Quelle perle scivolavano dentro di me

Quando mi sbattevano non sentivo nulla

Non so cosa sia il piacere

Sono stata la discarica dell'erezione

Ero l'assorbente delle loro disgrazie

Il tampax da riempire di lacrime e sangue

Persa nel nulla di un mare qualunque

In nome del padre del figlio e dello spirito santo

Mi sono imbavagliata la vagina

Un macramè tra la clitoride e lo sfintere

La trama di Penelope che chiude ogni desiderio

Mi hanno sfondato la bocca

A colpi di maschi inferociti

Un urlo afono riempito di seme candido

Come un quadro dadaista piango per inerzia

Primo monologo prostituta

Luce accesa solo sulla prostituta

Mi hanno sfondato la bocca

A colpi di maschi inferociti

Un urlo afono riempito di seme candido

Come un quadro dadaista piango per inerzia

La terra era la mia sicurezza

Da piccola mangiavo la sabbia

Fino a farmi sanguinare le gengive

Mi nascondevo nelle tane degli animali

Osservavo quei simili piccoli corpi che giocavano a calcio

Le femmine non le consideravo

Volevo essere la palla per esser calciata in porta

Tuo fratello è uno si che studia

Tu stai sempre lì a fare nulla

Sulla strada ti ritroverai

Mia madre era un avvocato

Decideva la sorte della gente a colpi di comma

Le gambe lunghe mi davano un senso di instabilità

Il mio corpo mirava al cielo mentre io volevo solo terra

Mi hanno sfondato la bocca

A colpi di maschi inferociti

Un urlo afono riempito di seme candido

Come un quadro dadaista piango per inerzia

I primi pompini ho cominciato a farli a dodici anni

In cambio sempre di qualcosa

Prendevo questi minuscoli cazzi tra le labbra

E li sentivo crescere in me

Ero considerata la troia della scuola

E la cosa non mi infastidiva

Ero insensibile e vorace di dolore

Ingoiavo per non vomitare

Tuo fratello è uno si che studia

Tu stai sempre lì a fare nulla

Sulla strada ti ritroverai

Mentre tutti dormivano dopo il pranzo domenicale

Io percorrevo a piedi la navata della chiesa del paese

Arrivavo davanti a Cristo in croce

E vomitavo tutto il seme che avevo mandato giù

In ginocchio vomitavo e pregavo

Che mi perdonasse e mi amasse

Perché lui era l'unico uomo di cui mi potevo fidare

Come me amava la terra e dalla terra era resuscitato

Piangevo nella chiesa vuota

Davanti a Cristo in croce

Pregavo mentre le mie mutande si macchiavano per la prima volta di rosso

Da quel momento potevo procreare

Tuo fratello è uno si che studia

Tu stai sempre lì a fare nulla

Sulla strada ti ritroverai

Mi hanno sfondato la bocca

A colpi di maschi inferociti

Un urlo afono riempito di seme candido

Come un quadro dadaista piango per inerzia.

Luce accesa solo sulla suora

In nome del padre del figlio e dello spirito santo

Mi sono imbavagliata la vagina

Un macramè tra la clitoride e lo sfintere

La trama di Penelope che chiude ogni desiderio

Che tu non ti devi preoccupare di tua sorella

Tu diverrai suora perché è giusto così

Rimpiango il disinteresse per l'uomo

Poi d'un tratto il sangue mi ha fatto divenire donna

Che non ti servono le mestruazioni

Avrai il Signore che ti amerà

Maledicevo il mio corpo che mutava a ritmi sempre più frenetici

La notte ero piatta la mattina mi ritrovavo un seno da gestire

E il concetto del peccato

L'uncinetto è quello che fa per te bella ragazza

Tra le colonne della Chiesa del mio paesino

Sentivo il richiamo della carne

In ginocchio davanti a Cristo in croce

Sempre sola nelle afose estati

Mentre tutti dormivano dopo il pranzo domenicale

Io mi penetravo con due dita

Mi stringevo i capezzoli davanti a Cristo in croce

Perché mi avevano detto che il Signore mi avrebbe amata

Ero una Maddalena che pregava Dio di scoparla lì

Mi succhiavo sempre le dita con il mio sapore

In ginocchio pregavo godendo con la mano genuflessa nella mia vagina

In nome del padre del figlio e dello spirito santo

Mi sono imbavagliata la vagina

Un macramè tra la clitoride e lo sfintere

La trama di Penelope che chiude ogni desiderio

E volevo sentirlo il maschio

Percepivo l'odore del suo seme sulle pareti dell'oratorio

Annusavo il muro dove probabilmente lui come gatto in calore aveva lasciato i primi aborti schizzati sul bianco candido della casa del prete

Che tu non ti devi preoccupare di tua sorella

Tu diverrai suora perché è giusto così

L'uncinetto è quello che fa per te bella ragazza

Del maschio non sentivo più l'odore

Solo sangue e clitoridi infiammate

Sangue e clitoridi infiammate

In nome del padre del figlio e dello spirito santo

Mi sono imbavagliata la vagina

Un macramè tra la clitoride e lo sfintere

La trama di Penelope che chiude ogni desiderio.

Secondo monologo prostituta

Luce accesa solo sulla prostituta

Mi hanno sfondato la bocca

A colpi di maschi inferociti

Un urlo afono riempito di seme candido

Come un quadro dadaista piango per inerzia

I miei tacchi a spillo contavano i minuti sul catrame

Nelle cuffie il Requiem di Mozart

Al Kyrie erano passati già cinque maschi

Requiem aeternam dona eis

Quanto vuoi per una bella scopata eh?

Al Lacrimosa chiudevo la serata

I miei tacchi a spillo contavano i minuti sul catrame

Non credere di fare la regina qui

Agay era una nigeriana grossa e incazzata

Il marciapiede era la sua casa

Tuo fratello è uno si che studia

Tu stai sempre lì a fare nulla

Sulla strada ti ritroverai

Una muuuuuuuuuuuuca che raglia

Una poooooooooorca che strilla

Antonio mi dava una cuccia per dormire e un posto dove mangiare

Porta soldi o ti spezzo le braccia

Al maschio piace sbattertelo da dietro

Alla fine mi sono chiesta se tutti questi con petto in fuori e fedi al dito non fossero altro che checche represse

La messa della mia morte suonava nelle mie orecchie

Poi tutte le mattine all'alba

Restavo a fumare su una panchina del centro

Guardare il sole che si alzava

Aspirare la nicotina e sperare di essere altrove

Cristo portami via di qua

Tu sei l'unico uomo di cui mi possa fidare

Vedi questa bocca di rosa

La vedi che beve solo seme di maschio

Chiudila questa bocca di rosa

Chiudimi la bocca di questo fiore appassito

Una muuuuuuuuuuuuca che raglia

Una poooooooooorca che strilla

Poi spegnevo la sigaretta col tacco

E tornavo alla mia cuccia

Requiem aeternam dona eis Domine et lux perpetua luceat eis cum sanctis tuis in aeternum quia pius es

Mi hanno sfondato la bocca

A colpi di maschi inferociti

Un urlo afono riempito di seme candido

Come un quadro dadaista piango per inerzia.

Luce accesa solo sulla suora

In nome del padre del figlio e dello spirito santo

Mi sono imbavagliata la vagina

Un macramè tra la clitoride e lo sfintere

La trama di Penelope che chiude ogni desiderio

Le mura dove vivevo e studiavo avevano l'odore di gonne e incenso

Le porte di legno che delimitavano gli spazi proibiti da quelli accessibili avevano nelle venature le ferite di pugni ricolmi di solitudine

L'alba e il tramonto erano i momenti in cui Dio si assentava per me

L'uncinetto è quello che fa per te bella ragazza

Le altre femmine del collegio erano obbedienti alle regole

Leggevo di nascosto da tutte

E godevo ad ogni parola che scorreva davanti ai miei occhi

Lolita luce della mia vita fuoco dei miei lembi

La punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere al terzo contro i denti

Amo la carne amo la voglia di essere donna

Aiutami a trovare l'amore della mia vita

Te lo supplico Dio te lo supplico

Se davvero esisti strappami da questa tortura

L'uncinetto è quello che fa per te bella ragazza

Vedi questo rosario che entra in me?

Vedi queste preghiere di perle che arrivano al mio utero?

E mi maledico perché sono una sgualdrina

Una lolita che gode in silenzio nel buio

La punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere al terzo contro i denti

Dio ti piace come mi tocco?

Come mi penetro nella carne che mi hai cucito addosso su questa anima ribelle?

Ti piace o no?

In nome del padre del figlio e dello spirito santo

Mi sono imbavagliata la vagina

Un macramè tra la clitoride e lo sfintere

La trama di Penelope che chiude ogni desiderio.

Terzo monologo prostituta

Mi hanno sfondato la bocca

A colpi di maschi inferociti

Un urlo afono riempito di seme candido

Come un quadro dadaista piango per inerzia

Mi guardate dalle vostre poltrone

Qualcuno ha una erezione?

Una prostituta che ascolta Mozart

Una cazzo di prostituta che ascolta Mozart

(seria verso il pubblico)

C'è qualcosa che non va?

Vorrei essere libera come un uomo

Si quello con le due palle dentro la saccoccia e un pene che gli penzola come lombrico morto

Invece mi paghi fottutissimo maschio

Mi paghi e ti metti quel cazzo di preservativo

Che io le tue malattie non le voglio

Più che nato mi considero abortito diceva Carmelo Bene

Ecco un aborto sono anch'io

Una prostituta che cita persino Carmelo Bene

Oltre a prenderlo in culo dai maschi in calore ho una vita io

E in questo schifo di vita mi proteggo con la lettura

Che non ve ne frega niente di cosa leggo

Ma una prostituta non è per forza solo un animale da monta

E tremo dalla paura ogni volta che un maschio mi sfiora

Paura che mi faccia del male

(in ginocchio guardando verso l'alto)

Ogni volta che mi penetrano io penso a qualcosa di bello

Al mare che mi piace tanto

Ti prego e supplico liberami

Vorrei essere libera come un uomo

Mi hanno sfondato la bocca

A colpi di maschi inferociti

Un urlo afono riempito di seme candido

Come un quadro dadaista piango per inerzia.

In nome del padre del figlio e dello spirito santo

Mi sono imbavagliata la vagina

Un macramè tra la clitoride e lo sfintere

La trama di Penelope che chiude ogni desiderio

Mi state guardando voi da lì

Qualcuno è eccitato tra voi?

Eccitata quando penso alla fuga

Vorrei essere libera come un uomo

L'idea di cucirmi la vagina mi è venuta una notte

Quei crampi allo stomaco che mi spaccavano l'anima

Il diavolo non l'avrà vinta

Il peccato non deve appartenermi

Una monaca di Monza che brama falli da mattina a sera

Ho chiuso le porte del piacere urlando di dolore

Mi senti quando urlo e bestemmio il tuo nome?

Una cagna che abbaia preghiere

Mi spalmo la lingua contro i denti

Una vagina di clausura che dentro spreme orgasmi

Sono una vagina di clausura

Sesso consolazione della miseria

Consolazione della miseria

Voglio vivere non morire dentro

Queste sante sbarre che mi dividono dal mondo

Le mordo durante la notte

Ho i denti rovinati dal ferro

Vorrei essere libera come un uomo

Dio se ci sei lasciami andare

Voglio amare come la mia carne sa amare

Voglio baciare labbra di miele

Voglio respirare l'anima di chi mi desidera

Ti prego Dio ti supplico aiutami a fuggire da qui

Da queste suore maledette

Vergini per vocazione troie per diletto

In nome del padre del figlio e dello spirito santo

Mi sono imbavagliata la vagina

Un macramè tra la clitoride e lo sfintere

La trama di Penelope che chiude ogni desiderio.

Quarto monologo prostituta

Mi hanno sfondato la bocca

A colpi di maschi inferociti

Un urlo afono riempito di seme candido

Come un quadro dadaista piango per inerzia

Catrame e tacchi a spillo abbandonati

Voglio solo erba e terra calda dell'estate

Mozart suona nell'ipod acceso

Sento il Kyrie dalle cuffie appoggiate sul comodino

Catrame e tacchi a spillo abbandonati

Il prezzo non c'è più signori miei

Vi lascio con le vostre voglie

Vi lascio con i vostri pantaloni gonfi di soldi e cazzi duri

Ma fare la schiava a vita non è per me

Tranne quello che indosso

Una gonna bianca di lino e una camicetta azzurra di seta

Pure gli orecchini puoi tenerti

Quelli d'oro che mio padre mi aveva regalato per la cresima

Ti lascio tutto tranne me stessa

Questa notte non aprirò bocca per succhiare

Questa notte non aprirò le gambe per far godere

Sono scalza come non sono stata da quando ero bambina

Cammino lungo i campi e respiro

Ringrazio Cristo mio che mi ha salvato

Solo lui è tra le mie mani

Un Cristo d'oro di una collanina che portavo quando facevo le elementari

Un Cristo d'oro che respira come me

Questa notte non aprirò bocca per succhiare

Questa notte non aprirò le gambe per far godere

Il silenzio interrotto dai grilli

Il sapore della polvere della terra che calpesto

Voglio abbandonare questo corpo di donna

E sentire la notte che mi accarezza i seni

E le onde che mi bagnano le cosce

Questa notte il figlio di Dio e una prostituta scalza scappano per resuscitare

E' giunto il momento di resuscitare.

In nome del padre del figlio e dello spirito santo

Mi sono imbavagliata la vagina

Un macramè tra la clitoride e lo sfintere

La trama di Penelope che chiude ogni desiderio

Mi cerco mi tasto stringo

E le giornate sono lunghe come litanie

Un chiodo alle caviglie incrociate

Un chiodo alle caviglie incrociate

Crocifissa per non aver creduto

Crocifissa per non aver lodato

Crocifissa perché eretica

Mi sono tagliata i capelli stanotte

Mi sono tagliata i capelli a zero

Ora sembro proprio un maschio

Riprendo quell'ago che avevo usato per imbavagliarmi

E ripercorro il tragitto al contrario

Sfilo la trama di Penelope

Taglio il lenzuolo e comincio a cucirmi i pantaloni

Stanotte stacco i chiodi dalla croce

Un chiodo alle caviglie incrociate

Un chiodo alle caviglie incrociate

Crocifissa per non aver creduto

Crocifissa per non aver lodato

Crocifissa perché eretica

Stanotte stacco i chiodi dalla croce dove mi avevano messa

Prendo Cristo e lo libero da quella macchina di tortura

Lo stacco dal legno dove era attaccato piangente sopra il mio letto

Lo bacio tutto e lo bagno delle mie lacrime

Questa notte io ti libero Cristo mio

Questa notte io e te vedremo la luce

Questa notte voglio respirare

Farmi cullare dalle onde e non pensare

Mi sono tagliata i capelli stanotte

Mi sono tagliata i capelli a zero

Ora sembro proprio un maschio

Questa notte Cristo mio io e te saremo gli eretici che scappano dalle sacre mura

Tu potrai di nuovo camminare

Io potrò riavere la mia vita

Cristo mio le tue preghiere come le mie non sono state vane

Lolita la lascio sul letto così avranno qualcosa di interessante da leggere quando vedranno la nostra assenza

Questa notte il figlio di Dio e una suora rasata a zero vestita da maschio scappano per resuscitare

E' giunto il momento di resuscitare.

Sulla spiaggia col mare e la luna piena

La suora a sinistra nuda la prostituta a destra nuda distanti che guardano e parlano al pubblico. Alla fine si spengono le luci e quando si riaccendono le due donne sono abbracciate al centro del palco

Suora- Il suo sguardo mi penetra

Prostituta- E' bellissima

Suora- Ha le labbra di rosa

Prostituta- Una mano sul seno

Suora- La sua mano sul mio seno

Suora- Un soffio che sfiora i suoi capelli

Prostituta- Le sfioro la bocca

Suora- Entro nei suoi occhi

Prostituta- La sua lingua

Prostituta- La sento che si avvicina

Prostituta- La sento che vibra

Prostituta- Le accarezzo il sesso

Suora- Mentre le bacio il collo

Prostituta- La sabbia è fredda

Suora- Sono la tua Lolita

Prostituta- I capezzoli turgidi

Prostituta- Chi è questa donna?

Suora- Questa pelle di seta e organza

Prostituta- Chi è questa bellezza di cielo?

Suora- Da dove proviene?

Prostituta- Come fa a conoscermi così bene?

Prostituta- Io che non ho mai goduto

Suora- Il mio sesso è un oceano aperto

Prostituta- Le dita e la lingua

Suora- Non più di clausura

Prostituta- Mentre mi annusa sento l'odore della libertà

Suora- L'amore che si fonde

Prostituta- Mentre mi entra con le dita

Suora- Sento che sono rinata

Prostituta- Pane e mare è il suo sapore

Suora- E il dolore svanisce

Prostituta- Le lacrime incredule scendono per la gioia

Suora- Mi bagnano il corpo

Prostituta- Acqua e sale di mare

Suora- Questo è il momento

Prostituta- Di resuscitare

Prostituta- Niente più sbarre

Tutti i diritti sono protetti SIAE

*Tratto da il "Sermone del Diavolo" di Pier Paolo Pasolini


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